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Immigrazione, vertice Ue triplica i fondi per le missioni Triton e…

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il consiglio straordinario a bruxelles

Immigrazione, vertice Ue triplica i fondi per le missioni Triton e Poseidon. Renzi: «Grande passo avanti»

È cominciato con un minuto di silenzio per le vittime delle tragedie degli ultimi giorni nel Mediterraneo il Consiglio Ue straordinario sull’emergenza immigrazione. E si è concluso, dopo cinque ore, con una sorpresa: il triplo di risorse per Triton e Poseidon, le operazioni di pattugliamento delle coste e di controllo delle frontiere marittime. «Abbiamo triplicato il contributo a Triton portandolo a 120 milioni, quello che era stato il budget di Mare Nostrum», ha spiegato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker alla conferenza stampa di fine vertice. Nessuna decisione, invece, sul fronte del numero di rifugiati che l’Europa è disposta ad accogliere. E sull’area delle operazioni in mare si registrano divergenze tra i Paesi.

Renzi: un grande passo avanti per l’Europa
«Un vertice significativo, un grande passo avanti per l’Europa», ha comunque commentato il premier Matteo Renzi, che aveva chiesto il vertice straordinario. «L’approccio per la prima volta è un approccio strategico. Con Mare Nostrum abbiamo raccolto in mare 499 cadaveri. Un numero enorme. Senza una visione strategica continueremo a ripescarli in mare». Prima dell’inizio dei lavori a Bruxelles, Renzi si era detto «ottimista»: «Penso ci siano le condizioni per cambiare l’approccio dell’Europa». Anche perché, di fronte a una tragedia come quella di domenica, «l’Europa deve mostrare il suo volto più solidale. Se non lo facesse perderebbe un’occasione». Sempre prima del summit si era svolto un pre-vertice del Partito socialista europeo e poi un incontro a quattro tra Renzi, Merkel, Cameron e Hollande. Il premier ha aggiunto che «finalmente c’è la volontà di tutti di affrontare il tema della Libia dal punto di vista politico. A Francia e Regno Unito abbiamo chiesto supporto per il mandato Onu».

Fondi triplicati per Triton e Poseidon
È stato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a proporre ai 28 capi di Stato e di Governo di triplicare (invece che «almeno duplicare», come previsto inizialmente) il bilancio delle operazioni Triton e Poseidon, portandolo dagli attuali 3 a 9 milioni di euro al mese, la stessa cifra che spendeva il Governo italiano per l’operazione Mare Nostrum. Triton, l’operazione gestita dall’agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne dell’Ue, è subentrata a Mare Nostrum alla fine del 2014, senza tuttavia sostituirla nell’ampia copertura del Mediterraneo, che le navi italiane pattugliavano fino al confine delle acque territoriali libiche, con una missione esplicita di ricerca e salvataggio (“search and rescue”) dei migranti in difficoltà.

Mandato esplorativo a Mogherini per missionemilitare
Il vertice ha inoltre dato mandato all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Federica Mogherini di «iniziare subito la preparazione di un’eventuale operazione della Politica comune di sicurezza e difesa», ovvero una missione di carattere militare per individuare e distruggere i barconi dei trafficanti nascosti lungo le coste libiche. Questo significa che Mogherini dovrà cercare di ottenere, con l’aiuto di Francia e Regno Unito (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza) e della Spagna (membro di turno), un mandato dell’Onu. L’Alto rappresentante sarà a New York già la settimana prossima.

Merkel: registri dei rifugiati secondo le regole Ue
Sul nodo del registri dei rifugiati la cancelliera tedesca Angela Merkel è stata chiara: «Siamo pronti a sostenere l’Italia ma la registrazione deve essere fatta in modo adeguato secondo le regole Ue». Merkel ha precisato che non è stata fatta alcuna cifra sul numero di rifugiati che l’Europa è disposta ad accogliere (si era parlato di 5mila o addirittura 10mila) e non non ha mancato di evidenziare come «Svezia, Germania e Francia da sole accolgono il 75% dei rifugiati nell’Ue». La Germania metterà comunque a disposizione di Frontex due navi: una fregata e una nave per il rifornimento. Non è l’unica divergenza emersa tra i leader europei. «Ho personalmente sollevato la questione sull’ambito della missione di Triton e sull’area delle operazioni» in mare «ma c’è una lettura molto differente tra gli Stati membri su quello che Triton ci permette di fare».

Cameron: aiuteremo ma i salvati non chiedano asilo in Uk
I distinguo non si sono però fatti attendere. «La Gran Bretagna darà il suo contributo sia dal punto di vista del budget, sia sul piano dei mezzi, fornendo ad esempio navi ed
elicotteri», ha detto il premier britannico David Cameron prima dell’inizio del vertice. Ma il contributo inglese è subordinato - ha chiarito «alle giuste condizioni, ovvero che le persone salvate siano portate nei Paesi sicuri più vicini, come l’Italia e che non chiedano asilo nel Regno Unito».

Hollande: «Per distruzione barconi serve risoluzione Onu»
Per il presidente francese François Hollande la soluzione per porre fine al dramma dell’immigrazione è «riparare agli errori del passato» in Libia. E per poter dare il via
all’operazione di distruzione delle barche utilizzate dai trafficanti, ventilata da Renzi, «serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu e spero la si possa avere in tempi relativamente brevi» .

Il Vaticano: andare al di là delle solite misure di controllo
Sul Consiglio Ue si è pronunciato a Radio Vaticana anche monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Ufficio Onu di Ginevra. «La priorità numero uno, che il Santo Padre ha sempre fatto presente, è quella di salvare vite umane», ha sottolineato. «La priorità, appunto, dev’essere non tanto la questione economica o gli interessi immediati dell’uno o dell’altro Paese, ma salvare vite umane che sono in pericolo. Questo è il punto di partenza. Se il Consiglio non affronta il problema in maniera quasi
radicalmente nuova, che vada al di là delle solite misure di controllo, ho paura che anche questa azione, che è importante e che dà un segnale di interesse, rischi di lasciare le cose come stanno».

Portavoce Onu: «È la Libia il cuore del problema»
Dal canto loro le Nazioni Unite insistono. «Non è una coincidenza - ha fatto notare il portavoce Onu Stephane Dujarric - che tanti barconi partano dalla Libia, ed ecco perché i negoziati sostenuti dall’Onu per una soluzione politica alla crisi libica sono così importanti». Per Dujarric, «la Libia non ha il controllo dei suoi confini, né di terra né di mare» e quello dei migranti nel Mediterraneo è un problema complesso. Il negoziato dell’inviato Onu è «parte della soluzione».

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