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    Dossier | N. 11 articoli Moda sostenibile

    Non solo tecnologia: la sfida fra e-boutique ora si gioca sulla sostenibilità

    Non una capsule, un progetto, una campagna, ma un vero e proprio “negozio nel negozio”: questa è la nuova sezione “Sustain” lanciata oggi da Net-a-porter.com, l’e-boutique del gruppo Ynap che fa capo a Richemont. «La nostra piattaforma per i brand guidati dal desiderio di rendere la moda più responsabile», questo è il claim della nuova piattaforma che offre al momento 24 brand, dai più celebri Chopard e Stella McCartney a quelli emergenti come Veja e Baserange.

    Da tempo al centro del dibattito sulla moda, il termine “sostenibilità” si è arricchito di molteplici implicazioni e valori: Net-a-porter ha deciso dunque di raccontare i suoi diversi aspetti, raccogliendo i prodotti sotto sei categorie, “locally made” (dunque creazioni che almeno al 50% siano state fatte in una specifica comunità o nazione, come l’abbigliamento Bassike dall’Australia o i gioielli di Leigh Miller fatti a mano a Los Angeles), “craft and communities” (realizzati con tecniche tradizionali da comunità di artigiani, certificate da almeno cinque organizzazioni Fair Trade, come quelli del Brasile coinvolti da Marcia Kemp per le borse Nannacay), “considered materials” e “considered process” (con materiali e processi produttivi sostenibili) e infine i prodotti “reducing waste”, dunque nati dal riciclo, in primis di plastica raccolta negli oceani.

    Net-a-porter, in realtà, ha adottato la strategia lanciata già dieci anni fa da Yoox (che si è fuso con Net-a-porter nell’ottobre 2015), che nell’aprile 2009 aveva lanciato Yooxygen, la prima piattaforma dedicata ai marchi di moda sostenibile.

    Proprio quello della sostenibilità sembra dunque il nuovo campo di battaglia per aggiudicarsi il primato nel mondo degli acquisti digitali. Farfetch, per esempio, già da aprile offre una selezione di moda “Conscious” realizzata in collaborazione conGood On You, azienda indipendente che valuta il livello di sostenibilità dei brand per quanto riguarda il benessere ambientale, sociale e animale, e che al momento offre 54 marchi. Il mese dopo, invece, la piattaforma di José Neves ha lanciato anche una sezione “pre-owned”, un segmento di consumo in forte crescita e che a pieno titolo fa parte degli acquisti sostenibili poiché valorizza il riuso e la circolarità.

    E a gennaio è stata messa online la capsule “green” realizzata con Balenciaga, costtuita da 10 creazuoni, e per il lancio della quale il marchio del gruppo Kering ha fatto un’importante donazione alla International Union for Conservation of Nature (IUCN), il più grande network ambientalista del mondo.

    Le altre piattaforme, da MyTheresa a Zalando ad Asos, restano per ora a guardare la sfida, mantenendo un’organizzazione più tradizionale delle loro offerte, basata su occasioni e trend. Ma il campo di gioco è il mondo, e la partita è appena iniziata.

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