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Eurogruppo, no dei leader europei alla proroga degli aiuti alla Grecia fino…

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il vertice chiude senza la partecipazione di atene

Eurogruppo, no dei leader europei alla proroga degli aiuti alla Grecia fino al referendum. Verso un «default guidato» di Atene

L'Eurogruppo dei ministri delle Finanze, sabato a Bruxelles, ha bocciato la richiesta della Grecia di concedere una proroga del programma di aiuti fino al referendum annunciato dai greci il 5 luglio. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem durante una conferenza stampa tenutasi in una pausa dei lavori dell’Eurogruppo: «Il governo greco ha deciso di rispondere negativamente alla proposta delle autorità europee, hanno rifiutato per valutare un referendum da sottoporre al popolo greco».

«Ci spiace, ma il programma di aiuti scadrà martedi notte, è l'ultima data: siamo determinati a mantenere la credibilità e la stabilità dell'Eurozona», ha proseguito il presidente dell'Eurogruppo. «Il governo greco - ha sottolineato - ha rifiutato le proposte dell'Eurogruppo che hanno fatto uso di tutta la flessibilità possibile. Il processo non è concluso, la Grecia l'ha interrotto e sta sottoponendo l'ipotesi del referendum al popolo greco con una opinione negativa, cosa che noi consideriamo scorretta». Dijsselbloem ha quindi ribadito che i rappresentanti dell'Ue sono «ancora disponibili a sostenere la Grecia che però deve garantire un piano credibile e una assunzione di responsabilità».

Il vertice straordinario si è concluso senza la Grecia
L’Eurogruppo è quindi ripreso e si è concluso in serata, per la prima volta a 18, senza la partecipazione della delegazione greca, che ha lasciato Bruxelles. All'incontro anche il presidente della Bce, Mario Draghi, e la direttrice dell'Fmi, Christine Lagarde. Il vertice è ripreso, come ha sottolineato Dijsselbloem, «per discutere le conseguenze» del rifiuto della Grecia della proposta dei creditori e «per preparare le azioni necessarie per salvaguardare la stabilità dell'area euro». Sul tavolo, l'esame di un fallimento ordinato della Grecia, quando il 30 giugno scadrà l'attuale programma di salvataggio e Atene dovrà ripagare 1,6 miliardi di euro al Fmi, e le conseguenze sull'area euro.

Dijsselbloem: «La nostra porta resta aperta»
«Ho sempre detto che la nostra porta resta aperta: non sono state le istituzioni a andarsene dalla trattativa sono stati i greci». Lo ha affermato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine dell'Eurogruppo. «Se i negoziati sono finiti è perché il governo greco ha detto che quello che stava sul tavolo meritava un no».
«Continueremo a lavorare con la Grecia», ha promesso Dijsselbloem. «La sola cosa che so è che se il governo seguirà il percorso che ha delineato il programma di aiuti finirà».
Il capo dell'Eurogruppo ha comunque aggiunto che nel caso in cui, concluso l'attuale programma, la Grecia dovesse chiedere nuovamente aiuti «siamo pronti a fornire supporto».

Quanto a un nuovo vertice dell'Eurogruppo, «Vedremo - ha spiegato Dijsselbloem -, seguiremo gli eventi giorno per giorno e ci riuniremo nuovamente laddove necessario».

Intanto è convocato per domenica 28 giugno, il Consiglio dei Governatori straordinario della Bce che esaminerà le ultime evoluzioni della crisi greca. Lo riferiscono fonti dell'Eurosistema. Il vertice, aggiungono le fonti, dovrebbe avvenire in teleconferenza.

Schaeuble: faremo di tutto per evitare il rischio contagio
L'Eurozona farà qualsiasi cosa per evitare «il rischio contagio» della crisi greca. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, dopo la rottura delle trattative con Atene e la decisione di non prorogare gli aiuti alla Grecia.
La Grecia «incontrerà grandi difficoltà nei prossimi giorni», ha commentato Schaeuble, pur assicurando che Atene resterà «membro della zona euro».

Varoufakis: «Giorno triste per l’Europa»
«Oggi è un giorno triste per l'Europa»: è il commento espresso subito dopo del ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis, secondo cui il rifiuto dell'Eurogruppo di concedere alla Grecia un'estensione del programma di aiuti per permettere al popolo greco di esprimersi sulla proposta di accordo è grave e danneggia la credibilità dell'Eurogruppo stesso. Oltretutto, ha proseguito, il rifiuto di concedere una proroga «per pochi giorni, poche settimane per consentire ai greci di dire la loro con un referendum, specialmente visto che c'è una alta probabilità che votino contro la nostra raccomandazione come governo, è una decisione che danneggerà gravemente la credibilità e la reputazione delle istituzioni europee».

Secondo Varoufakis, anche il referendum del 5 luglio «lascia aperta la possibilità di negoziare ancora e eventualmente migliorare» la proposta, ipotesi nella quale «la raccomandazione negativa del governo greco potrebbe cambiare». «La domanda che vogliamo fare al popolo greco è: “siete d'accordo che si debba sottoscrivere la proposta delle autorità europee? Sì o no?”. Siamo pronti a recepire la risposta», ha detto il ministero delle Finanze greco. «Non è vero che questo referendum sia sull'euro: non ci sono norme sull'uscita di un Paese dall'unione monetaria, solo il Trattato di Lisbona parla dell'uscita dall'Ue», aggiunge. Come governo della Grecia «abbiamo ritenuto di non avere un mandato per firmare una proposte non praticabile e non sostenibile», ha spiegato il ministro delle Finanze greco. «Ma visto il momento storico e le difficoltà abbiamo deciso come governo che non avevamo un mandato nemmeno per respingere questa proposta. Quindi - ha concluso - il popolo avrà la decisione ultima».

In precedenza, Varoufakis aveva chiesto la restituzione degli 1,9 miliardi di euro di interessi che la Bce ha maturato sui bond greci detenuti, così da poter rimborsare gli 1,6 miliardi di euro che deve al Fondo Monetario Internazionale entro la data stabilita del 30 giugno.

Tsipras: il popolo greco «sopravviverà»
«Il popolo greco sopravviverà». È quanto avrebbe dichiarato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto riferiscono fonti del governo di Atene. «Il valore sommo è la democrazia», avrebbe aggiunto Tsipras. «Qualunque decisione l'Eurogruppo prenderà, il popolo greco la settimana prossima avrà ossigeno e sopravviverà», avrebbe dichiarato Tsipras. «La democrazia è un valore supremo in Grecia e il referendum si terrà qualunque cosa l'Eurogruppo decida».

Padoan, «tranquillo» su possibili tensioni bond Italia

Padoan si è detto poi «tranquillo» per quanto riguarda le «possibili tensioni sul mercato dei titoli di Stato» in seguito alla rottura del negoziato fra Grecia e istituzioni. Come ha detto lasciando il primo Eurogruppo senza la Grecia, la tranquillità dipende da «due motivi: la stabilità di fondo dell'economia italiana si è accresciuta e rafforzata e, anche se questo non riguarda specificamente l'Italia, se ci fossero fenomeni di instabilità a breve termine, la Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per evitare che queste diventino eccessive».

«Le scelte del governo greco non adeguate alle necessità della Grecia»
Non è l'Europa che non è stata capace di trovare per la crisi greca, ma piuttosto «sono le scelte del governo greco che non sono a mio avviso adeguate alle necessità della Grecia». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, lasciando la riunione dell'Eurogruppo straordinario sulla crisi greca, stasera a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti.
«L'Europa, al contrario - ha sottolineato Padoan - sta dimostrando una grande coesione e sta facendo di tutto non solo per mantenere l'integrità della zona euro, ma per rafforzarla».

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