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Israele, fiducia di misura al nuovo governo Netanyahu: 61 voti su 120

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seduta burrascosa alla knesset

Israele, fiducia di misura al nuovo governo Netanyahu: 61 voti su 120

Con 61 voti a favore e 59 contro il nuovo governo israeliano del premier Benyamin Netanyahu ha ottenuto stasera la fiducia del Parlamento. Due mesi dopo le elezioni politiche Netanyahu è finalmente riuscito oggi a presentare alla Knesset (il Parlamento) il suo nuovo governo. Ma in queste settimane ha dovuto constatare che il suo brillante successo elettorale si è volatilizzato. È così giunto al traguardo affannato, con un esecutivo di coalizione in cui il Likud si avvale del sostegno di quattro altre liste parlamentari: e anche così conta in Parlamento su una maggioranza di appena 61 deputati su 120.

La stessa seduta parlamentare per il giuramento dei ministri si è trasformata in un incubo perché, con il trascorrere delle ore, Netanyahu si è reso conto di non aver ancora potuto completare la lista dei ministri, per dissensi con alcuni dirigenti del suo stesso partito. Il premier ha chiesto così un rinvio e la seduta è iniziata solo a tarda sera.

L'ingresso di Netanyahu in aula è stato accolto con una rumorosa contestazione da parte dei deputati della Lista araba unita, il terzo partito alla Knesset in ordine di grandezza. Il presidente del Parlamento, Yoel Edelstein, si è visto costretto ad allontanare tre deputati arabi, per consentire così a Netanyahu di leggere il proprio intervento.

Il premier ha esordito assicurando che si sforzerà di allargare la coalizione governativa e che cercherà di compiere una profonda riforma per rendere più governabile il Paese. Quando è poi passato alla lettura della lista dei ministri, si è avuta conferma che nel prossimo futuro oltre alla carica di premier egli manterrà anche il dicastero degli esteri, rimasto vacante con le dimissioni di Avigdor Lieberman. Ma in quel ministero ci sarà adesso, in qualità di viceministro, Tzipi Hotoveli, una parlamentare del Likud nota per le sue posizioni nazionaliste e per la sua avversione ad uno Stato palestinese indipendente.

Alla difesa Netanyahu ha confermato Moshe Yaalon (Likud), mentre alla finanze farà il suo esordio il centrista Moshe Kahlon, che ha condotto una campagna elettorale populista. Netanyahu avrà inoltre nel suo esecutivo un deputato druso del Likud, Ayub Kara. Reazioni allarmate ha destato intanto nella opposizione la nomina alla carica di ministra della giustizia di Ayelet Shaqed: una parlamentare del partito Focolare ebraico che sostiene il movimento dei coloni e che si prefigge di limitare le prerogative della Corte suprema israeliana.

In un discorso appassionato, il leader della opposizione laburista Isaac Herzog ha ribadito di non aver alcuna intenzione di entrare nel governo di Netanyahu, che a suo parere non potrà in alcun modo far avanzare il processo di pace. Riferendosi alla conduzione delle trattative per la composizione della coalizione, Herzog ha lanciato una frecciata velenosa: «Lei non ha formato un governo - ha detto a Netanyahu - bensì un circo».

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