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Berlino, faccia a faccia Schaeuble-Varoufakis ad alta tensione

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LA CRISI GRECA

Berlino, faccia a faccia Schaeuble-Varoufakis ad alta tensione

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble incontrerà a Berlino il suo omologo greco Yanis Varoufakis, in Germania per partecipare ad una tavola rotonda. L'incontro dovrebbe avvenire «al mattino», ha riferito un portavoce del ministero delle Finanze tedesco, aggiungendo che si tratta di un «semplice colloquio» senza incontri con la stampa. L’ultimo faccia a faccia tra i due, lo scorso febbraio, era stato contrassegnato da una certa tensione, sintetizzata dal commento del ministro greco: «Ci siamo trovati d’accordo sul fatto di non essere d’accordo».

ELMAU - Secca replica del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, finora il rappresentante dei creditori internazionali della Grecia più aperto al dialogo con Atene, nella prima reazione ufficiale al discorso pronunciato venerdì scorso in Parlamento dal premier ellenico, Alexis Tsipras, che ha definito le proposte delle istituzioni «irricevibili». Juncker ha accusato Tsipras di aver distorto, nel suo discorso, alcune proposte dei creditori, e di non aver ancora inviato una contro proposta per continuare il negoziato. Gli ha ricordato anche che «per mantenere un'amicizia ci vuole il rispetto di regole minime» e che per Atene c'è una scadenza in arrivo, anche se non ha voluto precisare una data. L'estensione del programma di aiuti precedente termina il 30 giugno prossimo, ma un'eventuale intesa deve passare prima dal Parlamento greco e anche da quelli di diversi Paesi dell'eurozona, fra cui Germania e Finlandia.

«Mercoledì scorso, quando abbiamo incontrato Tsipras – ha detto Juncker in una conferenza stampa prima dell'avvio del vertice del G-7 a Elamu, sulle Alpi bavaresi – eravamo pronti a negoziare, la Grecia no. Tsipras ha promesso una proposta per giovedì, poi per venerdì e ancora non l'abbiamo ricevuta. Noi abbiamo presentato un'offerta che non era prendere o lasciare, ma indicava che eravamo pronti a discutere diversi punti di disaccordo».

Mercoledì prossimo, a margine del meeting fra Europa e America latina a Bruxelles, il premier greco dovrebbe incontrare di nuovo Juncker, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e i rappresentanti degli altri creditori, fra cui Fondo monetario e Banca centrale europea, ma questo sarà possibile solo sulla base di un documento che per ora non è ancora pervenuto.

Ancora una volta, il presidente della Commissione ha escluso l'uscita della Grecia dall'unione monetaria, ma «questo non vuol dire che cercherò di far uscire un coniglio dal cilindro. Vorrei avere la proposta greca per tempo». Juncker, che si è dichiarato «deluso» dalle parole del premier greco, ha anche accusato Tsipras di aver omesso, nel suo discorso al Parlamento di Atene, che i creditori hanno risposto alle sue richieste sulle pensioni minime.

Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha sostenuto che «la Grecia ha bisogno dei soldi e i creditori vogliono garanzie che saranno rimborsati, ma la questione non è, come è stata presentata da qualcuno, che i debitori sono sempre nel giusto dal punto di vista morale e i creditori immorali».

La conferenza stampa dei rappresentanti europei si è svolta al resort di Elmau, mentre ancora alcuni dei leader del G-7 stavano arrivando all'aeroporto di Monaco di Baviera (il presidente del Consiglio Matteo Renzi accolto da una banda bavarese sulle note di “Azzurro”) e il cancelliere Merkel e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, celebravano l'amicizia fra i due Paesi nel vicino villaggio di Kruen con una colazione a base di specialità locali. Anche se non è ufficialmente in agenda, il caso Grecia finirà inevitabilmente sul tavolo del G-7, in quanto l'incertezza sulla vicenda rischia di avere un impatto negativo non solo sull'eurozona, ma anche sull'economia globale, una preoccupazione espressa con forza soprattutto dagli Stati Uniti e ribadita da Obama nell'incontro con il cancelliere tedesco. L'economia europea, ha detto Juncker, si sta muovendo «lentamente» sulla strada della ripresa e crescerà quest'anno dell'1,8% e il prossimo del 2,1%, ma «questo non è sufficiente». Il dirigente europeo ha anche insistito sull'importanza di portare avanti i negoziati commerciali Ttip con gli Stati Uniti, un'opzione contestata da molti dei manifestanti che anche ieri hanno dimostrato fra Garmisch e Elmau. Trentuno milioni di posti di lavoro in Europa, ha detto Juncker, dipendono direttamente dal commercio inrernazionale.

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