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Immigrazione, Mogherini: ogni Stato si assuma responsabilità. Gentiloni: complicato consenso su Agenda Ue

La sfida dell'Europa di fronte all'immigrazione è «soprattutto interna» perché «è ora che ora che ciascuno Stato europeo sia pronto a farsi carico delle responsabilità che tutti insieme condividiamo». Lo ha affermato Federica Mogherini alla Stampa estera dove ha ricevuto il Premi Ispi 2015. «Quelle persone che viaggiano nel Mediterraneo - ha sottolineato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue - non viaggiano verso l'Italia o Malta, ma verso l'Europa. Sarebbe un errore sottovalutare i rischi di una disgregazione del nostro comune essere e sentirci europei».

Mogherini: la priorità è salvare chi muore
«Il compito più urgente, oggi, è quello di salvare chi rischia la vita nelle acque del Mediterraneo, di salvare chi muore. Tutto il resto è secondario, ma allo stesso tempo altrettanto imprescindibile», ha aggiunto Mogherini. Dovrebbe essere pubblicato mercoledì prossimo l'atteso testo legislativo con il quale la Commissione europea vorrà proporre una nuova forma di ricollocamento dei richiedenti asilo in Europa, nel tentativo di rispondere all'elevato arrivo di migranti sulle coste del Mediterraneo centrale.

Gentiloni: complicato consenso su Agenda Ue
Le discussioni nell'esecutivo comunitario sono ancora in corso, ma i contorni della proposta si stanno chiarendo. Il pacchetto andrà approvato dai governi; il negoziato si presenta difficile. «Costruire il consenso nel Consiglio europeo di metà giugno» sull'Agenda per l'immigrazione che sarà presentata mercoledì «è più complicato», ha ammesso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine di un convegno del Pse sulle sfide del Mediterraneo. «Ci aspettiamo una condivisione dall'Europa. Faremo di tutto - ha aggiunto il titolare della Farnesina - perché la proposta della Commissione sia condivisa dal Parlamento e dagli Stati membri. Sono ottimista sul fatto che dal Parlamento Europeo può venire un appoggio».

Proposta Ue: 24mila richiedenti asilo in Italia da ricollocare
La Commissione europea sta pensando di proporre la ricollocazione a 40mila richiedenti asilo già arrivati sul suolo europeo: 24mila in Italia e 16mila in Grecia. Queste persone andranno redistribuite negli altri paesi europei, esclusi evidentemente i due paesi di provenienza, così come la Gran Bretagna, l'Irlanda e la Danimarca, che hanno il diritto di non partecipare allo schema. I 40mila prescelti verranno selezionati sulla base della loro nazionalità, privilegiando le cittadinanze che nel 2014 hanno registrato un elevato tasso di accettazione dell'asilo (possibilmente superiore al 75%). In questo contesto, l'obiettivo è di aiutare i cittadini dei più paesi esposti in un contesto mediterraneo e mediorientale particolarmente difficile, a causa dello sconquasso libico e della crisi siriana. Si presume che ad essere aiutati saranno soprattutto siriani, somali ed eritrei.

Stetta sui controlli d’identità
L'operazione, che si basa sull'articolo 78/3 dei Trattati europei, prevede da parte dei due paesi di provenienza il controllo dell'identità della persona. Nei fatti, su pressione dell'Italia, lo schema inizia a rimettere in discussione il Principio di Dublino, vale a dire di quella regola europea che stabilisce come il paese responsabile di accogliere il richiedente l'asilo sia lo stato membro di prima accoglienza. Proprio su questo fronte, la Commissione ha promesso proposte di modifica nel 2016. Oltre alla ricollocazione di coloro già in Europa, l'esecutivo comunitario punta a proporre un sistema di reinsediamento per 20mila persone ancora fuori dal territorio europeo e che hanno bisogno di protezione internazionale.

Negoziato complesso
La proposta legislativa, attesa per mercoledì 27 maggio, dovrà essere negoziata dai 28 governi dell'Unione. Due gli aspetti più controversi. Il primo è quello dell'obbligatorietà o meno del meccanismo. Alcuni paesi sono pronti a dare battaglia. Il secondo riguarda i criteri di suddivisione delle persone. Secondo lo schema presentato la settimana scorsa da Bruxelles, i criteri sono il Pil, la popolazione, il tasso di disoccupazione e i numeri passati di asilanti e rifugiati.

Triton estesa a 138 milgia a sud Sicilia
Intanto l'area operativa di Triton viene estesa a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia. Si legge in una nota di Frontex, in cui si annuncia la firma del nuovo piano della missione, alla luce dell'aumento di fondi e mezzi. In estate, stagione di picco per gli sbarchi, saranno schierati 3 aerei, 6 navi d'altura, 12 pattugliatori e 2 elicotteri.

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