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«Referendum sul piano dei creditori». Tsipras spiazza l’Ue per salvare il governo Syriza

Alexis Tsipras ha annunciato nella notte tra venerdì e sabato che i greci saranno chiamati domenica 5 luglio a votare il referendum sulla proposta dei creditori. Il premier ellenico ha dichiarato di essere stato costretto a indire la consultazione popolare perché i partner dell'Eurogruppo hanno presentato un ultimatum alla Grecia che è contro i valori europei per cui «siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà del popolo sovrano». «Ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse».

Per Tsipras l'obiettivo di alcuni dei partner eruopei è l'umiliazione dell'intero popolo greco. In realtà è la solita ricetta di austerità fatta di aumento delle imposte dirette e indirette, tagli alle spese con effetti ovviamente recessivi come è avvenuto negli ultimi cinque anni. Tutto il contrario di quello promesso da Tsipras in campagna elettorale.

Il governo greco «non chiuderà le banche lunedì e non saranno introdotti controlli sui capitali» dopo che il premier Alexis Tsipras ha annunciato per il 5 luglio un referendum sull'eventuale intesa che sarà trovata oggi a Bruxelles all'Eurogruppo, che Atene però già respinge in toto. Lo ha annunciato il vicepremier George Katrougkalos. Il collega Yannis Dragasakis ed il caponegoziatore Euclid Tsakalotos vedranno domani il presidente della Bce, Mario Draghi. Probabilmente la dirigenza greca vorrà sapere se la Bce è pronta a sostenere lunedì con liquidità aggiuntiva del programma di emergenza Ela le banche greche che nella notte sarebbero state già prese d'assalto ai bancomat, secondo resoconti del quotidiano britannico Daily Telegraph.

Tsipras segue così le orme dell'ex premier socialista George Papandreou, che aveva chiesto ai creditori di indire un referendum sulla permanenza del Paese nell'euro ma era stato bloccato al G-7 di Cannes dall'opposizione del presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera Angela Merkel. Papandreou era stato sostituito al suo ritorno in patria da Lucas Papademos, ex vice presidente della Bce, nella carica di premier pochi giorni dopo l'11 novembre 2011 con la costituzione di un governo di unità nazionale a cui aveva partecipato Nea Dimokratia, il partito socialista (Pasok), e un piccolo partito di destra, il Laos.

La mossa di Tsipras vuole evitare che la minoranza di Syriza, Piattaforma di sinistra, che detiene tra i 30 e i 40 voti in aula, possa votare contro l'accordo in Parlamento mandando in frantumi la sua maggioranza di governo. Di fronte a un referendum che dovrebbe approvare l'intesa a grande maggioranza, perché circa l' 80% della popolazione greca vuole restare nell'euro, il governo di coalizione guidato da Tsipras non avrebbe più nessun problema a far passare i provvedimenti di austerità in Parlamento.

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