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economia e squilibri

L’Fmi bacchetta la Merkel: non siate egoisti e spendete in investimenti pubblici il vostro tesoretto

  • –dal nostro corrispondente con un post da Econopoly

BERLINO - Il Fondo monetario spinge la Germania a fare più di quanto già annunciato dal Governo tedesco per rilanciare gli investimenti pubblici. C'è spazio per una azione “più ambiziosa”, sostengono le prime conclusioni del rapporto annuale sull'economia tedesca. I piani già annunciati non rispondono alla necessità esistenti, secondo l'Fmi. La questione del carente investimento pubblico in Germania, soprattutto in infrastrutture, sollevata dal Commissione europea e dallo stesso Fondo, si è riproposta con maggiore evidenza la scorsa settimana, quando il Governo ha previsto entro il 2019 entrate fiscali addizionali per 38 miliardi di euro.

«La priorità dev'essere l'investimento pubblico», ha detto Enrica Detragiache, capo della missione dell'Fmi in Germania. L'istituzione di Washington ritiene che maggiori investimenti pubblici possano sostenere la domanda interna, contribuire alla riduzione del surplus delle partite correnti con l'estero e generare ricadute positive per il resto dell'eurozona. I tecnici del Fondo ritengono che i conti pubblici possano chiudere con un attivo ancora maggiore di quanto previsto dal Governo (lo scorso anno in surplus dello 0,6% del prodotto interno lordo) e che quindi la spesa addizionale per investimenti possa essere realizzata senza violare le regole di bilancio.

Quello del surplus esterno è un altro tema che da tempo divide Fmi e Berlino. La caduta dei prezzi del petrolio e la svalutazione dell'euro daranno un'ulteriore spinta al surplus, che nelle previsioni Fmi può addirittura superare quest'anno l'8% del pil, ben al di là del livello del 6% considerato “squilibrato” dalle regole europee. In futuro, questo attivo potrà calare “lentamente” per effetto del riassorbimento dell'effetto petrolio, del riequilibrio macroeconomico (la spinta all'economia è venuta recentemente soprattutto dai consumi) e dell'aumento dei salari, ma l'Fmi ritiene che resti una «fonte di preoccupazione nel contesto attuale di domanda debole nei Paesi avanzati nonostante politiche monetarie ultra-espansive». Il rapporto nota anche la riluttanza del settore privato a investire di più in Germania, a dispetto del buono stato di salute finanziario delle imprese, il che danneggia le prospettive future.

Nel breve termine, l'economia è sostenuta appunto dal calo del petrolio e dalla politica monetaria della Banca centrale europea, che favorisce un euro più debole. L'Fmi, secondo le stime pubblicate ad aprile, prevede una crescita dell'1,6% nel 2015 e dell'1,7% nel 2016. «Le nostre cifre - ha detto Detragiache - non si discostano molto da quelle del Governo», che recentemente ha rivisto al rialzo le stime 2015 e 2016 dall'1,5 all'1,8%. «Sulla base di quello che abbiamo sentito in questi giorni - ha affermato il capo missione - non vediamo motivo per cambiare sostanzialmente le nostre previsioni». Fra i rischi, il rapporto cita «nuovi stress nell'area euro», ma Detragiache non ha voluto “speculare” sul possibile impatto del caso Grecia.

Oltre all'aumento degli investimenti pubblici, il Fondo ha messo l'accento su altri tre punti per migliorare le prospettive di medio termine dell'economia tedesca: la riduzione dei disincentivi al lavoro femminile in una situazione di invecchiamento della popolazione che riduce l'offerta di manodopera; la liberalizzazione dei servizi, in particolare le libere professioni; il rafforzamento degli strumenti per prevenire eventuali bolle immobiliari, che però per il momento l'Fmi non vede.

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