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Grecia, accordo più vicino. Dijsselbloem: piano Tsipras «esauriente»

La trattativa tra la Grecia e l’Unione Europea è a una svolta anche se la strada resta ancora lunga e impervia. Importanti aperture sono state indicate dai vertici europei dopo l’invio della proposta del premier ellenico Alexis Tsipras di riforme di politica economica, tagli alla spesa e aumenti delle tasse per un totale di 13 miliardi di euro in due anni, pari al 7,2% del Pil greco. Un piano molto simile a quello che i creditori avevano presentato prima del referendum greco. Secondo il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem la proposta presentata dalla Grecia ai vertici europei risponde alle richieste dei creditori. Positive anche le reazioni di Francia e Italia, mentre la Germania resta cauta.

Dijsselbloem ha giudicato le proposte inviate da Atene la notte scorsa «esaurienti», ma ha precisato che dovranno essere valutate sulla base della loro fattibilità. Il ministro olandese ha poi aggiunto che ora, insieme alla Commissione, alla Bce e al Fmi «si faranno i calcoli» e si vedrà se «i conti tornano». Se le tre istituzioni daranno l’ok, l’Eurogruppo, convocato sabato per le 15, potrà raccomandare il lancio dei negoziati per il terzo piano di aiuti alla Grecia, dopo quelli del 2010 e 2012 per un totale di 240 miliardi. Il terzo salvataggio potrebbe aggirarsi tra i 50 e i 70 miliardi di euro, di cui 14 miliardi secondo fonti bancarie andrebbero alla ricapitalizzazione delle banche greche, messe in ginocchio dalla massiccia fuga dei correntisti. Dopo il sì dell’Eurogruppo la Bce avrà tutto lo spazio per ampliare il tetto della liquidità fornita alle banche greche, e probabilmente di trasferire una parte dei profitti realizzati con la detenzione dei titoli sovrani ellenici (così Atene potrà pagare alla stessa Bce 3,5 miliardi di il 20 luglio). Una volta riaperti i rubinetti della Bce, le banche greche potrebbero riaprire entro la fine della prossima settimana.

«In un modo o nell’altro, è una decisione di grande portata quella che dobbiamo prendere» al vertice di sabato, ha aggiunto il capo dell’Eurogruppo. Verso le 13 si sono riuniti in teleconferenza il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, quello della Bce, Mario Draghi, la direttrice del Fmi, Christine Lagarde, e lo stesso Dijsselbloem. I vertice delle quattro istituzioni si sono confrontati sulle proposte di riforme presentate dal governo greco e sulla richiesta di un programma di sostegno all'Esm, il fondo salva-Stati dell’area euro.

Il nodo del debito
Domani, secondo fonti Ue, l'Eurogruppo discuterà anche di un alleggerimento del debito greco, l’altra faccia del compromesso senza la quale Tsipras uscirebbe pesantemente sconfitto dalla partita. Secondo la stampa greca i creditori chiedono che Atene approvi - nell'ambito di «misure preliminari» - una legge sulle riforme da attuare per convincerli definitivamente delle buone intenzioni del governo Tsipras.

Lo scoglio di Syriza...
Oggi in serata il Parlamento greco sarà chiamato ad esprimersi sul piano proposto ieri notte da Tsipras. L’ala sinistra di Syrizia ha già fatto trapelare la sua insoddisfazione attraverso il ministro dell’Energia Panayiotis Lafazanis e una dura nota di 5 esponenti del partito. «La proposta non risolve i problemi del paese e non ci fornisce una prospettiva positiva», ha detto a margine di una riunione del partito di governo guidato dal premier Alexis Tsipras. Il quale ha chiesto al suo partito di appoggiare il piano presentato alla Ue in cambio di nuovi aiuti al Paese. Tsipras conta su una maggioranza di 162 seggi in Parlamento, composta da 149 deputati di Syriza e 13 dei nazionalisti di Anel. In caso di defezioni importanti, Tsipras sarebbe costretto a far passare il piano con il voto dei partiti filo-europei come Nea Dimokratia dell’ex premier Samaras e il Partito socialista.

... e lo scoglio dei sei Parlamenti
In caso di esito positivo dell’Eurogruppo c’è però da superare lo scoglio dei Parlamenti nazionali. In sei Paesi infatti - Germania, Olanda, Austria, Finlandia, Estonia e Slovenia - il mandato a negoziare un nuovo salvataggio della Grecia deve essere approvato dalle assembleee. I tempi dunque sono stretti. «Solo se il governo greco - spiega il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert - si mostra pronto a prendere serie riforme, il nostro governo andrà al Bundestag a ricercare un mandato per il negoziato». Il governo tedesco conferma dunque la sua cautela e non si sbilancia sull’esito delle trattative. Secondo quanto riporta l'agenzia Afp sulla base di fonti parlamentari tedesche, il Parlamento tedesco potrebbe votare una prima volta il 15 luglio per autorizzare il governo a negoziare. Il Bundestag dovrebbe poi votare il 17 sull’accordo raggiunto.

Hollande «sponsor» di Atene. Padoan: importanti passi avanti
Per François Hollande, «le prossime ore saranno importanti». «Ancora nulla è fatto», ha affermato il presidente francese, che giudica tuttavia le proposte greche «serie» e «credibili». «I greci mostrano una determinazione a restare nella zona euro», ha dichiarato Hollande, sottolineando che «le discussioni devono riprendere con una volontà di concludere». La Francia, insieme agli Stati Uniti, ha avuto in queste ore un ruolo cruciale nel tenere vivo il filo del dialogo dopo che l’esito del referendum di domenica scorsa aveva allontanato le parti. Positive anche le reazioni del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che parla di «importanti passi avanti in queste ore verso una soluzione» della crisi con Atene.

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