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Grecia, via libera dell’Eurogruppo al piano di riforme. I dubbi di Bce e Fmi

Via libera dell'Eurogruppo alla proroga degli aiuti a favore della Grecia, che ora dovrà passare dalle ratifiche nazionali nei paesi in cui sono richieste, tra cui la Germania. «La lista delle misure per le riforme, sufficientemente completa, è un buon punto di partenza per completare la verifica (del programma di salvataggio) e quindi diamo il via libera alle procedure nazionali per raggiungere una decisione finale sull'estensione di 4 mesi» del bail-out, ha precisato l'Eurogruppo dopo la comunicazione della lista di riforme inviata dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, chiedendole di «sviluppare le misure».

Il Bundestag voterà venerdì mattina. Lo ha annunciato il capogruppo del Cdu Michael Grosse-Broemer, mostrandosi ottimista su una ampia maggioranza di favorevoli a dispetto di «alcune resistenze a procedere con pagamenti supplementari alla Grecia». La cancelliera Angela Merkel ha chiesto ai deputati cristiano-democratici di approvare l'estensione degli aiuti alla Grecia, avvertendo tuttavia, nel corso di una riunione, che «il lavoro non è ancora terminato» e i negoziati proseguono, secondo quanto riferito da uno dei parlamentari che hanno partecipato all'incontro.

I ministri finanziari dell’Eurozona, guidati dall’olandese Jeroen Dijsselbloem, hanno indicato che la lista delle riforme preparata dal governo greco «sarà ulteriormente specificata e concordata con le istituzioni al più tardi entro fine aprile» e hanno chiesto alle autorità elleniche «di sviluppare ulteriormente e ad ampliare la lista delle misure di riforma sulla base degli attuali accordi in stretto coordinamento con le istituzioni». Le istituzioni sono Commissione Ue, Bce e Fmi, quelle che fino a ieri venivano chiamate troika, termine caduto in disuso almeno sul piano formale. L'obiettivo di tale coordinamento è «permettere una rapida e positiva conclusione della verifica» del programma di aiuti. Verifica necessaria per la liquidazione della tranche da 7,2 miliardi, ultima del secondo piano di aiuto da 172 miliardi (245 miliardi il totale dal 2010).

La lista «con un primo elenco di riforme» del governo greco è stata inviata con una lettera del ministro delle Finanze, Varoufakis, al presidente dell'Eurogruppo, Dijsselbloem, ed ai rappresentanti di Commissione, Bce e Fmi «attorno a mezzanotte», hanno indicato fonti della Commissione europea. L'invio è stato preceduto da «un costruttivo dialogo» tra le autorità greche e le tre istituzioni «per tutto il weekend» ma - viene sottolineato - «la chiave per una positiva conclusione della revisione del programma sarà la pronta e determinata applicazione di tutti gli impegni di riforma».

L’euforia dei mercati
I mercati hanno reagito positivamente: l’indice principale della Borsa ateniese ha preso il volo, spinta dai titoli bancari (in testa Piraeus Bank, attorno al +20%), arrivando a guadagnare oltre 10%, mentre i titoli di stato greci hanno visto calare vistosamente i rendimenti, con il decennale ben sotto il 9%, il livello più basso da fine gennaio. Bene anche gli altri titoli periferici, con un calo degli spread per Italia e Portogallo.

Bce : mancano proposte concrete su crescita e finanza pubblica
La lettera di Atene all'Eurogruppo «è un valido punto di partenza» ma dato «il tempo molto limitato disponibile» non è stato possibile ad Atene «elaborare proposte concrete e impegni» su crescita, finanza pubblica e stabilità finanziaria. Lo scrive il presidente della Bce Mario draghi all'Eurogruppo. Gli impegni delineati dalla lista di misure per le riforme «differiscono dagli attuali impegni del programma (di salvataggio, ndr) in numerose aree», e dunque «dovremo valutare durante la revisione se le misure non accettate sono sostituite da misure di eguale o maggiore qualità», ha scritto ancora Draghi.

I dubbi del Fondo monetario
Per il Fondo monetario internazionale le misure incluse dalla Grecia nella lettera alle autorità europee «coprono un'ampia gamma di temi che dovrebbero essere nell'agenda del nuovo Governo», ma la lista, «sebbene organica, non è in generale molto specifica, cosa che poteva essere prevedibile visto che il Governo si è appena insediato». È quanto si legge in una lettera del direttore generale del Fmi Christine Lagarde inviata ieri al presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e diffusa oggi dall'istituto di Washington.
Per quanto riguarda la parte sulla lotta all'evasione e alla corruzione, Lagarde si dice «incoraggiata da quella che sembra una più forte risoluzione da parte delle nuove autorità» e «impaziente di saperne di più».

Tuttavia, «in altre aree, forse le più importanti, la lettera non dà chiare garanzie sul fatto che il Governo intende portare avanti le riforme incluse nel Memorandum on Economic and Financial Policies», scrive Lagarde, facendo notare in particolare la mancanza di impegni chiari per quanto riguarda le riforme delle pensioni, del mercato del lavoro e dell'amministrazione. Tutti temi questi che il Fmi considera «obiettivi di base» per i programmi di sostegno. Lagarde fa inoltre notare che, per quanto riguarda il piano di aiuti del Fmi, le discussioni «non possono essere confinate all'interno del perimetro delineato dalla lista (di riforme) del Governo».

Dijsselbloem: governo greco molto serio, ma il negoziato non sarà facile
Rispondendo alle domande degli eurodeputati della Commissione per gli Affari economici e finanziari, Dijsselbloem aveva parlato di «serietà» del nuovo governo greco. «È un nuovo governo e ha una visione politica molto diversa dal precedente. Quindi, vogliono qualche cambiamento nell'accordo. Ora dobbiamo vedere se il piano garantisce il raggiungimento degli obiettivi in termini di conti pubblici, stabilità finanziaria e crescita» della Grecia. La flessibilità «è comunque sempre stata nel programma e permette di cambiare le misure, salvi gli obiettivi» e «questo è quello che vuole il nuovo governo greco».

«Ci deve essere, tuttavia - ha continuato il presidente dell’Eurogruppo - una forte cooperazione, non si possono fare mosse unilaterali almeno fino a quando Atene vuole nuovi fondi dall’Eurozona». Dijsselbloem non ha negato le difficoltà nel negoziato. La possibilità dell'uscita della Grecia dall'Eurozona, infine, «non è proprio sul tavolo, non se ne parla proprio e non se ne è mai discusso. Dobbiamo solo continuare a lavorare assieme e questo è il mio impegno», ha confermato il presidente dell’Eurogruppo».

I contenuti della lettera
Il governo greco si è impegnato a riformare il proprio sistema fiscale, con iniziative per la lotta all'evasione, e a rivedere il sistema pensionistico, consolidando i fondi pensione ed eliminando gli incentivi per i prepensionamenti. Il documento prevede inoltre interventi per controllare la spesa e una riforma dei salari del pubblico impiego che blocchi nuovi aumenti senza però intervenire sui minimi.

Il piano prevede «un nuovo approccio intelligente sulla contrattazione collettiva per bilanciare la flessibilità con l'equità. Questo include l'ambizione di aumentare il salario minimo» che però «sarà fatto in consultazione con le istituzioni europee».

Atene si è impegnata con Bruxelles a non bloccare le privatizzazioni completate o già avviate. «La Grecia rispetterà le privatizzazioni per le quali è stata già avviata un'asta e riesaminerà quelle per le quali non è stata invece avviata». Il governo Tsipras si impegna inoltre «a non revocare le privatizzazioni già completate».

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