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Da Madrid: «Grecia verso un terzo salvataggio». Dijsselbloem…

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Rivelazioni e smentite tra madrid e bruxelles

Da Madrid: «Grecia verso un terzo salvataggio». Dijsselbloem smentisce, Dombrovskis conferma

I partner europei starebbero valutando «un terzo salvataggio» per la Grecia compreso fra i 30 e i 50 miliardi di euro, di cui Madrid fornirebbe il 13-14 per cento. Lo ha detto il ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos, confermando le indiscrezioni di un nuovo salvataggio in aggiunta all'ultima tranche del secondo su cui Atene sta negoziando. Un modo per dire ad Atene che non dovrebbe dare benzina a polemiche nei confronti dei partner e in particolare degli altri Paesi periferici dell’Eurozona, se poi proprio a questi toccherà mettere nuovamente mano al portafogli per evitare il default greco.

La smentita di Dijsselbloem, l’intervista di Dombrovskis
Alla rivelazione del ministro spagnolo ha risposto Simone Boitelle, portavoce del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, secondo la quale i paesi dell'Eurozona non stanno discutendo il lancio di un terzo piano di salvataggio per la Grecia. Di avviso differente il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis: in una intervista ha dichiarato che Atene «potrebbe aver bisogno di un terzo salvataggio quando l'attuale piano scade» a giugno. Dombrovskis ha spiegato che il premier greco Alexis Tsipras deve affrontare una situazione diversa da quella del suo predecessore Samaras e potrebbe non avere quindi le stesse opzioni di quest'ultimo.

«Col governo precedente si stava discutendo su come riportare la Grecia sul mercato, o attraverso un accordo cautelativo oppure con una linea di credito. Ma ora questo scenario sembra meno probabile, considerando l'instabilità finanziaria» del Paese ellenico, ha detto il vice presidente della Commissione. Oltretutto i conti di Atene e delle sue banche traballano dopo che le entrate fiscali sono diminuite e negli ultimi mesi si è assistito a una consistente fuga di capitali.

Quanto costerebbe all’Italia
Nel caso di un terzo salvataggio per la Grecia anche l’Italia dovrebbe fornire il suo contributo. Stando alla quota che il nostro Paese detiene nel capitale del Fondo salva-Stati europeo (Esm), pari al 18% (cui va sottratta la quota della Grecia), il conto per l’Italia si aggirerebbe approssimativamente tra i 6 e i 10 miliardi di euro che andrebbero ad aggiungersi ai circa 40 già sborsati.

Al governo greco l’Eurogruppo, guidato dal ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem aveva già mandato, oggi, un messaggio forte e chiaro: Tsipras e i suoi collaboratori non devono pensare che la cosiddetta «ambiguità costruttiva» dell'accordo per il prolungamento del programma di aiuti di cui si parla ad Atene significhi che nei prossimi quattro mesi non dovrà accadere nulla. Occorre al contrario applicare il programma prima della conclusione del negoziato per l’estensione degli aiuti.

Il rischio «casse vuote»
«Ci sono elementi che possono essere attuati oggi, se si fa questo, nel corso di marzo forse potrà esserci un primo esborso (del pacchetto da 7,2 miliardi ultima tranche del secondo piano di bailout da oltre 172 miliardi, ndr) che richiede progressi e non solo intenzioni», ha precisato Dijsselbloem. La preoccupazione in molte capitali e alla Commissione europea è che la Grecia possa trovarsi nel giro di poche settimane con le casse vuote e non essere di conseguenza in grado di far fronte a scadenze di pagamenti in marzo per 4,3 miliardi di cui 1,4 miliardi al Fondo monetario internazionale.

Da Atene: pagheremo il Fmi
La Grecia ha assicurato oggi, tuttavia, che non avrà problemi a rispettare i suoi obblighi finanziari di marzo, dopo che vi erano state notizie di presunte difficoltà. «Il governo greco sta cercando soluzioni per assicurare che non vi saranno problemi a pagare il Fondo monetario internazionale e a onorare gli altri impegni finanziari per il mese di marzo», ha detto il portavoce del governo Gavriil Sakellaridis. Sakellaridis ha poi spiegato che il parlamento di Atene non dovrà votare sull'accordo raggiunto in seno all'Eurogruppo per l'estensione di quattro mesi del prestito internazionale in cambio di un piano di riforme. Verranno invece messe ai voti le singole misure di derivanti dall'accordo.

Il ruolo della Bce
Proprio per far fronte a questi bisogni di cassa, il Governo greco sta pensando ad emettere nuovi titoli di Stato a breve termine, ma per farlo ha bisogno del via libera della Bce, avendo già raggiunto il limite di 15 miliardi di euro. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea si riunisce questo giovedì a Cipro e avrà all’ordine del giorno anche la questione greca. In particolare, la Bce deve decidere se consentire nuovamente alle banche greche di fornire in garanzia titoli di Stato ellenici in cambio di fondi, cosa che non è più possibile dal 4 febbraio scorso. L’attesa è che il blocco per ora prosegua.

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