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Varoufakis al bivio: abbassare i toni o tornare a fare il professore

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Europa

Varoufakis al bivio: abbassare i toni o tornare a fare il professore

Il frenetico attivismo del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, sta creando sempre più problemi al pragmatico premier ellenico, Alexis Tsipras. Da quando Varoufakis è diventato, a fine gennaio, il numero uno delle Finanze di Atene, non è passato giorno che non abbia sparato bordate contro Berlino o i vecchi equilibri dell'euro basati sull'austerità.

Il problema è che ad ogni esternazione di Varoufakis gli spread dei bond greci sono saliti e la fuga dei capitali dalle banche elleniche è aumentata. Lo schema iniziale che prevedeva una lotta senza esclusione di colpi tra Varoufakis e il ministro delle Finanze tedesche, Wolfgang Schäuble, seguita da una telefonata di mediazione tra Tsipras e la Merkel sembra essere saltato. Ora Varoufakis sembra giocare una difficile partita sempre più isolato anche rispetto al suo stesso partito di sinistra radicale che non ne capisce la strategia.

Il ministro greco ha difeso la sua riforma fiscale, definita da Bruxelles informalmente come dilettantesca nella parte in cui prevede l'uso di studenti e casalinghe per scovare gli evasori. Eppure la riforma del fisco è uno dei punti chiave del programma greco inviato a Bruxelles per sbloccare almeno una parte della prossima tranche di aiuti che ammonta a 7,2 miliardi di euro, così da recuperare qualche miliardo che metterebbe la Grecia al sicuro dalle scadenze di marzo, cioè il rimborso di 1,5 miliardi all' Fmi.

Anche l'idea più brillante, come la richiesta di ridurre il surplus primario dal 4,5% al 2%, così da recuperare spazio di manovra per le politiche sociali a favore delle fasce più deboli della popolazione, suscita allarme e disappunto a causa della ruvidezza con cui sono esposte ai partner europei.Varoufakis non ha mai smesso di fare il professore anche con i suoi colleghi ministri delle finanze europei, che a prendere lezioni da lui, ultimo entrato, proprio non ci stanno. Così Tsipras comincia a innervosirsi, stanco di dove mediare, dopo le continue sfuriate di Varoufakis. Dire, ad esempio, che i rapporti con il presidente della Bce Mario Draghi sono «formali», non facilita certo le comunicazioni con le istituzioni europee. Ma tant'è. Varoufakis è stato accusato di atteggiamenti da roulette russa, proprio lui che è un docente della teoria dei giochi.

Anche gli Stati Uniti, che prima lo appoggiavano, si sono stancati.
La Grecia faccia di più, ha detto il sottosegretario al Tesoro americano Nathan Sheets nel giorno in cui l’Eurogruppo ha detto ad Atene di smettere di perdere tempo: le sette riforme presentate ai ministri delle Finanze dell'Eurozona non bastano a sbloccare parte dell'ultima tranche da 7,2 miliardi di euro di aiuti. Diversamente da quanto fatto recentemente dall'amministrazione Obama e dal segretario al Tesoro Jack Lew - che avevano fatto pressioni sui creditori europei affinché allentassero le tensioni nei negoziati riguardanti il debito e le esigenze finanziarie del Paese - Sheets si è concentrato esclusivamente su Atene nel suo intervento odierno alla conferenza 2015 della National Association for Business Economics (Nabe) a Washington Dc. «Ulteriori riforme strutturali sono necessarie per permettere al lato dell'offerta della sua economia di competere con successo in Europa e a livello internazionale. È importante che la Grecia (leggi Varoufakis) lavori con i partner europei e la comunità internazionale per sostenere il suo progresso verso la ripresa e le riforme. Ora Varoufakis è a un bivio dove deve decidere tra due strade: abbassare i toni e perseguire i suoi legittimi obiettivi all'interno delle compatibilità europee; oppure sbattere la porta, dimettersi e tornare a fare conferenze e scrivere libri che venderebbe a piene mani, grazie alla popolarità conquistata.

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