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Nepal: oltre 4.000 morti, tra loro 4 italiani. Farnesina:…

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IL TERREMOTO DI SABATO

Nepal: oltre 4.000 morti, tra loro 4 italiani. Farnesina: 40 connazionali irreperibili

Sono quattro gli italiani morti nel devastante terremoto che ha colpito il Nepal sabato. Oltre 300 i nostri connazionali rintracciati dalla Farnesina che però segnala che circa 40 italiani risultano ancora irreperibili.

Le quattro vittime sono morte durante due distinte escursioni. Gli alpinisti trentini Renzo Benedetti (60 anni), direttore della scuola di alpinismo di Cavalese, e Marco Pojer, cuoco in una scuola materna, sono stati travolti da una frana a 3.500 metri di quota mentre portavano medicinali a un'anziana nepalese che conoscevano dalle precedenti spedizioni.

Mentre i due speleologi del Soccorso alpino, la 50enne anestesista marchigiana Gigliola Mancinelli e Oskar Piazza, sono stati investiti da una frana che ha distrutto il Langtang Village alle pendici dell'Himalaya.

Salvi gli altri italiani che si trovavano con le vittime: i due trentini Iolanda Mattevi, in ospedale con l'avambraccio e un dito fratturati, e Attilio Dantone, illeso; e poi lo speleologo genovese Giovanni Pizzorni e il marchigiano Giuseppe Antonini. Paura passata anche per la bergamasca Nadia Fracassetti e per il 23enne scalatore di Verona, Giovanni Cipolla, dati fra i dispersi: hanno chiamato entrambi casa, stanno bene e cercheranno di rientrare al più presto in Italia.

Vittime anche in India, dove hanno perso la vita 66 persone e in Cina (42, di cui 25 solo in Tibet). In alcuni villaggi, il 70% delle abitazioni è stato raso al suolo. Per la Caritas locale, il numero dei morti potrebbe arrivare a 6.000, considerando i distretti colpiti. Per Save the Children i bambini che subiscono le conseguenze del sisma sono quasi due milioni e migliaia di bambini sono a rischio ipotermia. Dormire in strada e in accampamenti di fortuna a Kathmandu e nelle altre aree colpite, al freddo e sotto la pioggia, mette in serio pericolo migliaia di minori.

Già avviata la macchina delle organizzazioni umanitarie. Domani un primo aereo dell'Onu carico di alimenti arriverà nel Paese. L'Oms ha distribuito forniture mediche agli ospedali, ormai al collasso e con i medici che hanno approntato le emergenze in strada e si temono epidemie. Anche gli Stati Uniti rispondono all'emergenza stanziando dieci milioni di dollari per i primi aiuti, le operazioni di ricerca e di soccorso. E la Cooperazione Italiana ha disposto l'invio di un volo umanitario, che partirà dalla base delle Nazioni Unite a Dubai, contenente beni di soccorso e generi di prima necessità. Il trasporto si aggiunge al finanziamento di 300.000 euro disposto nelle ore immediatamente successive al terremoto, su indicazione del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a favore della Croce Rossa nepalese.

Intanto si è registrata una nuova scossa di assestamento magnitudo 5,1 e da sabato sono state almeno 45 quelle superiori a 4,5 (il sisma era stato di 7,8). Gli esperti dell'Usgs, l'United States geological survey, stimano che nelle prossime settimane in Nepal si verificheranno tra i 3 e 14 terremoti di magnitudo uguale o superiore a 5. Non solo. Durante la prossima settimana, si prevede una probabilità del 54 per cento di avere terremoti di magnitudo uguale o superiore a 6 e del 7 per cento che si verifichi un terremoto di magnitudo uguale o superiore a 7.

I danni del sisma
Il devastante terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso ha mietuto più di 4.000 vittime. Oltre 6.800 sono i feriti, secondo l'ultimo bilancio fornito dalla polizia e dal Centro nazionale per le operazioni d'emergenza. Le autorità locali, che chiedono rapidi aiuti per far fronte a una vera e propria emergenza umanitaria, hanno avvertito che il bilancio potrebbe aumentare non appena le squadre di soccorso avranno raggiunto alcune delle zone montuose più remote, nel Nord del Paese. Numerose comunità, soprattutto delle aree montuose, avrebbero subito i danni più significativi e le perdite più numerose. Molti «villaggi sono stati interessati da frane e non sarebbe difficile trovare intere comunità di 200, 300, fino a 1.000 persone completamente sepolte dalle frane», ha detto alla Bbc il portavoce dell'agenzia umanitaria World Vision, Matt Darvas.

Tre elicotteri sono stati inviati dalle autorità nepalesi sul Monte Everest per soccorrere gli alpinisti ancora bloccati sul tetto del mondo, dove il devastante terremoto di sabato scorso ha causato almeno 18 morti. Secondo quanto precisato dalle autorità, i tre elicotteri dovrebbero portare in salvo circa 150 alpinisti bloccati ai campi Uno e Due dopo che una valanga ha impedito loro di raggiungere il campo base. «Sono al sicuro ma dobbiamo portarli giù perchè parte della strada è danneggiata», ha detto il capo dipartimento del Turismo Tulsi Gautam.

Migliaia sono le persone impegnate nel tentativo di trovare sopravvissuti sotto le macerie. Si scava anche a mani nude, mentre sono in arrivo team di soccorso da numerosi Paesi stranieri e organizzazioni internazionali. Acqua, cibo e medicine cominciano a scarseggiare, molto vaste sono le aree senza corrente elettrica e in cui si registra un blocco totale della rete mobile.

La capitale devastata
Kathmandu è una distesa di tende, sulla città è iniziato a piovere e i soccorsi si fanno più difficili. Manca tutto, soprattutto l’acqua potabile, dicono le Ong. Nei giardini pubblici, nelle piazze e lungo le strade le persone si accampano in tende improvvisate o distese su dei materassi in attesa di soccorsi che per il momento mancano quasi totalmente. Nel centro storico, macerie di templi e di vecchi edifici dal tetto di latta. Il muro di cinta dell'ex palazzo reale - che oggi ospita il governo - è crollato in diversi punti ed è visibile il giardino al suo interno. A Durbar Square, zona in cui sono crollati i templi e i tesori architettonici, si è continuato a scavare oggi con l'aiuto di due ruspe. Si teme che ci siano altri corpi intrappolati sotto la montagna di mattoni e detriti, ma è davvero difficile stimare il numero dei dispersi.

Il presidente nepalese Ram Baran Yadav ha trascorso la scorsa notte in tenda, il premier Sushil Koirala ha chiesto ai suoi cittadini di restare uniti davanti al «grande disastro». L'ufficio e la residenza di Yadav, costruiti 150 anni fa, sono stati seriamente danneggiati dal sisma, per questo, riferisce l'agenzia ufficiale Ians, il presidente e le sue guardie del corpo hanno dormito in tenda.

L’aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu è nuovamente aperto ai voli internazionali che trasportano aiuti ed a quelli commerciali, dopo uno stop di circa quattro ore seguito oggi alla ultima forte replica del terremoto di magnitudo 6,6 Richter. Centinaia di persone, la maggior parte turisti, sono ammassate in attesa di fuggire dal Paese.

Tre milioni dalla Chiesa italiana
La presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento dai fondi 8xmille di 3 milioni di euro, destinandoli alla prima emergenza attraverso l'arcivescovo Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India e Nepal. Lo rende noto un comunicato della Cei. «Migliaia i morti, decine di migliaia i feriti e centinaia di migliaia le persone che hanno urgente necessità di assistenza umanitaria», sottolinea la nota, ricordando che Papa Francesco ha assicurato «vicinanza alle popolazioni colpite», preghiera «per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamita'» e ha chiesto la mobilitazione della comunita' internazionale perche' «abbiano il sostegno della solidarietà fraterna».

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