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Piano Ue: 24mila immigrati ricollocati dall’Italia alla Ue in 2 anni

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rafforzata l’operazione «triton»

Piano Ue: 24mila immigrati ricollocati dall’Italia alla Ue in 2 anni

  • –Dal nostro corrispondente

BRUXELLES - La Commissione europea ha presentato oggi l'attesa proposta legislativa per gestire a Ventotto, e non più su base nazionale, l'immigrazione in Europa. Le critiche non sono mancate in questi giorni per un progetto troppo timido dinanzi alla crisi nel Mediterraneo. Eppure, l'iniziativa appare un progresso impensabile appena qualche mese fa. Si tratta per molti versi di un successo della diplomazia italiana che è riuscita a sensibilizzare i partner sulla gravità della situazione.

Nel febbraio 2003 fu deciso a livello europeo che l'immigrato in cerca di asilo sarebbe stato accolto dal paese di primo sbarco. Oggi, l'esecutivo comunitario ha lasciato intendere che questo meccanismo, definito Principio di Dublino, ha fatto il suo tempo. Bruxelles ha proposto ai Ventotto una ridistribuzione degli immigrati attraverso tutti i paesi membri dell'Unione europea (esclusi Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna, che godono di una clausola di esenzione).

La Commissione europea ha presentato in una conferenza stampa un meccanismo che comporterà la ricollocazione sull'intero territorio europeo di 40mila persone, 24mila arrivate dall'Italia e 16mila arrivate dalla Grecia. La ridistribuzione obbligatoria avverrà sulla base di una serie di criteri: il prodotto interno lordo, la popolazione, il tasso di disoccupazione, il ruolo in passato nell'accogliere i rifugiati (si veda il sito del Sole/24 Ore del 22 maggio).

“Vogliamo avere una solidarietà minima – ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il commissario all'immigrazione Dimitris Avramopoulos -. La solidarietà non si può dare a dosi. Il nostro piano di oggi è ben equilibrato”. Rispondendo alle preoccupazioni di alcuni governi, l'uomo politico greco ha voluto precisare che seppur obbligatorio saranno i singoli paesi di accoglienza a decidere in ultima analisi se accogliere il richiedente l'asilo.

«La Commissione europea, accogliendo i punti chiave delle nostre richieste, ha finalmente aperto una breccia nel muro dell'egoismo e dell'indifferenza costruito in questi anni”, ha commentato il sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. Per molti versi, il pacchetto presentato oggi è uno dei risutlati ottenuti dalla presidenza italiana dell'Unione nel secondo semestre dell'anno scorso. Roma è riuscita a sensibilizzare la Commissione e molti paesi membri sull'emergenza nel Mediterraneo centrale.

I 40mila prescelti verranno selezionati sulla base della loro nazionalità, privilegiando le cittadinanze che nel 2014 hanno registrato un elevato tasso di accettazione dell'asilo (almeno il 75%). La proposta, che dovrà essere approvata dai Ventotto, si basa sull'articolo 78 dei Trattati che prevede soluzioni di emergenza in caso di crisi. Il piano sarà riservato a persone che hanno bisogno di protezione internazionale, arrivate sul territorio europeo dopo il 15 aprile.

La ridistribuzione sarà obbligatoria, ma il singolo paese potrà bloccare l'arrivo di migranti per motivi di ordine pubblico. Italia e Grecia dovranno preparare un piano di accoglienza delle persone, con la nascita di campi in cui effettuare il rilevamento delle impronte digitali. I due paesi saranno chiamati a fare rapporto regolare ai partner. Irregolarità potrebbero comportare la sospensione del programma. Entro fine anno, Bruxelles vuole poi presentare una soluzione di più lungo termine.

L'Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini ha affermato che l'iniziativa comunitaria ha come obiettivo “di salvare vite umane rapidamente e offrire protezione nell UE alle persone che ne hanno bisogno”. La proposta presentata oggi dovrà essere negoziata dai governi. Diplomatici qui a Bruxelles si aspettano trattative difficili sui criteri di ridistribuzione e sulla questione dell'obbligatorietà. Su questi aspetti, le differenze tra i paesi membri non mancano.

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