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Grecia: Renzi, l’accordo può essere fatto già sabato

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la visita del premier irlandese a roma

Grecia: Renzi, l’accordo può essere fatto già sabato

La speranza è di non rivedersi anche domenica. Vuol dire «che l’accordo sulla Grecia può essere fatto anche nella giornata di sabato dai ministri dell’Economia». Apre una porta sul buon esito delle trattative in corso il premier Matteo Renzi, nella conferenza stampa al termine dell’incontro con il primo ministro irlandese Enda Kenny. Ora, come ammette apertamente, è «più ottimista del passato» sulla possibilità di una soluzione per evitare che si apra il baratro davanti ad Atene. Tuttavia per il presidente del Consiglio «la vera questione non si risolverà domenica o sabato con un accordo sulla Grecia ma continuerà finché non si avrà il coraggio di dire che c’è bisogno di una discussione in più sulla crescita e meno sull’austerity, più sui valori meno sui quattrini». In questo senso i prossimi mesi saranno importanti per come potrà avviarsi il nuovo corso europeo. «La comunicazione della Commissione sulla flessibilità e il piano Juncker vanno bene ma sono ancora troppo timidi» nota secco il premier.

Padoan: sulla Grecia un accordo si troverà

In serata il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, parlando dal palco della Festa dell'Unità, ribadisce che «un accordo si troverà», ma «l'Eurogruppo di domani deve decidere se si avvia un vero negoziato. Domani il negoziato non si chiude, ma si apre». Poi ribadisce che «l'Italia non è la Grecia. È un paese solido perché ha fatto le riforme e non corre nessun rischio di shock anche se le cose dovessero andare male».

Renzi: mai così tante riforme
«L’Italia in questo anno ha messo in fila una serie di riforme. Per anni ha considerato l’Europa come il luogo dove prendere la lezioncina sulle riforme da fare. Non c’è nessun Paese in Europa che abbia fatto così tante riforme in così poco tempo. Ora possiamo dire o no che un’Europa che si basa solo sui parametri non esiste? Ecco qual è la discussione da fare nei prossimi mesi», spiega ancora il premier.

«Dati dell’Istat segnano un’inversione di tendenza»
Quanto all’Italia in conferenza stampa il presidente del Consiglio osserva che i dati di oggi sull’occupazione, la produzione industriale e la crescita «sono ancora bassi rispetto a quello che possiamo fare ma più alti del recente passato. Questo perché quando si fanno le riforme le cose cambiano». Per Renzi la dinamica positiva osservata è comunque il segnale di un’inversione di tendenza non trascurabile. Il premier ricorda anche l’ampiezza delle materie in cui si è intervenuti a riprova dell’attivismo dell’esecutivo. «Nel giro di un anno abbiamo cambiato il mercato del lavoro, abbiamo dato stabilità al sistema politico con la nuova legge elettorale, abbiamo approvato le regole contro la corruzione e per la responsabilità civile dei magistrati e ieri abbiamo fatto un investimento sulla scuola con 100mila professori in più. Spero che nelle prossime ore chiuderemo la riforma della Pa, una delle principale sfide che abbiamo».

Padoan: Italia presto raddoppierà velocità crescita
Non a caso in serata il ministro Padoan, rivendicando alla Festa dell’Unità di Roma il lavoro svolto finora dal governo dichiara: «Oggi bene che vada l'Italia può crescere all'1%. Ci aspettiamo che cresca molto di più, molto presto che cresca a velocità doppia che in passato. Il lavoro è il metro di successo della politica economica». E aggiunge: «Dobbiamo sgranchirci i muscoli e togliere le incrostazioni con le riforme».

Migliaio di aziende italiane investono in Brasile
Il presidente del Consiglio, parlando dei rapporti tra Roma e Brasilia al termine dell'incontro con la presidente Dilma Rousseff sottolinea che «ci sono un migliaio di imprese italiane che operano in Brasile, che danno lavoro e investono». E spiega: «Penso a Fiat-Chrysler, il cui nuovo stabilimento all'avanguardia tecnologica è stato inaugurato dal presidente Rousseff e penso a Pirelli e a tante altre aziende italiane che hanno investito o investiranno». Tra Italia e Brasile ci sono anche «questioni aperte, in particolar modo nel settore della giustizia» e l'auspicio è che «il nuovo clima» possa aiutare una «soluzione anche dei casi più difficili». Il premier non fa alcun riferimento a casi specifici. Ma è noto che uno dei complessi casi giudiziari internazionali riguarda Cesare Battisti, di cui l'Italia aveva chiesto l'estradizione dal Brasile.

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