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Hacking Team alza bandiera bianca: «Nostri software fuori controllo». Si teme per il terrorismo

«Abbiamo perso la capacità di controllare chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori ed altri possono implementarla a volontà. Crediamo sia una situazione estremamente pericolosa, è oramai evidente che esiste una grave minaccia». È il grido d'allarme lanciato pochi minuti fa da Hacking Team attraverso una nota ufficiale. La società di spionaggio digitale, colpita e affondata da un attacco hacker nelle scorse ore, esce allo scoperto con un comunicato carico di preoccupazioni. Un comunicato dal quale si apprende che i 400 gb di dati sottratti non sono un danno fine a sé stesso. Tutt'altro.

Hacking Team alza bandiera bianca e dichiara apertamente di non essere in gradi di controllare la tecnologia di spionaggio in suo possesso. «Stiamo valutando se è possibile contenere i danni» fanno sapere dalla società milanese. «Prima dell'attacco potevamo controllare chi aveva accesso alla nostra tecnologia. Ora, a causa del lavoro di criminali, abbiamo perso la capacità di controllare chi la utilizza». Che in sostanza vuol dire: i nostri spyware potrebbero essere finiti nelle mani di chiunque, e potrebbero quindi essere utilizzati per qualsiasi cosa. Il pensiero va immediatamente al terrorismo, anche perché le cronache recenti raccontano sempre più spesso di azioni di questo tipo. E oggi che 400 gigabyte di file contenenti documenti riservati - ma anche falle aperte per entrare nei sistemi fino a ieri sconosciute ai più – sono a disposizione del deep web, le preoccupazioni possono essere ragionevolmente notevoli.

«I nostri ingegneri – è scritto nella nota - lavorano a ritmo serrato per aggiornare il nostro software Remote Control System che permette ai clienti di avere informazioni di intelligence e su criminali. I nostri clienti hanno sospeso l'uso di questo sistema che è stato compromesso dall'attacco. È un passo importante per proteggere informazioni investigative e di polizia». E a proposito di indagini, la procura di Milano, come scrivevamo ieri, sta mettendo in ordine i pezzi. Il fascicolo è in mano al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che coordina il pool competente anche per i reati informatici. L'ipotesi di reato, al momento, è quella di accesso abusivo a sistema informatico. Ma da un incartamento di questo tipo potrebbe emergere qualunque cosa.
@biagiosimonetta

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