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Immigrazione, piano Ue contro gli sbarchi: all’Italia il carico…

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vertice a bruxelles

Immigrazione, piano Ue contro gli sbarchi: all’Italia il carico maggiore

Dietro la straordinaria iniziativa del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, riuscito a portare sull'emergenza immigrazione tutti i capi di governo e di Stato oggi al Consiglio di Bruxelles, c'è una sequenza di incognite e di variabili molto più numerosa e concreta delle misure annunciate, non senza clamore, dal piano del commissario Dimitri Avramopulos.

Al momento l'unica certezza è l'immensa ondata di migranti in arrivo: i 200mila arrivi in Italia nel 2015 stimati ieri al Senato dal prefetto Mario Morcone potrebbero essere cifra ridotta per prudenza. La riunione di oggi a Bruxelles sarà la misura delle intenzioni reali degli altri grandi Stati davanti a questo scenario biblico. Ma improvvise resipiscenze,rispetto ad atteggiamenti consolidati, sono improbabili. E il nostro Paese deve comunque attrezzarsi subito – lo sta già facendo, per quanto possibile – davanti a un afflusso inarrestabile.

Scartata l'opzione del blocco navale, anche le altre misure più o meno strombazzate restano tutte da verificare per fattibilità, concretezza ed efficacia. Il raddoppio della missione Triton aumenta la capacità di soccorso ma non la equipara a Mare Nostrum, che era missione umanitaria e non di pattugliamento. Qui sta il primo tragico e diabolico inghippo: restano ferme, per ora, le posizioni dei grandi Stati, come la Germania e l'Inghilterra, indisponibili a impiegare mezzi che, a loro avviso, diventano “pull factor” – cioè incentivo – di immigrazione, che poi era l'accusa più volte lanciata contro Mare Nostrum. Ancora più rigide le posizioni davanti a un'ipotesi di “equidistribuzione” dei flussi migratori. Gli 800 presunti morti del naufragio di sabato scorso, dunque, non sembrano sufficienti a far cambiare idea.

Altrettanto irta di ostacoli è l'operazione annunciata di ingresso nei porti libici, sequestro e distruzione delle imbarcazioni pronte a partire. Oltre le parole, per un'iniziativa del genere occorre una missione internazionale; l'ok dell'Onu; il sì delle autorità libiche: sì, ma quali? Un osservatore avveduto, poi, non può non notare che questa spettacolare manovra dovrebbe fare i conti anche con le minacce dell'Is: è più che plausibile una loro recrudescenza nei territori africani, e non solo, scatenata da questa aggressività europea anti-immigrazione. L'idea, poi, di fare campi profughi nei paesi di origine, non è nuova e resta comunque tutta da verificare, dai tempi lunghi ed efficacia da dimostrare.

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