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Grecia, il Parlamento approva il secondo pacchetto di riforme

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la crisi del debito

Grecia, il Parlamento approva il secondo pacchetto di riforme

Il Parlamento ellenico ha approvato nella notte il disegno di legge riguardante la seconda serie di cosiddette “azioni prioritarie” richieste dai creditori della Grecia tra cui le modifiche al codice di procedura civile (giustizia più veloce per favorire gli investimenti esteri) e l'adozione della direttiva Ue sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi degli enti creditizi che introduce il bail-in, cioè le potenziali perdite per i creditori privati (anche titolari di depositi ma sopra i 100mila euro) prima di ricorrere all'aiuto di Stato.

Il secondo provvedimento di austerità è stato approvato a larga maggioranza, con 230 voti a favore, 63 voti contrari, 5 astenuti e 2 assenti, grazie al voto delle opposizioni di Neo Dimokratia guidata da Meimarakis, i socialisti del Pasok e i liberali di To Potami.
I ribelli di Syriza si sono ridotti a 36 tra no e astenuti e l'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha votato a favore dopo aver votato no mercoledì scorso. Al voto di mercoledì scorso il premier greco aveva ottenuto 123 voti sui 162 che aveva sulla carta della sua maggioranza grazie alla tenuta del partito di coalizione dei Greci indipendenti che hanno votato tutti e 13 compatti, mentre nelle fila di Syriza ben 39 deputati si erano defilati o si sono astenuti.

«Le forze conservatrici hanno avuto una vittoria di Pirro di fronte al popolo greco, ma hanno perso la sensazione di governare l'Europa», ha detto Tsipras in Parlamento.
«L'accordo che domani iniziamo a negoziare contiene l'impegno a ristrutturare il debito e copre i nostri bisogni per i prossimi tre anni con un finanziamento di 82-86 miliardi di euro, la proposta Juncker era di cinque mesi per 7 miliardi», si è difeso il premier.
All'appello però mancano ancora la revisione delle baby-pensioni e le modifiche alla tassazione agevolata degli agricoltori (eliminazione delle esenzioni sui carburanti, Iva speciale e restrizione sui requisiti per essere definito coltivatore diretto con l'accesso ai fondi europei) che verranno approvati in seguito a causa di alcune contrarietà di alcuni deputati di Nea Dimokratia, il partito all'opposizione ma i cui voti sono necessari.
L'approvazione di queste “azioni prioritarie” è necessaria per ricevere assistenza per 86 miliardi di euro dai creditori.
Intanto entro metà agosto dovrebbe arrivare la seconda tranche da 5 miliardi di euro del prestito ponte dopo il via libera alla prima rata da 7,3 miliardi di euro. E ieri è tornata la troika ad Atene dopo mesi di assenza con una novità nella squadra: l'Fmi ha cambiato il suo rappresentante; Rishi Goyal sarà sostituito dall'economista Delia Velculescu che farà capo a Poul Thomsen, capo del dipartimento europeo.

La Commissione Ue scommette su un accordo con la Grecia sul prestito e il programma entro la seconda metà agosto. Lo ha indicato il responsabile degli affari economici Pierre Moscovici. Si tratta di una data obbligata: il 20 agosto il Tesoro ellenico deve rimborsare alla Bce oltre 3 miliardi di euro. «Parlare della seconda quindicina di agosto è una buona finestra», ha indicato Moscovici. Ad Atene la nuova portavoce del governo ha detto che Tsipras spera di concludere entro il 20 agosto.
Nel frattempo, il maggiore sindacato greco del settore pubblico, l'Adedy, ieri ha tenuto un grande raduno ai Propilei, nel centro di Atene, cui ha fatto seguito una manifestazione in piazza Syntagna di 6mila persone (con alcuni violenti che hanno lanciato bombe molotov) davanti al Parlamento proprio mentre era in corso la sessione plenaria della Camera dei deputati. L'Adedy ha esortato cittadini e altri sindacati a unirsi ai dipendenti statali «nella lotta contro il nuovo piano di salvataggio, per ribaltare l'austerità e difendere la democrazia del Paese».
Intanto la Grecia ha ridotto il debito pubblico di 8,3 punti, record tra i paesi Ue, nel primo trimestre perché ha restituito aiuti ricevuti a Efsf e Fmi. È il “paradosso” che emerge dai numeri diffusi da Eurostat, in base a cui il debito di Atene è sceso al 168,8% nei primi tre mesi dell'anno. Secondo quanto spiegano gli esperti di Eurostat, la Grecia ha restituito prestiti ricevuti dall'Efsf per la ricapitalizzazione delle banche che non ha utilizzato, e ha effettuato un rimborso all'Fmi utilizzando la liquidità delle autorità locali e dei fondi pensione.

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