Il mercato del lusso personale non si ferma (ha registrato un +6% nel 2017 e un +24% sull'online). L’e-commerce ha fatto da
traino alla crescita delle vendite per il 39% e questa quota salirà al 59% entro il 2023. È quanto riporta il Luxury Retail Forecast 2018 to 2023 di Forrester Analytics. Il futuro del retail è una multicanalità sempre più sbilanciata verso l’integrazione reale-virtuale, sostenuta e rivitalizzata dal mobile. Ne parliamo con Federico Marchetti, l’imprenditore che nel 1999, quando ancora non esisteva l’e-commerce nel fashion, ha inventato Yoox. Oggi, dopo la fusione con Net-A-Porter nel 2015 e dopo l’acquisizione da parte di Richemont nel 2018, con una valutazione
di sei miliardi di dollari, è amministratore delegato e presidente di Ynap Group, un colosso da 3 milioni di clienti attivi
in 180 Paesi, quasi 5mila dipendenti e circa 2,5 miliardi di fatturato (nel 2017, di cui oltre un miliardo generato da mobile).
Quanto può crescere ancora?
«Previsioni non ne facciamo, ma il mercato in cui siamo è una specie di fiume in piena di cui noi siamo poco più di un ruscello.
È un fenomeno non dico inarrestabile, ma che fa parte dell’evoluzione dei costumi. Io sembrerò un fissato con il mobile, ma
un ragazzo di 17 anni oggi passa grandissima parte della sua giornata sul telefono. È normale che, quando avrà qualche soldo
da spendere per vestirsi bene, gli venga spontaneo comprare online. Magari prima lo farà su Yoox. Poi crescerà, inizierà a
lavorare e guadagnare bene, e si sposterà a fare shopping su Mr Porter. Io, la mia generazione (Marchetti è nato nel 1969
e quest’anno compie cinquant’anni, ndr), siamo più portati a frequentare i negozi fisici. Le nuove generazioni sono e saranno sempre più digitali».
Crede che il retail tradizionale subirà una contrazione?
«No, io registro semplicemente il trend in continua ascesa degli acquisti tramite mobile. Personalmente sto lavorando da anni
sulle sinergie fra negozio fisico e negozio virtuale. Perché il cliente è uno, non due. Cioè sei sempre tu, la stessa persona
che una volta va a comprare sul telefonino e un’altra va in via Montenapoleone. Integrare l’esperienza d’acquisto, anche in
termini di disponibilità e accessibilità al prodotto, è fondamentale. Da qui è nato, ad esempio, il nostro progetto Next Era. Per rispondere alla domanda: retail fisico e online funzioneranno entrambi, a supporto l’uno dell’altro».
Spesso nel business il problema non è avere idee nuove, ma capire quali vanno perseguite ed essere altrettanto drastici nello
scartare i progetti irrealizzabili. Qual è il criterio di Federico Marchetti?
«Ho imparato. Sono cresciuto. All’inizio ero molto più frenetico. Facciamo quello, aggiungiamo questo, apriamo quel mercato,
avviamo questa collaborazione… Chi lavorava con me impazziva! Ho capito che dovevo darmi un’autodisciplina. Ciascuno deve
imparare, anche su se stesso, e lavorare per priorità».
Che cosa pensa di una persona che non ha mai fatto un acquisto online?
«La considero normalissima. E un potenziale interessante, una grande opportunità per noi».
Amazon che cosa rappresenta per voi?
«È un benchmark, di assoluto rispetto per come interagisce con i clienti. È una macchina operativa formidabile».
La logistica è il vero punto di forza di Amazon. Qual è il vostro?
«Per Yoox il punto di forza credo sia ancora la sua unicità. Era talmente nuovo quando è stato creato nel 2000, che non c’è
niente che gli assomigli, ancora non lo riesci a inquadrare. Tutte le altre cose nate dopo semplicemente non sono Yoox. Poi
c’è l’altra nostra ammiraglia, Net-A-Porter: un modello di business interessante dove content&commerce sono amalgamati perfettamente.
Per i designer e per i brand quello è il posto dove essere: non un negozio, una vetrina. Mr Porter è il numero uno per tutto
quel che riguarda la definizione dello stile maschile, di alto livello. E poi c’è The Outnet, il più piccolino… Altro punto
di forza: i clienti sono tutti diversi. Yoox è frequentato più da trentenni e giovani, Net-A-Porter da quarantenni, Mr Porter
è molto variegato. Yoox è forte nel Sud Europa, Italia, Francia e Giappone, Net-A-Porter nel mercato anglosassone… L’overlap
è quasi inesistente: è il bello di questo mosaico che sono andato a comporre nel 2015, mettendo insieme tutte queste tesserine
diverse».
Manca ancora qualche tessera?
«Io sono di Ravenna e con i mosaici ho una certa dimestichezza! Diciamo che se fossimo nel mausoleo di Galla Placidia - avete
presente la lunetta con le due colombe bianche che si abbeverano? – ecco, direi che il profilo delle due colombe s’inizia
già a vedere, ma nella tazza bianca manca un po’ d’acqua, ancora un po’ di oro. Insomma si può andare avanti a completare
l’opera».
Come riesce a fare tutto?
«L’organizzazione del mio tempo è ferrea. Non è piacevole, ma io so già che cosa farò fra tre, quattro, sei mesi. È questione
di sopravvivenza. Occorre una severa pianificazione di tutti gli impegni».
Comprare online è anche un modo per risparmiare tempo?
«Per quanto riguarda la moda, si tratta di emozioni. È un’esperienza di lusso online quella che noi vendiamo. E va costruita
attraverso i contenuti, attraverso prodotti esclusivi (e collaborazioni speciali) e attraverso il servizio. Che dev’essere
eccelso, affidabile, al 99,9% on time secondo le aspettative del cliente».
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