«Sarò franco, è stata una discussione molto critica. Abbiamo raggiunto un accordo due mesi fa e oggi siamo ancora lontani dalla conclusione»: lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem confermando le indiscrezioni sui duri attacchi dei colleghi al ministro dell’Economia greco Yanis Varoufakis durante la riunione dell’Eurogruppo di questa mattina a Riga.
L’atmosfera era priva di grandi aspettative per l’incontro a Riga dei ministri delle Finanze che doveva valutare l’andamento dei colloqui con Atene in vista dell’eventuale erogazione dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi alla Grecia. Anche per questo sentimento, che riflette l’atteggiamento con cui Atene reagisce alle richieste comunitarie, alcuni dei partecipanti non hanno nascosto la loro frustrazione per la lentezza dei negoziati tra Grecia e creditori. Mentre Atene appare sempre più a corto di liquidità.
I «falchi» non nascondono irritazione
«Semplicemente stiamo perdendo troppo tempo» ha riconosciuto il ministro delle Finanze austriaco Hans Joerg Schelling al suo arrivo nella capitale lettone. «Sono un po ’irritato, non si può andare avanti così. Bisogna prendere delle decisioni» ha aggiunto. Sulla stessa linea l’omologo slovacco Peter Kazimir che - ammettendo di non avere «quasi nessuna speranza per l'incontro di oggi» - ha anche riconosciuto di essere «un po’ stanco di questa questione: si parla, si parla e senza nessun risultato». Dal canto suo il lituano Rimantas Sadzius ha osservato: «Penso che tutti i miei colleghi siano molto delusi, ma non possiamo fare tutto da soli: abbiamo bisogno anche che la controparte si impegni a fondo e fornisca qualche risultato». Senza troppe aspettative anche il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, che ha osservato come oggi «probabilmente tutti diremo che il tempo sta per scadere, e che è importante fare progressi».
Draghi: «Il tempo sta finendo»
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha concordato con la valutazione dell'Eurogruppo. «Il tempo sta finendo, la velocità adesso è essenziale», ha detto alla conferenza stampa finale dell'Eurogruppo mettendo in luce il rischio che «venga distrutta» una parte del valore del collaterale che le banche elleniche devono fornire alla Bce per beneficiare della provvista di liquidità di emergenza (la cossiddetta Emergency Liquidity Assistance che la Bce ha già alzato più volte portandola a oltre 70 miliardi di euro).
Varoufakis: «No a ricette che hanno già fallito»
Varoufakis non è parso scalfito dalle pressioni dei colleghi. Il ministro greco ha ribadito la tesi che sostiene da anni: l’Europa deve abbandonare «una ricetta che ha già fallito» sottolineando come - adottando le riforme invocate dalla Ue - Atene cadrebbe in una «tappola di austerità»: di qui l’invito a «lasciar perdere un approccio che ha fallito», fatto di «nuovi tagli ai salari e alle pensioni».
Ieri il premier greco Tsipras aveva avuto un confronto a Bruxelles con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che aveva parlato di una «conversazione costruttiva» sollecitando a «fare di tutto per evitare» il fallimento di Atene. Ma nelle stesse ore il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen aveva sottolineato come la fiducia tra Atene e i suoi creditori si sia erosa. In Grecia - ha osservato - «oggi è molto difficile capire ciò che sta succedendo e questa non è una cosa buona, perché non si può negoziare se non ti fidi» del tuo interlocutore. «Le autorità devono adottare azioni decisive» ha aggiunto.
«Abbiamo un problema di liquidità perché la Grecia sta finanziando il debito con le sue risorse e invece, da accordi esistenti, andrebbe rifinanziato con gli aiuti»: lo ha detto il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis che non ha voluto precisare l'entità del problema finanziario di Atene.
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