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Tornano al loro antico splendore i mosaici delle Terme di Caracalla, grazie a Bulgari

Liberati dalla coltre del tempo (e da un prato verde che li ricopriva), i preziosissimi “ventagli” policromi dei mosaici della Palestra delle Terme di Caracalla a Roma sono tornati a risplendere.

Si sono conclusi, infatti, i lavori di restauro iniziati nel 2015, curati da Anna Borzomati e Marina Piranomonte, e finanziati da Bulgari, maison del gruppo Lvmh, che a Roma ha le sue radici e dalla quale trae ispirazione, visto che proprio a questi mosaici si ispira la sua collezione “Divas’ Dream”.

I mosaici rislagono al terzo secolo d.C., epoca della costruzione dell’enorme complesso voluto dall’imperatore Caracalla, e ne esprimono l’amore per il lusso: «I marmi che lo compongono provengono dai quattro angoli dell’Impero - ha detto la direttrice del sito, Marina Piranomonte -: c’è infatti il porfido egiziano, il giallo antico della Tunisia, il serpentino di Sparta, un bianco del Peloponneso. Un lavoro certosino fatto a mano dagli scalpellini. Non si badava certo a spese».

Da sinistra, la restauratrice Anna Borzomati, la direttrice delle Terme di Caracalla Marina Piranomonte, il ceo di Bulgari Jean-Christophe Babin e il soprintendente speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roam Francesco Prosperetti

Bulgari è da tempo impegnata nella valorizzazione dei monumenti della “sua” città, che il gioielliere greco Sotirio Bulgari scelse per aprirvi, nel 1884, il primo negozio. Questo restauro, infatti, costato circa 50mila euro, è fratello di quello del 2013 che ha coinvolto altri mosaici nella parte orientale della Palestra, e ne precede un altro: alla presentazione, infatti, il ceo Jean-Christophe Babin ha annunciato che Bulgari finanzierà anche il recupero di un’altra porzione del pavimento mosaicato del terzo secolo, un segmento ancor più esteso del precedente.

A settembre, poi, sarà riconsegnata alla città anche la Scalinata di Trinità dei Monti, di cui Bulgari ha finanziato il restauro con 1,5 milioni. Tutto merito dell’Art Bonus, come ha dichiarato il soprintendente speciale per l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, che potrebbe spingere Bulgari, come altri privati, a proseguire in questo tipo di investimenti.

Uno degli interventi più urgenti, fra l’altro, è quello sui due pilastri da 37 metri del calidarium, che ora fanno da scena al palco della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma, che si tiene nel complesso. Di recente, proventi sono giutni anche dal mondo del cinema, per esempio dalle produzioni di “Zoolander 2” e di “John Wick 2” con Keanu Reeves.

Visto il successo di queste iniziative, Bulgari potrebbe investire anche in altre città italiane? «Non credo - risponde Babin -, d’altra parte qui c’è moltissimo da fare. Speriamo che il nuovo sindaco prosegua il progetto di Ignazio Marino, che aveva puntato molto sul coinvolgimento dei privati nella tutela del patrimonio di Roma».

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