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Isis decapita dieci soldati siriani e si prepara a conquistare Palmyra

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battaglia fra terroristi ed esercito

Isis decapita dieci soldati siriani e si prepara a conquistare Palmyra

Lo Stato islamico ha diffuso un nuovo messaggio audio attribuendolo al suo leader Abu Bakr al Baghdadi, in cui il califfo afferma che «l'Islam è una religione di guerra» e non di pace. Al profeta Maometto «fu ordinato di combattere fino a quando tutti adoreranno Allah», dice la voce, la cui paternità non è possibile verificare in forma indipendente. Nei giorni scorsi fu pubblicata la notizia di Baghdadi gravemente ferito e probabilmente paralizzato. Nel messaggio si esortano tutti i musulmani a sposare la causa del califfato e ad unirsi alla sua battaglia. «Non ci sono scusanti per i musulmani, ovunque essi siano».

Intanto il giorno dopo la presunta morte del braccio destro di Bahdadi, Abu Alaa al-Afri, notizia non confermata dagli americani, dieci soldati siriani sono stati decapitati dall'Isis che li aveva catturati nell’avanzata verso Palmyra, patrimonio Unesco vero obiettivo del jihadisti che vogliono distruggere le rovine dell'antica città come già fatto in altri siti archeologici in Iraq (Ninive, Nimrud e Hatra). Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), lo conferma Maamoun Abdulkarim, direttore generale del Directorate General of Antiquities & Museums in Siria: «Vogliono distruggere tutto ciò che è rimasto», ha detto il professore.

L’Isis e l’esercito siriano combattono a uno-due chilometri di distanza dall’antica città di Tadmur, più conosciuta come Palmyra. Il timore è che questo gioiello possa far la fine di altri siti storici devastati dalle milizie jihadiste, come avvenuto nel Nord dell'Iraq a Nimrud e Hatra. Sui siti che fanno capo alla galassia jihadista scorrono messaggi che già festeggiano la presa di Palmyra, con notizie e foto dell'avanzata dell'Isis in quella zona.

Il nome greco della città, Palmyra, è la traduzione dall'originale aramaico, Tadmor, ovvero «palma». Un tempo punto di passaggio tra l'Occidente della Roma imperiale e l'Oriente, Palmyra visse il suo massimo splendore tra il I ed il III secolo d.C., quando Traiano e poi Aureliano allungarono la via colonnata di cui ancora oggi si vede chiaramente la grandezza e costruirono l'agorà e vari templi. Le condizioni atmosferiche del deserto hanno permesso che il sito si mantenesse nei secoli in ottime condizioni.

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