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Per Zegna ricavi in crescita del 4% a 1,26 miliardi. Focus su …

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Intervista al ceo gildo zegna

Per Zegna ricavi in crescita del 4% a 1,26 miliardi. Focus su espansione retail e sostenibilità

Il gruppo Ermenegildo Zegna, una delle poche “one billion companies” italiane del lusso, conferma la solidità dei dati economico-finanziari e la volontà di investire in capacità produttiva in Italia, nella rete globale di negozi e, last but not least, in progetti a favore dell'ambiente, del territorio, della ricerca e della formazione. Il tutto in uno scenario di «imprevedibili turbolenze geopolitiche e finanziarie», ha sottolineato l'amministratore delegato Gildo Zegna, che ritiene «i risultati del 2015 soddisfacenti» e ribadisce le strategie di investimento, in tutte le aree già scelte nel 2015 anche per il 2016.

Quello di Zegna suona come il consueto, sano, understatement biellese: non è successo a tutti, nel settore della moda e del lusso, di crescere in un anno come il 2015, caratterizzato da piccoli e grandi shock economici (basti pensare all'ottovolante valutario e al crollo del prezzo del petrolio) e da crisi geopolitiche e focolai di guerra ovunque. In molti hanno dovuto accontentarsi di mantenere i fatturati, a fronte spesso di un calo dei margini. I ricavi di Zegna invece sono saliti del 4% a 1,261 miliardi, con un export del 90%, l'ebitda è stato di 146 milioni (11,6% delle vendite) e l'utile netto di 45 milioni. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre risultava positiva per 164 milioni e per ora non sembra esserci all'orizzonte lo sbarco in Borsa, del quale ciclicamente si sente parlare in ambienti finanziari: il gruppo resta saldamente nelle mani della quarta generazione della famiglia.

Il percorso di Zegna continuerà a essere totalmente autofinanziato: «Nel 2015 siamo stati impegnati nell'ottimizzazione della rete retail, a partire dalla ridefinizione della nostra presenza a Dubai – sottolinea Gildo Zegna –. Soddisfazioni particolari a doppia cifra sono venute dall'andamento del “Su misura”grazie a servizi e tessuti esclusivi e alla crescita del “Casual luxury su misura”, affiancate da risultati in crescita nel canale wholesale». La rete di monomarca è arrivata a 523; 307 sono di proprietà: le aperture più importanti del 2015 sono state New York (Brookfield Place), Miami (Design district), Tokyo (Ginza), Dubai (Mall of Emirates), Johannesburg e Melbourne, mentre nel 2016 sono previsti aperture a Berlino, Istanbul, Macao e Teheran, oltre a ristrutturazioni e ampliamenti di monomarca esistenti, come quello di Bond Street, a Londra. Quali sono le aspettative per l'Iran? «Con il venir meno dell'embargo, si tratta di un mercato potenzialmente molto interessante sia numericamente, sia per la presenza di una classe dirigente e di un ceto medio che guarda con grande interesse al nostro Paese. I tessuti Zegna, inoltre, da molti anni hanno successo tra i clienti iraniani, un successo che si accompagna a quello del Su misura. E poi da sempre ci sentiamo e siamo pionieri», risponde Gildo Zegna.

Un'altra parola d'ordine per il 2016 è “omnichannel”: il canale tradizionale del retail deve cioè essere arricchito, integrato dalla tecnologia, grazie alla coerenza con il sito e alla sua parte e-commerce e grazie a una maggiore presenza di strumenti tecnologici all'interno ei negozi, a disposizione sia del personale di vendita sia dei clienti. «Le nuove generazioni, ma non solo loro, ormai comunicano, si informano e scelgono sempre di più utilizzando la rete. Nessuna industria e tantomeno la nostra può ignorarlo. Il futuro si gioca anche nella capacità di creare le giuste sinergie tra i diversi canali con cui ci rapportiamo ai consumatori», spiega Zegna. La vera novità del 2016 è però il ritorno nel gruppo di Alessandro Sartori, stilista biellese con uno sguardo da sempre globale, allargato ulteriormente da un'esperienza di quattro anni come direttore creativo di Berluti (gruppo Lvmh). Ora Sartori “è tornato a casa” e, come dice Gildo Zegna, «contribuirà ad aprire una nuova fase nello sviluppo complessivo del nostro brand, aiutandoci a intercettare nuove fasce di consumatori nei mercati per noi più tradizionali e conquistare quei consumatori che, a partire dall'Asia, si stanno presentando alla ribalta del mercato globale ».

Tornando agli investimenti, nel 2015 è stata completata una riorganizzazione industriale che Zegna definisce «strategica». A San Pietro Mosezzo (Novara) è stato realizzato il polo produttivo per l'abbigliamento formale del gruppo, che si aggiunge ad altri tre poli per prodotti informali e accessori. Il primo, per outerwear e abbigliamento in pelle e il secondo, per scarpe e accessori in pelle, a Parma e il terzo a Verrone-Biella per la maglieria. Poli che si affiancano a quello storico del tessile di Trivero. Prosegue l'impegno sulla fronte della corporate responsibility: «Continueremo a destinare il 5% degli utili netti a progetti di aiuto alle comunità locali, alla ricerca scientifica e alla difesa dell'ambiente», conclude Zegna. Imminente infine la presentazione del nuovo progetto con San Patrignano, che avverrà durante il Salone del mobile a Milano dall'11 aprile.

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