Mondo

Corea del Sud, crescono i timori per il virus Mers. Oltre 2.300 in…

  • Abbonati
  • Accedi
emergenza sanitaria

Corea del Sud, crescono i timori per il virus Mers. Oltre 2.300 in quarantena

SEUL – Appena l'aereo atterra, molti passeggeri tirano fuori dalla borsa una busta e la aprono: contiene una mascherina bianca, che si applicano sul viso prima di uscire dall'aeromobile. Sono scene diventate usuali negli aeroporti internazionali di Seul, specialmente per i voli dal Giappone e dalla Cina. I giapponesi sono i piu' diligenti nel seguire questa raccomandazione emessa dal loro governo.

Ma poi le ragazze giapponesi – turiste non per caso, ma per shopping – non seguono l'altro avviso del loro ministero degli esteri, quello di evitare le zone affollate: sciamano comunque per le vie commerciali di Seul facendo come sempre incetta di acquisti.
87 Casi, sei morti - Le preoccupazioni, insomma, non sono ancora diventate panico dopo il diffondersi in Corea del Sud della contagiosa Sindrome respiratoria mediorientale (Mers), portata da un 68enne coreano di ritorno a maggio dall'Arabia Saudita e da altri Paesi del Golfo. Ma ci sono segnali in grado di moltiplicare i timori: i numeri aumentano quasi ogni giorno e il totale dei pazienti contagiati e' arrivato a 87, con sei decessi, mentre le persone finite in quarantena sono oltre 2.300. La Who non ha emesso alcuna raccomandazione contro i viaggi nel Paese, ma ormai si temono effetti pesanti sull'economia.

Governo sotto accusa. Vasti settori dell'opinione pubblica coreana accusano l'amministrazione guidata dalla presidente Park (la cui bassa popolarita' e' ulteriomente diminuita) di aver gestito male fin dall'inizio quella che sta diventando una emergenza. Viene biasimata in particolare una mancanza di trasparenza nel rendere pubbliche le informazioni: esemplare la lunga resistenza governativa a comunicare in quali ospedali sono avvenute le infezioni secondarie. Ma dopo che su Internet molte informazioni sono trapelate (non tutte corrette), la lista degli ospedali in cui sono stati presenti pazienti Mers e' stata resa pubblica lo scorso weekend, con due settimane di ritardo (e con qualche ulteriore inciampo). Le famiglie temono soprattuto per i soggetti piu' deboli, come anziani e bambini. Quasi 2mila scuole sono state chiuse. Non si trova un coreano che non critichi l'operato delle autorita'. Gli attivisti che raccolgono firme (con obiettivo 10 milioni, e dicono di esser arrivati gia' a 8 milioni) per invocare piu' trasparenza e misure piu' efficaci per la sicureza dell'intera societa' in relazione alla tragedia dell'anno scorso del traghetto Sewol tracciano un parallelo tra le due vicende: a loro parere, il governo agisce male e tende sempre a nascondere qualcosa. Peraltro l'opinione pubblica appare arrabbiatissima anche contro le persone che violano l'obbligo di restare in casa ed evitare interazioni (quarantena volontaria) perche' potenzialmente entrate a contatto con malati durante visite negli ospedali coinvolti. E cosi' non ci sono state serie obiezioni all'iniziativa senza precedenti del governo di monitorare i cellulari dei potenziali portatori del virus, al fine di assicurarsi che non viaggino o essere in grado di di bloccarli se lo facessero. Vari osservatori ritengono che il governo sia in difficolta' nella definizione di una strategia di “damage control” e finisca per fare mosse controproducenti.

Preoccupazioni per l'economia. Alla Borsa di Seul titoli di alcuni gruppi legati al turismo hanno gia' perso colpi e vari analisti ritengono che la banca centrale dovra' abbassare ancora i tassi (forse addirittura questa settimana). Il ministro delle Finanze Choi Kyung-hwan ha dichiarato oggi che il governo sta pensando a una manovra di sostegno all'economia attraverso stanziamenti pubblici addizionali, se dovesse rendersi necessaria a causa di un calo di consumi e di una frenata della propensione agli investimenti. Gia' l'anno scorso, dopo il naufragio del Sewol costato la vita a oltre 300 persone (per lo piu' ragazzi in gita scolastica) il Paese si era avvolto in una atmosfera luttuosa che aveva depresso consumi. Le vie dello shopping appaiono gia' meno frequentate del solito e il turismo estero rischia una seria frenata. Singapore ha annunciato la cancellazione di tutte le gite scolastiche in Corea del Sud. Per ora i turisti italiani – tradizionalmente poco numerosi – non sembrano troppo preoccupati. “Porto la mascherina perche' i miei amici coreani, che si sentono responsabili, me l'hanno quasi imposto. Se no avrei lasciato perdere“, dice Rodrigo B., arrivato in vacanza da Milano. “Sono venuto al congresso mondiale di Medicina del lavoro – afferma Gabriele D'Ettorre, medico pugliese – Penso che questo Paese stia facendo del suo meglio e non mi pare che per ora la situazione giustifichi eccessivi allarmismi”. Ma in base a precedenti casi simili (tipo Sars), c'e' da attendersi un prossimo picco di timori internazionali e un periodo di stasi economica prima che la situazione possa tornare alla normalita'. E i giapponesi che tornano dalla Corea potrebbero avere qualche motivo di irritazione se i partner restati in patria dovessero seguire un altro avviso ministeriale: evitare “contatti intimi” con i reduci da Seul per il periodo di incubazione della potenziale malattia. Quasi due settimane…

© Riproduzione riservata