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sabato l’eurogruppo decisivo a bruxelles

Grecia, domani l’Eurogruppo a Bruxelles. Tsipras respinge l'ultima proposta di Ue e Fmi: «No a ricatti»

C'è una gran confusione alla vigilia della riunione dell'Eurogruppo di domani pomeriggio (anticipata dalle 17 alle 14) con una serie di bordate ad alzo zero fra i principali protagonisti: Angela Merkel chiede ad Alexis Tsipras di accettare l'ultima proposta dei creditori, Tsipras risponde dicendo che non accetta «ricatti e ultimatum».

Dai più viene considerato normale, la cosa certa è che al momento la tessitura dell'accordo è ancora lontana dall'essere conclusa, se mai lo sarà. L'ex Troika e i governi hanno ribadito che o si chiude domani la partita o non si sa che cosa accadrà, perché Angela Merkel ha specificato che non esistono piani B (cosa alla quale nessuno naturalmente crede). Non si esclude che i ministri finanziari domani prolunghino il negoziato anche domenica: l'obiettivo è decidere prima della riapertura dei mercati lunedì.

Schaeuble: le probabilità di un accordo sono del 50%
Per il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, attualmente le probabilità di un accordo sono del 50%. Ciò significa che non ha molta fiducia che Tsipras accetti l'ultima offerta circolata nella mattinata: prevederebbe il prolungamento dell'attuale programma di aiuti per cinque mesi (scadenza fine novembre) con esborso complessivo di 12 miliardi di euro di cui 1,8 miliardi subito, non appena il parlamento ellenico votasse l'accordo. Il tutto in tempo per pagare al Fondo monetario internazionale la rata di 1,6 miliardi, lo stesso giorno in cui scade l'attuale programma di aiuti: il 30 giugno. Prima dell'esborso, però, dovranno pronunciarsi anche quattro parlamenti nazionali: in Germania, Estonia, Olanda e Finlandia.

I tempi sono strettissimi. Ai 12 miliardi europei andrebbero aggiunti 3,5 miliardi del Fondo monetario.

Cosa dovrebbe dare in cambio la Grecia
Che cosa deve dare la Grecia in cambio? Ecco il punto. La reazione di Tsipras agli “ultimatum” e ai “ricatti” ha fatto seguito all'incontro con Merkel e Hollande: venti minuti per misurare le rispettive posizioni.

Le questioni aperte riguardano sempre pensioni e livello tassazione (Iva, imprese) ma allo stato delle cose le distanze «non sarebbero lontanissime in termini di sforzo finanziario», indica una fonte europea. L'opposto in termini di credibilità delle misure proposte da Tsipras, nella visione dei creditori, e della necessità di avere un quadro preciso di priorità sulle quali la Grecia deve accettare il monitoraggio dei creditori (sia pure in una forma meno visibile, ma non necessariamente piu' morbida, morbida rispetto al passato).

Ristrutturazione del debito: riduzione o ulteriore dilazione?
Poi c'è la questione del debito di cui Tsipras continua a chiedere la ristrutturazione. Quantomeno il leader greco vuole portare di fronte al Parlamento l'impegno dei creditori ad alleviarlo. Il Fondo monetario gli dà ragione, ma critica Atene perché le misure previste dal governo non sono in grado, secondo l'analisi Fmi, di raggiungere gli obiettivi dichiarati (il surplus primario quest'anno e l'anno prossimo).

Il fatto che oggi il segretario al Tesoro Usa, Jacob Lew abbia indicato che i creditori della Grecia devono mostrarsi flessibili e prendere in considerazione una ristrutturazione del debito di Atene, alimenterà polemiche tra le due sponde dell'Atlantico: nessuno dei paesi dell’Eurozona vuole anche soltanto parlarne. Su questo c'è il veto della cancelliera tedesca. I parlamentari tedeschi, infatti, sostengono che, nel caso più critico, il debito greco debba essere ulteriormente dilazionato, ma non debba essere assolutamente ridotto.

Il premier portoghese Coelho: «Nessuno sconto alla Grecia»
La discussione al Consiglio europeo sulla Grecia è durata un'ora e mezzo. Si sono levate le voci degli Stati già sottoposti al salvataggio europeo e del Fondo monetario con il premier portoghese Pedro Passos Coelho che ha spiegato l'impossibilità di procedere secondo la logica dei “due pesi due misure”: in chiaro, la Grecia non può ottenere sconti che gli altri paesi non sono riusciti a ottenere.

Non si capisce se il contrasto di queste ultime ore rifletta più la necessità dei due fronti di tenere il punto fino all'ultimo prima di fare la mossa per sboccare il negoziato oppure la necessità di dimostrare che il responsabile del fallimento è l'altro. In un negoziato in realtà questi due fattori pesano entrambi.

Fonte Ue, tecnicamente difficile pagare Fmi, rischio di arretrato per 2 giorni
A questo punto sarebbe tecnicamente difficile evitare che per un paio di giorni soltanto la Grecia si trovi in una situazione di “arretrato nei pagamenti” verso il Fondo monetario internazionale. Lo ha indicato un responsabile europeo. È un fatto che, indica la stessa fonte a Il Sole 24 Ore, sarebbe negativo per i mercati finanziari, tuttavia si tratta di una situazione transitoria perché, nella migliore delle ipotesi, sarà trovato domani un accordo all'Eurogruppo.

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