Mondo

Il Papa a Sarajevo: «Qui come pellegrino di pace e dialogo, mai…

  • Abbonati
  • Accedi
il viaggio in bosnia-erzegovina

Il Papa a Sarajevo: «Qui come pellegrino di pace e dialogo, mai più la guerra»

SARAJEVO - Parla contro tutti i conflitti da uno dei luoghi simbolo delle sofferenze prodotte da tutte le guerre. Papa Francesco parla commosso a 65mila persone stipate dentro lo stadio Kosevo di Sarajevo, nel cuore della città dove per anni si è combattuto un conflitto fratricida e che da anni cerca di mantenere un equilibro tra le religioni e le etnie balcaniche.

«Anche nel nostro tempo l'aspirazione alla pace e l'impegno per costruirla si scontrano col fatto che nel mondo sono in atto numerosi conflitti armati. È una sorta di terza guerra mondiale combattuta a pezzi; e, nel contesto della comunicazione globale, si percepisce un clima di guerra» ha detto Francesco, arrivato nel cuore dei Balcani all'indomani della minaccia dell'Isis di consumare attentanti nell'area, da dove ormai partono giovani estremisti alla volta di Siria e Iraq.

«C'è chi questo clima vuole crearlo e fomentarlo deliberatamente, in particolare coloro che cercano lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi. Ma la guerra significa bambini, donne e anziani nei campi profughi; significa dislocamenti forzati; significa case, strade, fabbriche distrutte; significa soprattutto tante vite spezzate. Voi lo sapete bene, per averlo sperimentato proprio qui: quanta sofferenza, quanta distruzione, quanto dolore! Oggi, cari fratelli e sorelle, si leva ancora una volta da questa città il grido del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra!» ha detto il Papa nell'omelia.

Nella prima tappa nella mattinata del suo viaggio a Sarajevo, che durerà solo oggi, il Papa ha incontrato la presidenza della Bosnia Erzegovina: «Sono venuto come pellegrino di pace e di dialogo, 18 anni dopo la storica visita di san Giovanni Paolo II, avvenuta a meno di due anni dalla firma degli Accordi di Pace di Dayton. Sono lieto di vedere i progressi compiuti, per i quali occorre ringraziare il Signore e tante persone di buona volontà. È però importante non accontentarsi di quanto finora realizzato, ma cercare di compiere passi ulteriori per rinsaldare la fiducia e creare occasioni per accrescere la mutua conoscenza e stima. Abbiamo tutti bisogno, per opporci con successo alla barbarie di chi vorrebbe fare di ogni differenza l'occasione e il pretesto di violenze sempre più efferate, di riconoscere i valori fondamentali della comune umanità» ha detto papa Francesco durante l'incontro con le autorità a Sarajevo.

La visita di Bergoglio in Bosnia Erzegovina è la terza di un Papa negli ultimi diciotto anni. Nell'aprile 1997 venne a Sarajevo Giovanni Paolo II (che tornò nel 2003), dopo aver dovuto rinunciare al viaggio nel settembre di tre anni prima, perché i serbi avevano avvertito che non sarebbero stati in grado di garantire la sua sicurezza. E il giorno precedente all'arrivo di Wojtyla venne scoperto dell'esplosivo sotto a un ponte su cui sarebbe passato il corteo papale. A Giovanni Paolo II venne consigliato di evitare il percorso previsto, ma lui non volle sentire ragioni. E da Sarajevo gridò «Mai più la guerra!», ricordando che «Dio perdona solo a chi ha il coraggio di perdonare».

© Riproduzione riservata