Un universo in continua espansione, che contiene tanti mondi e che riserva continue sorprese, proprio come lo spazio esplorato da sonde sempre più fantascientifiche. È l’universo dei gruppi di lettura: ci sono quelli dedicati a un singolo autore, come nel film del 2007 The Jane Austen Book Club. Ci sono quelli legati ai generi (letterari ma anche sessuali) o a intervalli di età. Poi esistono gruppi aperti a tutti, i più interessanti, perché esaltano la “nobile missione” dei book club, quella di stimolare la lettura e soprattutto il confronto tra persone diverse sulle emozioni che un romanzo o un libro di poesie ha suscitato.
Il fenomeno è molto diffuso negli Stati Uniti, dove fioriscono pure club dedicati a film, concerti, spettacoli teatrali, serie tv. L’idea è semplicissima: riunirsi a scadenze il più possibile regolari per parlare (discutere è un verbo che toglie qualcosa alla magia di questi incontri) del libro che ci si è dati il compito di leggere. È in effetti una formula perfetta anche per i film: volete mettere un pacato scambio di opinioni “a freddo” rispetto a un commento a caldo all'uscita, concitata, dalla sala?
In Italia, si dice e si certifica anno dopo anno,si legge poco. L’ultimo rapporto Istat, pubblicato il 27 dicembre e relativo
al 2017, indica un lieve aumento dei lettori: le persone di più di sei anni che hanno letto almeno un libro per motivi non
professionali sono il 41% (circa 23,5 milioni), contro il 40,5% del 2016. Ma soprattutto il rapporto contiene una bellissima
notizia: la maggior parte dei lettori forti (coloro che leggono almeno un libro al mese) hanno tra gli 11 e i 14 anni.
La propensione si acquisisce in famiglia: sempre tra i ragazzi di 11-14 anni legge l'80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori. Tra i dati confermati, le donne leggono più degli uomini e al Nord si legge più che al Sud. Il trend positivo potrebbe essere incoraggiato proprio dai gruppi di lettura, sempre più diffusi in città italiane di ogni dimensione, promossi da lettori appassionati, oltre che da biblioteche, scuole, università. E da librerie indipendenti, perché è il modo migliore per fidelizzare i clienti e far loro apprezzare il valore di un ambiente raccolto, che non offre promozioni e sconti delle grandi catene, ma dà qualcosa che, oggi più che mai, non ha prezzo: il contatto umano. Non è un caso se i gruppi di lettura online – che pure esistono – non abbiano soppiantato quelli reali.
Anzi, proprio come è successo ad Amazon – che dopo essere diventata la più grande libreria sul web al mondo ha deciso di aprire piccoli negozi fisici – chi ha iniziato a frequentarsi su internet ha poi spostato l'esperienza nel mondo fisico, magari usando proprio i social network per organizzare gli incontri vis-a-vis. C'è materia per sociologi e massmediologi in questo processo: prima il web “soffia” le idee al mondo fisico e per un po’ sembra adattarsi meglio allo scopo. Poi spunta il desiderio di tornare a immergersi nella realtà, di scappare dalla mediazione di uno schermo. E per farlo si utilizzano proprio i social network.
Altro fenomeno interessante è che i gruppi di lettura sono diffusi sul territorio in modo più omogeneo rispetto al quadro fatto dall'Istat: sul sito della Rete dei gruppi di lettura (accessibile da www.biblioclick.it) sono censiti oltre 500 gruppi italiani e in homepage si trovano i dettagli sugli incontri: sono decine e decine tutti i giorni. La relazione tra mondo fisico e virtuale, nel caso dei book club, può essere virtuosa: ogni book club può costruirsi un sito – oggi basta veramente poco – dove ospitare il catalogo collettivo della biblioteca virtuale, costituita da tutte le letture condivise. Si possono inoltre mettere online contributi come recensioni, link a interviste e articoli. Magari persino i video degli incontri.
Come segnalato dal sito della rivista Il libraio, accanto a biblioteche, librerie e case private, ci sono gruppi di lettura
che si incontrano in luoghi inusuali: c'è ad esempio Bookies&Cookies, ospitato in un bed&breakfast di Bologna, o Teste di
medusa, che si incontra nello spazio Portmanteau di Torino ed è nato per discutere con le libraie indipendenti della città
il significato di letteratura femminile. Last but not least, ci sono i gruppi organizzati sui luoghi di lavoro: negli Stati Uniti sono molto diffusi e incoraggiati dalle aziende, perché vengono visti come un modo per “riconnettere” chi lavora da casa (smart working) con chi occupa una scrivania. Accanto
al fascino dei libri, celebrato da quando Gutenberg ha inventato la stampa, nell'era dell'alienazione digitale, possiamo assegnare alle pagine stampate un nuovo potere magico: far scoprire il significato più autentico di rete. Pensieri e riflessioni possono unire menti e cuori molto meglio della fibra ottica. Si superano le barriere tra persone e
persino quelle temporali, evocando le parole di autori vissuti anche cento, mille anni fa. Li si riporta, vivi, nel presente.
Altro che 5G.
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