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Tsipras in pressing su Merkel: la Grecia ha dovuto dire già troppi…

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bilaterale al vertice Ue

Tsipras in pressing su Merkel: la Grecia ha dovuto dire già troppi sì, accordo ponte entro aprile

La Grecia «ha già accettato abbastanza compromessi. Ora è tempo di accelerare per arrivare a un primo accordo ponte con i creditori entro la fine di aprile.È quanto avrebbe chiesto il premier greco, Alexis Tsipras, alla cancelliera tedesca, Angela Merkel nel corso del colloquio a margine del Vertice Ue sull’emergenza migranti, secondo quanto riporta il sito dell'emittente tv greca Ant1, che cita fonti del governo di Atene. L’urgenza è giustificata: le casse di Atene, ormai esangui, potrebbero non arrivare a giugno, termine del periodo di proroga del secondo piano di salvataggio, che dovrebbe assicurare una tranche da 7,2 miliardi di euro.

Nelle scorse settimane ci si è esercitati da più parti nel prevedere se la Grecia possa resistere o meno, e per quanto, alla pressione di un’escita dall’Eurozona. Insomma, “Grexit” o “Grin”. L’ipotesi è sempre stata respinta da principali attori, anche se, obiettivamente, il termine di fine aprile per la presentazione di una lista di riforme efficaci molto probabilmente non verrà rispettato. Tutto questo sta avendo ricadute pesanti su mercati finanziari e rapporti fra le cancellerie europee, mentre i margini di resistenza di Atene si assottigliano con il passare delle settimane.

Si vedrà se il faccia faccia tra i due leader darà risultati concreti e porterà il negoziato fuori dallo stallo. Il vicepresidente della Commissione responsabile per l'euro, Valdis Dombrovskis, ha tuttavia confermato questa mattina che alla riunione dell’Eurogruppo che si svolgerà domani a Riga, non saranno prese decisioni. Le discussioni a livello tecnico, ha indicato alla tv tedesca, «finiranno forse in maggio» e per ora i progressi «non sono buoni».

Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i segnali di progressi da parte di diversi esponenti di primo piano coinvolti nella questione, dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, a quello dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. Tutti hanno parlato di passi in avanti, ma al tempo stesso hanno avvertito che il raggiungimento di un accordo potrebbe richiedere ancora qualche tempo.

Tuttavia, non mancano i pareri discordanti all’interno della stessa Commissione Ue. Secondo il vice presidente, Jirky Katainen, in visita ad Atene, la fiducia dei paesi dell'Eurozona nella Grecia «è diminuita» perché «è molto difficile» comprendere cosa stia accadendo nel Paese. «Non si può negoziare se non c'è fiducia», ha affermato Katainen durante una conferenza stampa, «devo essere onesto: la fiducia nella Grecia è scesa. Non dipende dalla gente ma è molto difficile comprendere qualsiasi cosa, comprendere cosa sta accadendo». Katainen si è comunque detto convinto che «i problemi economici della Grecia siano possibili da risolvere se i livelli di fiducia crescono e tutti fanno la loro parte».

Intanto alcuni segnali rassicuranti sono giunti dalla Bce. Un esponente del direttorio, Peter Praet ha affermato che le banche della Grecia restano solventi. Significativo è che lo abbia dichiarato all'indomani della decisione di alzare ulteriormente il limite ai finanziamenti di emergenza che l'istituzione monetaria lascia aperti a favore degli istituti ellenici. Questo strumento, chiamato «Ela» rappresenta l'ultima fonte di accesso a liquidità supplementari per Atene. E le affermazioni di Praet, durante un convegno a Berlino, indirettamente implicano che al momento l'istituzione intende lasciare disponibile questo appiglio. L'Ela per la Grecia era stato attivato dalla Bce lo scorso febbraio, contestualmente alla chiusura dei rifinanziamenti ordinari. Ieri il suo limite massimo è stato aumentato a 75,5 miliardi di euro, dai precedenti 74 miliardi, un latro segnale che per ora questo supporto resta in piedi.

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