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Iran, con l’intesa sul nucleare via le sanzioni

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SI CHIUDE IL 30 GIUGNO

Iran, con l’intesa sul nucleare via le sanzioni

Non è solo un’intesa sui parametri chiave, una road map sui prossimi passi per raggiungere l’accordo sul nucleare iraniano entro il 30 giugno. Non è nemmeno solo un accordo quadro sul congelamento di qualsiasi possibilità di costruire la bomba atomica da parte degli ayatollah iraniani, un incubo che dura da un decennio. Oggi a Losanna si è aperta la strada perché l’Iran nel medio periodo torni ad essere una nazione normale, a cui verrebbero tolte le sanzioni finanziarie e sul petrolio a fine giugno. Un Paese che possa tornare a pieno titolo nel consesso mondiale e nella rete dei commerci internazionali con i suoi 80 milioni di abitanti, in maggioranza giovani desiderosi di abbracciare i valori e lo stile di vita occidentali.

Per il presidente americano, Barack Obama, l'accordo di Losanna sul nucleare iraniano è «storico» ma ha avvertito che le sanzioni saranno reintrodotte se l'intesa non sarà rispettata da Teheran. Questo il primo commento del presidente Usa secondo il quale l'accordo quadro raggiunto è «una buona intesa» perché Teheran non potrà più arricchire uranio oltre il limite del 3,67% per ottenere il plutonio necessario a costruire un’atomica. Una concessione importante da parte iraniana: in precedenza si era giunti al 19,5% nell’era Ahmadinejad, e sino a pochi mesi fa Zarif e Rowhani andavano ripetendo che non sarebbero scesi sotto al 5%. Il 3,67% limita pure gli usi civili del nucleare. Inoltre, pare che siano stati messi limiti anche nell’uso delle centrifughe di generazione più recente, per l’arricchimento dell’uranio.

Il presidente americano garantisce che saranno effettuate verifiche senza precedenti sul rispetto dell'intesa da parte iraniana. I segugi dell’Aiea, i controllori delle Nazioni Unite nel campo nucleare con sede a Vienna, saranno in prima fila in questa opera di controllo minuzioso su cui hanno lavorato da più di un decennio.

È dal 4 novembre 1979, dall’assalto degli studenti iraniani all’ambasciata Usa di Teheran con la presa in ostaggio dei 52 diplomatici americani per 444 giorni, che le relazioni tra Washington e Repubblica islamica sono congelati. I graffiti anti-yankee sul muro dell’ex ambasciata americana a Teheran sono ancora lì a dimostrare due mondi inconcialibili. Ma ora, dopo 36 anni, si può finalmente iniziare a voltare pagina. Non a caso il segretario di Stato americano John Kerry ha detto: “E’ un grande giorno”. E ha pienamente ragione: un focalaio di tensioni è stato circoscritto.

Con l'intesa di oggi «siamo vicini come mai prima a un accordo che rende impossibile il possesso delle armi atomiche dell'Iran», ha detto Angela Merkel, in una nota diramata dalla portavoce, sull'accordo sul nucleare iraniano raggiunto a Losanna. Più prudente Parigi che si è detta pronta a revocare l’intesa in caso di mancato rispetto da parte iraniana. Fonti ufficiali israeliane hanno invece commentato in maniera molto dura a giornalista di Haaretz: «Le potenze del 5+1 hanno ceduto ai dettami iraniani e l'accordo condurrà solamente alla bomba nucleare di Teheran».

Il prezzo del petrolio Brent è sceso dello 0,6% a 56 dollari mentre il West Texas Intermediate crude è sceso dello 0,8% a 48,47 dollari al barile. La cancellazione delle sanzioni contro Teheran, per quanto graduali nel tempo, metterebbe sul mercato oltre un milione di barili di greggio al giorno: oggi si stima che l'offerta di greggio superi la domanda di 1-1,5 mbg. In prospettiva, si aprono dunque nuove possibilità anche per l’import di gas iraniano verso l’Europa, visto che Teheran è il secondo paese al mondo come riserve naturali. Non è escluso che si possa a tornare a parlare di gasdotti come Nabucco che era stato messo in soffitta da Bruxelles e Washington proprio per mancanza di gas iraniano. Una alternativa al gas russo che finora era rimasta congelata. Un nuovo player potrebbe tornare alla grande sul mercato energetico mondiale, così come era l’Iran ai tempi dello shah Reza Pahlavi.

“Abbiamo raggiunto un accordo che garantisce che l'Iran non potrà sviluppare l'arma nucleare”, ha detto il ministro degli Esteri Ue Federica Mogherini al termine del vertice a Losanna nel corso della conferenza congiunta con il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif che ha letto l’intesa in persiano. Prima di dare lettura del testo Zarif si è unito alla Mogherini nel ringraziare la stampa per aver “cercato di lavorare con noi nelle ultime settimane, aiutandoci a far sapere al mondo quanto stesse accadendo”.

L'accordo prevede “fasi di 10 anni, altre a 15-20-25 anni: diverse fasi volte anche a costruire una fiducia che prima non c'era”, ha detto l'Alto rappresentante Ue dopo l'accordo sul nucleare iraniano. L'accordo sul nucleare iraniano prevede la “revoca di tutte le sanzioni”, quindi sia quelle finanziarie che quelle energetiche. “L'Ue - ha proseguito la Mogherini leggendo la dichiarazione congiunta - terminerà l'attuazione di tutte le sanzioni, economiche, energetiche e finanziarie e gli Stati Uniti cesseranno l'applicazione di tutte le sanzioni secondarie, economiche e finanziarie, insieme all'attuazione di tutti gli impegni dell'Iran, come concordato con l'Aiea”, l’agenzia sul nucleare delle Nazioni Unite con sede a Vienna.
Si comincierà “immediatamente a lavorare sulla stesura, che verrà completata entro il 30 giugno”.

Dettagliato il programma sulle limitazioni tecniche nei vari siti nucleari iraniani.
“Non ci saranno altre strutture di arricchimento dell'uranio oltre a quello di Natanz” ha detto l'alto rappresentante per la politica estera Ue, parlando di “joint venture internazionale per le strutture dei reattori di acqua pesante”. Non è stato specificato il numero massimo di centrifughe per l’arricchimento ammesse. “L'impianto di Fordo” (collocato sotto una montagna per evitare di essere colpito da raid aerei o missilistici, ndr), ha aggiunto Mogherini, “sarà convertito in un sito per la ricerca in Fisica” e non ci sarà all'interno più materiale fissile. Il reattore ad acqua pesante di Arak sarà modificato e il plutonio prodotto sarà trasferito all'estero: “Le potenze mondiali aiuteranno l'Iran a costruire un nuovo reattore ad Arak”. Non è chiaro se la destinazione del materiale arricchito iraniano possa essere Mosca come al tempo del precedente accordo poi saltato all’ultimo momento a causa di un contrasto tra l’allora capo delegazione iraniana Alì Larijani, favorevole all’intesa, e il presidente Ahmadinejad, che lo aveva sabotato su pressione dei Guardiani della Rivoluzione contrari all’intesa con il “Grande Satana” come ebbe a definire gli Stati Uniti l’ayatollah Khomeini.

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