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Profughi, accordo Ue su 32mila ricollocamenti

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Attualità

Profughi, accordo Ue su 32mila ricollocamenti

BRUXELLES

I ministri degli Interni hanno trovato ieri un accordo per redistribuire su due anni in tutta Europa poco più di 32mila profughi arrivati in Italia e in Grecia. Il totale dei rifugiati è inferiore all’obiettivo di 40mila migranti. Tuttavia, in questa fase, non è la cifra che conta. Non solo c’è la speranza che questa aumenti nei prossimi mesi. Per la prima volta, i Ventotto hanno accettato di ricollocare rifugiati tra tutti i paesi membri, mettendo un primo tassello alla riforma del Principio di Dublino.

Jean Asselborn, ministro degli Esteri e dell’Immigrazione del Lussemburgo e presidente di turno dell’Unione, ha annunciato che i Ventotto hanno promesso di ricollocare un primo gruppo di 32.256 rifugiati. «Abbiamo trovato un accordo per coprire il primo anno», ha riassunto Asselborn, ottimista che nuove promesse di accoglienza giungano a fine anno per raggiungere il totale stabilito. L’operazione dipende dall’impegno di Italia e Grecia di identificare i migranti che arrivano sul loro territorio.

Nel contempo, i ministri hanno deciso anche il reinsediamento di 22.504 persone, tuttora in centri di raccolta fuori dal territorio dell’Unione (il totale è superiore all’impegno originario di 20mila). Le due decisioni sono giunte dopo un lungo negoziato. In aprile, i drammatici naufragi nel Mediterraneo costrinsero i Ventotto a una riunione straordinaria del consiglio europeo in cui chiesero alla Commissione europea di presentare proposte legislative per rispondere all’emergenza.

Alla fine di maggio, l’esecutivo comunitario presentò proposte di ricollocamento e di reinsediamento obbligatori, allorché in aprile i Ventotto si erano messi d’accordo perché questi fossero volontari. Molti paesi hanno quindi protestato, ma dopo una lunga trattativa è stata trovata una soluzione. I paesi hanno ieri fatto promesse sul numero di rifugiati che accoglieranno. La lista è stata adottata in una risoluzione, che nei fatti è un documento giuridicamente vincolante.

Tutti i paesi partecipano all’operazione, salvo l’Austria, l’Ungheria, l’Italia e la Grecia. Gli ultimi due sono stati esentati perché l’obiettivo è proprio di alleggerire il loro fardello. Budapest e Vienna hanno preferito non partecipare, ricordando che le conclusioni del vertice europeo di giugno stabiliscono che la redistribuzione doveva tenere conto della “specifica situazione dei paesi”. Mete di arrivo dall’Oriente, l’Ungheria e l’Austria si considerano nella stessa situazione dell’Italia o della Grecia.

La Spagna, invece, che fino all’ultimo non ha voluto prendere impegni cifrati, ha promesso che accoglierà 1.300 rifugiati (si veda Il Sole/24 Ore di sabato). L’accordo può deludere alcuni osservatori, ma è in realtà un importante passo avanti nel tentativo europeo di mutualizzare la gestione dell’immigrazione. Mai prima di ora era stato messo in dubbio il Principio di Dublino. Questa regola comunitaria prevede che responsabilità dell’asilo sia del paese di primo sbarco.

A questo riguardo, la Commissione europea presenterà una riforma più ampia del Principio di Dublino entro la fine dell’anno, come ha ribadito in una conferenza stampa il commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos. «Lasciare che la solidarietà dell’Unione dipenda dalla buona volontà dei paesi ha i suoi limiti», ha spiegato dal canto suo Asselborn. L’Irlanda, esentata dall’applicare le regole in questo campo, ha deciso di partecipare alla ricollocazione, accogliendo 600 profughi.

«Abbiamo avuto molto di più di quello che tutti i governi precedenti avevano mai pensato di avere», ha commentato il ministro degli Interni Angelino Alfano. Sempre qui a Bruxelles, riferendosi al ruolo dei comuni del Nord Italia nell’accogliere stranieri, l’uomo politico ha annunciato che su richiesta del premier Matteo Renzi verrà sostituita la prefetta di Treviso, Maria Augusta Marrosu, a cui viene rimproverata una gestione controversa dell’accoglienza di un gruppo di immigrati nella sua provincia.

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Commento sull’accordo Ue

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