Mondo

Governance, vincono i paesi del Nord Europa. Italia dietro

  • Abbonati
  • Accedi
TRA I PAESI OCSE E UE

Governance, vincono i paesi del Nord Europa. Italia dietro

Nelle capacità di governance, nelle politiche economiche, sociali, ambientali, nelle riforme e nel livello di democrazia, i paesi nordici sembrano avere più successo. Su quarantuno paesi Ocse e Ue esaminati dalla lente di ingrandimento del think tank Bertesmann Stiftung, nell'indice Sustainable Governance Indicators (SGI) l' Italia si posiziona trentaquattresima nelle performance delle politiche, trentunesima per quanto riguarda le politiche economiche e sociali e trentaduesima per quelle ambientali. Ventisettesima invece per quanto riguarda la capacità di governance dell'Esecutivo.

Tra i paesi del Nord, in particolare la Germania e la Svizzera ottengono i migliori risultati nelle politiche sostenibili. Anche l'Estonia ha una buona posizione rispetto alla performance politica: arriva settima appena dopo la Germania, grazie al budget destinato alle politiche sostenibili e a quello che, dal think tank , viene definito un ottimo sistema di istruzione. Anche per quanto riguarda la governance è sempre il Nord ad avere la meglio e la Nuova Zelanda si distingue per un governo con un'alta capacità strategica e un orientamento a lungo periodo.

Mentre economicamente parlando i paesi Ocse e Ue sono riusciti a recuperare qualcosa, rispetto al periodo di crisi, tra maggio 2013 e novembre 2014. In paesi come la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda le recenti riforme strutturali hanno mostrato i loro effetti. Anche in Grecia si era potuto assistere ad un leggero miglioramento rispetto agli indici SGI dell'ultimo periodo, ma dall'inizio di quest'anno non si sono invece avuti avanzamenti nei nuovi indicatori. «La Grecia, scrive il think tank, è di nuovo in fondo alla nostra classifica nella comparazione tra diversi paesi». I paesi del Sud Europa devono ancora affrontare numerose sfide della crisi.

Il nostro paese, seppure si collochi con un punteggio basso in questo campo, migliora di 0.4 punti per quanto riguarda le politiche economiche rispetto al 2014. Secondo l'organizzazione Bertelsmann Stiftung, importanti sono le recenti misure di espansione adottate: l'aumento di flessibilità nel mercato del lavoro e gli incentivi fiscali per assumere nuovi lavoratori. Sebbene i conti siano stati portati in gran parte sotto controllo, il think tank insiste sul fatto che rimanga ancora difficile per l'Italia provvedere al grande debito accumulatosi. Diffusa è l'evasione fiscale che rende necessarie tasse più alte che gravano sui singoli e sulle imprese. L'alto debito si riflette sullo scarso finanziamento della ricerca e dello sviluppo. Anche il sistema di istruzione dell'Italia non è di alta qualità, anche se è stata annunciata un'ampia riforma. I tassi di povertà stanno crescendo e i sussidi per le famiglie e i pensionati sono pochi. Le politiche di redistribuzione delle tasse hanno finora fallito in quello che doveva essere il tentativo di aiutare i bassi redditi. Promosso a livello generale è il nostro sistema sanitario , che però varia da regione a regione. Sulla parità di genere invece il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro è ancora basso rispetto alla concessione di un abbondante periodo di maternità, sostiene il think tank. Anche la percentuale di nascite è bassa. Mentre le riforme pensionistiche avrebbero migliorato il sistema di sostenibilità. Passi in avanti si registrano sulle politiche d'immigrazione che sarebbero divenute più pragmatiche nella regolarizzazione dei migranti.

Sull'ambiente il nostro paese ha ancora un cammino da fare, nonostante sia forte nel campo delle energie rinnovabili e le emissioni CO2 siano sotto la media Ue. Seri problemi rimangono sull'efficienza dell'acqua e la gestione dei rifiuti soprattutto al Sud e anche nelle piccole città è alta la concentrazione dello smog. Sulle capacità di governance dell'esecutivo, ci sono stati lievi miglioramenti ma si rimane comunque nell'ultimo blocco della classifica. A mancare in particolare è un piano di lungo periodo e una cultura amministrativa. Mancano le risorse per monitorare i dettagli tecnici delle iniziative legislative più attentamente. L'autonomia ministeriale è diminuita con il Premier al centro di un informale meccanismo di coordinamento. I governi recenti, continua l'analisi , hanno in questi anni attuato riforme senza coinvolgere in maniera profonda gli attori economici e sociali.

Il governo Renzi si è mosso rapidamente nell'implementare ampie riforme, la cui efficienza non è ancora chiara. In questo senso il monitoraggio ministeriale è migliorato ma le risorse rimangono limitate per questo compito. Il think tank bacchetta anche i mezzi di informazione italiani che offrirebbero una copertura mediatica considerevole ma spesso superficiale nel settore dell'informazione politica. Infine sulla qualità della democrazia il nostro paese è ventitreesimo, passi avanti sono stati fatti sul pluralismo dei media rispetto all'era del governo Berlusconi, grazie anche alla crescita dei media online, al miglioramento della neutralità nella televisione pubblica. Rimangono ancora problemi la discriminazioni contro i migranti soprattutto nel mercato del lavoro e la discriminazione di genere. Seri problemi sono la certezza del diritto, minata da leggi ritenute inconsistenti, e l'ampia corruzione.

© Riproduzione riservata