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Tsipras dice addio a Varoufakis per facilitare l'accordo con i creditori

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Tsakalotos possibile successore

Tsipras dice addio a Varoufakis per facilitare l'accordo con i creditori

Alixis Tsipras dice addio al “centauro” Varoufakis, volta al centro per facilitare l'accordo con i creditori ed evitare il collasso delle banche elleniche ormai agli sgoccioli di contante. Questo il significato politico dell'addio del controverso e glamour Yanis Varoufakis dalla poltrona più scottante e scomoda del governo Syriza spesso ritratto in sella alla sua mitica moto con giubbotto di pelle d'ordinanza. La prima volta che l'ho incontrato è stato alla suo giuramento da ministro dove si presentò con la camicia fuori dai pantaloni e senza cravatta. Quasi una divisa e poi un'icona di quella rivoluzione della comunicazione greca che ha portato poi a Bruxelles.

Alexis Tsipras si libera dell'ingombrante economista “marxista”, usato dal premier come testa di ariete per rompere la spirale di piani di aiuti il cui unico scopo era aggravare la recessione in atto con nuove misure di austerità senza affrontare il tema del taglio del debito da 320 miliardi di euro pari al 180% del Pil. Varoufakis ha però esagerato in questa contrapposizione con la troika al punto che al summit di Riga è stato definito «un perditempo, un giocatore d'azzardo, un dilettante ” dai suoi colleghi. Varoufakis ormai rischiava di essere una presenza ingombrante, soprattutto non ha mai amato il lavoro oscuro di “cacciavite” sui conti pubblici ( parole di Romano Prodi) per frequentare le ribalte dei convegni internazionali dove era ricevuto come una star. Gli è stato fatale un servizio giornalistico francese che lo ritraeva con sua moglie dalla terrazza con vista sull'Acropoli, della sua casa ad Atene.

Ora Tsipras senza Varoufakis potrà cercare di virare al centro e aprire a maggioranze variabili. Una possibile apertura a personalità tecniche di To Potami e Pasok nella delegazione tecnica di negoziatori oggi guidata dal moderato e rispettato Euclid Tsakalotos, studi in Gran Bretagna in economia, non è esclusa in giornata.
Varoufakis ha rassegnato le dimissioni dopo la vittoria del no al referendum a suo modo: annunciandolo via Twitter. Lo stesso Varoufakis ha spiegato di volere così aiutare il primo ministro Alexis Tsipras, a raggiungere un'intesa con i creditori. 'Subito dopo l'annuncio dei risultati del referendum – ha scritto Varoufakis sul suo blog - sono stato informato di una certa preferenza di alcuni membri dell'Eurogruppo e di 'partner' assortiti per una mia... 'assenza' dai loro vertici, un'idea che il primo ministro ha giudicato potenzialmente utile per consentirgli di raggiungere un'intesa.

Per questa ragione oggi lascio il ministero delle Finanze. Considero mio dovere - prosegue il ministro - aiutare Alexis Tsipras a sfruttare come ritiene opportuno il capitale che il popolo greco ci ha garantito con il referendum di ieri e portero' con orgoglio il disgusto dei creditori”. Alla notizia dell'addio l'euro è risalito a quota 1,1 euro. I mercati evidentemente non lo amavano, ma a lui interessava essere amato dalla gente comune a cominciare dalla “pattuglia” delle donne di servizio del ministero delle Finanze che aveva riassunto come primo atto concreto del suo ministero. Lo aveva detto esplicitamente : “Tra i creditori e le esigenze dei greci colpiti dall'austerità sceglierò sempre la gente”. Carattere spigoloso e spesso arrogante anche con noi giornalisti ha avuto il merito di riportare il dibattito sulla crisi greca con il suo amico Galbraith sui binari della sostenibilità del debito.

Per la successione circola con insistenza il nome del già citato capo negoziatore Euclid Tsakalotos, personalità più conosciuta e più gradita al gruppo dei negoziatori.

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