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il futuro della maison

Giorgio Armani pensa alla successione e dà vita a una nuova Fondazione: «Assicurerà la stabilità del gruppo»

Sono giorni di evoluzione per Giorgio Armani: dopo la decisione di spostare “eccezionalmente” la sfilata di Emporio Armani a Parigi, è di oggi la notizia, resa nota dall’azienda, della nascita della “Fondazione Giorgio Armani”. Una realtà che lo stilista aveva in mente da tempo e che, come ha spiegato lui stesso in una nota, nasce «per realizzare progetti di utilità pubblica e sociale» e contestualmente per assicurare «nel tempo che gli assetti di governo del Gruppo Armani si mantengano stabili, rispettosi e coerenti con alcuni principi che mi stanno particolarmente a cuore e che da sempre ispirano la mia attività di designer ed imprenditore».

I principi fondanti, spiega lo stilista, «sono basati su: autonomia e indipendenza, un approccio etico alla gestione con integrità e correttezza, un’attenzione all’innovazione e all’eccellenza, priorità assoluta allo sviluppo continuo del marchio Armani sostenuto da adeguati investimenti, una gestione finanziaria prudente ed equilibrata, un limitato ricorso all’indebitamento e un cauto approccio alle acquisizioni».

«Con questa scelta all'insegna della continuità, garantita dalla Fondazione e dai miei eredi, voglio innanzitutto rassicurare tutte le persone del Gruppo Armani che lavorano con lealtà e passione confidando sempre nella mia persona ed al contempo tutti coloro che hanno contribuito al pluriennale successo dell’azienda e per i quali avrò sempre una sincera gratitudine», conclude Re Giorgio.

In azienda è molto impegnata la nipote di Armani, Roberta, 45 anni, figlia del fratello dello stilista, Sergio, che affianca lo zio dal 1992 e si occupa delle relazioni esterne, in particolare di quelle con le celebs che amano il marchio dello zio.

Da tempo si rincorrono voci sul tema del futuro dell’azienda, una volta che lo stilista, che l’ha fondata a Milano nel 1975 insieme al socio Sergio Galeotti, scomparso nel settembre 1985, la lascerà. Proprio in occasione della morte di Galeotti lo stilista aveva detto che avrebbe continuato «da solo», un mantra al quale ha mantenuto fede negli anni, visto che has emrpe diefso strenuamente l’indipendenza del suo gruppo, anche negli anni in cui si susseguivano velocemente notizie di colleghi che cedevano quote o maggioranza della propria azienda.
Da tempo Armani è anche impegnato nella valorizzazione di nuovi talenti della moda italiane e internazionale, che ospita a ogni settimana della moda all’Armani/Teatro di Milano: l’ultimo, a giugno, è stato il cinese Miaoran.
Armani ha sempre difeso strenuamente l’indipendenza del suo gruppo, che non ha lsciato neppure quando, nel 1989, gli era stato offerto di prendere le redini di Lanvin. Nel 2015 il suo gruppo ha registrato ricavi consolidati per 2,6 miliardi di euro, in aumento del 4,5%.

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