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Grecia, accordo più vicino ma Lagarde frena: «Ancora…

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la crisi dell’eurozona

Grecia, accordo più vicino ma Lagarde frena: «Ancora moltissimo da fare»

BRUXELLES - È iniziata la tornata decisiva di vertici e incontri qui a Bruxelles nel tentativo di trovare un accordo tra la Grecia e i suoi creditori sull'ipotesi di concedere nuovi aiuti al Paese mediterraneo. Atene ha messo a punto nuove proposte con l'obiettivo di strappare un compromesso. Un’intesa non è stata finalizzata oggi, nonostante una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro e poi un vertice a livello di capi di stato e di governo dell'unione monetaria, ma si registrano chiari progressi. Un nuovo Eurogruppo straordinario è stato convocato per mercoledì, nella speranza che si riveli decisivo.

«Si tratta solo di un summit consultivo, non c’è il lavoro di base per un accordo», ha confermato la cancelliera Angela Merkel entrando al summit di Bruxelles in serata. E nella conferenza stampa dopo l’incontro tra i capi di stato, ha voluto lanciare un messaggio ad Atene: «È chiaro che la sostenibilità finanziaria del debito greco fa parte dei negoziati», un riferimento alla necessità di alleggerire il debito greco, anche se la Germania ha chiarito più volte che un haircut, cioè un taglio del valore nominale del debito, è fuori discussione.

«C'è ancora molto, moltissimo lavoro da fare sulla Grecia» ha puntualizzato il segretario generale del Fmi Christine Lagarde in tarda serata, al termine del summit.

L’appuntamento decisivo sarà con ogni probabilità il vertice dei capi di Stato e di Governo, già fissato da tempo per giovedì e venerdì, che cercherà di sancire l’intesa finale. «Le proposte greche, benché arrivate tardi, sono grandi passi verso la direzione richiesta dalle istituzioni e sono fiducioso che l'Eurogruppo mercoledì produrrà risultati da sottoporre al Consiglio giovedì», ha detto il presidente Jean Claude Juncker al termine della riunione, poco prima della mezzanotte.

Il premier Alexis Tsipras è alla ricerca di un difficile compromesso che metta d'accordo sia i creditori, sia il suo partito. Syriza è diviso. Molti nel movimento della sinistra radicale respingono l'ipotesi di un compromesso che imponga qualche forma di nuova austerità.

Durante un consiglio dei ministri ieri mattina, il governo greco ha messo a punto nuove proposte da presentare alle istituzioni creditizie (la Commissione, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale). L'obiettivo è di concludere l'attuale memorandum in scadenza alla fine del mese e strappare nuovi aiuti per 7,2 miliardi di euro a pochi giorni da un rimborso di 1,6 miliardi di euro al Fondo. Il contesto è drammatico, segnato da una fuga dei depositi bancari.

Mentre i partner esprimono prudenza, Atene è convinta che le proposte porteranno a «una soluzione definitiva» della questione, ha detto lo stesso Tsipras prima di incontrare stamani Juncker. Finora, il governo si è sempre rifiutato di mettere mano significativamente a tre settori individuati dai creditori: il sistema pensionistico, il diritto del lavoro e la tassazione. Secondo le ultime informazioni, la Grecia sarebbe ora pronta a nuovi risparmi pari allo 0,4% del PIL nel 2015 e pari all'1,0% del PIL nel 2016.

A parole, i paesi della zona euro appaiono inflessibili. Vogliono il rispetto degli accordi per concedere nuovi aiuti. Sanno perfettamente, tuttavia, che alla fine del mese un mancato rimborso greco all'Fmi rischia di provocare una drammatica concatenazione di eventi fino a portare all'uscita della Grecia dalla zona euro. L'impatto sull'unione monetario sarebbe economico, ma anche politico. La Grecia scivolerebbe nel caos, danneggiando la stessa immagine dell'Europa.

In questo senso, il governo greco sa che i creditori hanno tutto l'interesse a chiudere positivamente le trattative. Durante tutto il fine settimana, la Commissione europea ha lavorato informalmente per una soluzione. Ciò non vuole dire che una intesa sia già scritta. Il rischio di un incidente di percorso permane, anche perché c'è in molti paesi europei risentimento, se non addirittura rabbia, nei confronti della Grecia e della sua tattica negoziale. Il paese è in bilico tra salvataggio e fallimento.
«Razionalmente sono ottimista su una intesa - spiegava sabato un responsabile europeo, prima dell'annuncio dell'arrivo di nuove proposte greche -, ma non posso non avere una dosa di pessimismo. Nell'establishment greco c'è una vena imponderabile».

Tra la riunione dell'Eurogruppo, iniziata alle 12.30 e terminata nel primo pomeriggio, e il vertice della zona euro, fissato per le 19, si terrà una riunione tra Tsipras e i presidenti delle principali istituzioni coinvolte nel negoziato.
Nei fatti, l'obiettivo di questi giorni è di trovare un accordo per allungare il memorandum in scadenza a fine giugno, l'unico modo - visti i tempi stretti - per continuare a negoziare con la Grecia e concederle nel caso nuovi prestiti. Oggi si è tenuta anche una riunione del consiglio direttivo della Bce, che ha deciso di aumentare per la terza volta in sei giorni i prestiti al settore creditizio greco, vittima di una fuga dei depositi che nell'ultima settimana è ammontata a 4-5 miliardi di euro. Incerto l'ammontare dell'incremento.

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