Dopo New York e Londra, tocca a Milano, che da oggi sarà la vetrina, con sfilate, presentazioni in showroom, eventi e mostre, delle collezioni donna (e in alcuni casi uomo) per la primavera-estate 2019.
Le campagne vendita sono chiuse, negli uffici stile si sta già lavorando alle collezioni della stagione successiva: la settimana della moda di Milano, come quella delle altre capitale, è “solo” la punta dell'iceberg di un intero sistema. Nel caso dell'Italia, di una filiera complessa e integra di cui le aziende e i marchi in passerella sono l'ultimo anello.
Nessun altro Paese presidia ogni passaggio che porta alla creazione di un capo di abbigliamento o di un accessorio come fa l'Italia, specializzata nel medio e alto di gamma. Perché la globalizzazione ha spinto ogni altro tipo di produzione in Paesi con costi del lavoro più bassi. Qui resta l'eccellenza e proprio per questo la settimana della moda è importante e oggi si apre in un clima di ottimismo, quasi di euforia. I lavori che hanno rallentato la città in luglio e agosto sono finiti per tempo, gli alberghi e i ristoranti sono pieni già da qualche giorno per le fiere Micam, Mipel e theOne.
Non solo: Londra passa il testimone a Milano con una delle sfilate più attese della stagione, quella di Burberry, che ha visto il debutto di Riccardo Tisci, stilista di origini pugliesi già autore della rinascita di Givenchy (gruppo Lvmh).
È stata un grande successo e l'articolo da Londra, con foto, è stato tra i più cliccati di ieri su ilsole24ore.com: il merito del rilancio del più famoso brand britannico, oltre che di Tisci, è di un altro italiano, Marco Gobbetti, amministratore delegato. Una coppia d'oro che ricorda quella formata da Marco Bizzarri e Alessandro Michele, architetti del rilancio di Gucci (gruppo Kering).
Sfilate e presentazioni sono eventi riservati a operatori del settore. Ma la città offre molto anche ai cittadini appassionati di moda e ai turisti: fino a domenica 23 le installazioni di Milano XL, nate sotto la regia di Confindustria Moda con il sostegno di Mise, Ice, Comune di Milano e Assolombarda, offrono dati concreti e suggestioni visive su gioielleria, industria della pelle, occhialeria, tessile e cosmetica.
Tutti settori che formano il sistema moda “allargato” che nel 2017 ha raggiunto un fatturato di 90 miliardi e dà lavoro a 600mila persone.
Milano XL, arrivata alla seconda edizione, è uno dei frutti del Tavolo della moda creato dal precedente Governo e che lunedì,
al Micam, il ministro dello Sviluppo economico Di Maio ha detto di voler riconvocare al più presto, «convinto dell'importanza
del settore per l'economia e l'immagine del nostro Paese». La sfilata per i 90 anni di Luisa Spagnoli di ieri e la mostra
per i 50 anni di Etro che si inaugura sabato al Mudec dimostrano anche quanto il sistema moda sia radicato nella cultura e
nella storia dell'Italia. Un primato da difendere, con l'aiuto di tutti.
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