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Il piano di Varoufakis per tornare alla dracma

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Il piano di Varoufakis per tornare alla dracma

Varoufakis aveva un piano di riserva per passare a una moneta parallela nel caso i negoziati con i creditori fossero falliti. «Il primo ministro, prima che vincessimo le elezioni, mi aveva dato il disco verde per formulare un piano B. Io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia per ovvie ragioni». Così l’ex flamboyant ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, in un audio pubblicato sul sito dell’Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF) in cui spiega in dettaglio con tono professorale a un gruppo di fund manager della City l’ennesimo “piano segreto” consistente nel dare un codice bancario e fiscale ad ogni contribuente e società per gestire il passaggio a una nuova valuta in caso di fallimento dei negoziati con Bruxelles.

A capo del gruppo l’economista Usa James Galbraith, figlio di John Galbraight. «Ci stavamo preparando su vari fronti», ha detto Varoufakis nell’audio pubblicato - con il suo consenso - dall’Omfife registrato durante una conference call una settimana dopo le improvvise dimissioni di Varoufakis dal governo il giorno dopo aver vinto il referendum. «Prendiamo il caso dei primi momenti in cui le banche sono chiuse, i bancomat non funzionano e ci deve essere un qualche sistema di pagamento parallelo per permettere all’economia di stare in piedi e dare alla gente la sensazione che lo Stato abbia tutto sotto controllo e che ci sia un piano», ha detto Varoufakis.

In questo frangente il team “coordinato” dal Galbraith aveva ideato un sistema di pagamento ombra basato sul sito dell’agenzia delle entrate greco che avrebbe permesso, attraverso un pin fornito a chi doveva del denaro, fosse lo Stato o soggetti privati, di trasferire le somme in “formato digitale”, nominalmente in euro.

«Questo sistema era ben sviluppato e avrebbe fatto la differenza», ha detto Varoufakis. «Avremmo potuto estendere il sistema agli smartphone con un’app e sarebbe potuto diventare un funzionale meccanismo finanziario parallelo: al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma». Sarebbe bastatao usare gli Iou, i pagherò di carta da dare a pensionati e dipedenti pubblici ma forse era troppo banale. Varoufakis, nella conversazione telefonica, ha detto anche che la crisi greca «non è affatto finita» e che la difficoltà di tradurre in realtà il piano stava «nel passare dalle cinque persone che lo stavano immaginando alle mille che avrebbero dovuto realizzarlo». Per la “fase due” serviva una seconda autorizzazione da parte del primo ministro Alexis Tsipras. Autorizzazione che fortunatamente non è mai arrivata. Galbraith, in un post apparso sul blog di Varoufakis, ha confermato di aver preso parte al gruppo di lavoro segreto dell’ex ministro greco. «Ho lavorato cinque mesi, da febbraio ai primi di luglio, a stretto contatto con Varoufakis ed ero parte del gruppo che ha elaborato piani alternativi contro tentativi di asfissiare il governo greco, compreso azioni aggressive per spingere il Paese ad abbandonare l’euro».

Poi Tsipras ha deciso che il piano B era licenziare Varoufakis e restare nell’euro. Più semplice che passare alla dracma.

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