La Bce aumenta la quota di titoli acquistabili in una singola emissione, abbassa le stime su inflazione e Pil e si dice pronta a estendere il programma di Qe oltre la scadenza prevista nel settembre 2016. Queste le principali indicazioni emerse dalla riunione del Consiglio direttivo sotto la presidenza di Mario Draghi, che oggi ha compiuto 68 anni. Una Bce dunque in versione «colomba», come hanno subito commentato diversi analisti. E infatti le Borse hanno accelerato il passo dopo le prime parole di Draghi, e l’euro ha perso terreno.
Quota titoli acquistabile con Qe sale a 33% emissione
Durante la conferenza stampa, parlando del Qe, Draghi ha precisato che il piano è «flessibile» e che la Bce è pronta a intervenire, se necessario. Draghi ha anche annunciato la decisione di innalzare dal 25% al 33% la quota di titoli di Stato acquistabili dalla Bce per ogni emissione, mentre resta invariato il tetto dei 60 miliardi mensili.
Qe anche oltre settembre 2016, se necessario
Draghi ha poi aggiunto che «il programma di “quantitative easing” sta proseguendo senza intoppi». Gli acquisti di titoli «sono previsti fino al settembre 2016 o anche oltre, se necessario», perché «il programma di acquisti di titoli dispone della sufficiente flessibilità, in termini di aggiustamento di mole e durata». Gli analisti si aspettano nei prossimi mesi altre misure espansive. «Alla luce del debole outlook sull’inflazione e delle revisioni al ribasso - osserva Barclays in una nota - restiamo convinti che la Bce dovrà allentare ancora la sua politica monetaria entro la fine dell’anno, molto probabilmente attraverso un’estensione del programma di Qe. Un taglio al tasso sui depositi, che sarebbe più efficace per indebolire l’euro, appare invece improbabile».
Giù le stime di inflazione e crescita
La Bce in effetti ha rivisto al ribasso la stima dell'inflazione nell'Eurozona per il 2016 all'1,1% dall'1,5%, quella per il 2017 è stata tagliata all'1,7% dall'1,8%. Per quest'anno la stima è passata allo 0,1% dallo 0,3%. Con queste nuove stime, che allontanano ulteriormente Francoforte dall’obiettivo di un’inflazione «inferiore ma vicina al 2%», aumentano le probabilità che il massiccio programma di acquisto partito lo scorso marzo possa proseguire oltre la scadenza prevista del settembre 2016 o essere aumentato in termini quantitativi. «Potremmo vedere dati negativi sull'inflazione nei prossimi mesi», ha avvertito il presidente della Bce, aggiungendo però che questa dinamica dovrebbe derivare dagli effetti «transitori» dei cali dell’energia e delle altre materie prime.
I tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita economica dell'area euro: per il 2015 al +1,4% (da +1,5%), sul 2016 al +1,7% (da +1,9%) e sul 2017 al +1,8%. Un altro indicatore che fa pensare a un lungo periodo di stimoli monetari da parte della Bce. Le ultime previsioni «risalgono al 12 agosto scorso», ha puntualizzato Draghi. Quindi tutto quello (di negativo) che è accaduto successivamente, a cominciare dalla Cina, «è potenzialmente un rischio al ribasso» per queste stime.
Tassi al minimo storico
I tassi di interesse ufficiali dell'area euro rimangono dunque inchiodati al minimo storico dello 0,05 per cento. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20 per cento. Come ampiamente atteso, alla prima riunione dopo la pausa estiva il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di confermare lo status quo.
C'era poi il caso Grecia, con il nuovo piano di aiuti concordato nel corso di agosto con l'Ue e la possibilità che ora la Bce torni a concedere delle esenzioni sui requisiti minimi di rating per i titoli di Stato greci. Il cosiddetto «waiver», che consentirebbe alle banche di usare i bond greci come garanzia per ottenere i finanziamenti della Bce stessa e, in prospettiva, di includere le emissioni elleniche in quelle acquistate dall'istituzione con il suo programma di quantitative easing da 60 miliardi di euro al mese.
Confermate quindi le aspettative degli analisti, che non prevedevano decisioni concrete dall’Eurotower, ma piuttosto una conferma della disponibilità della Bce a essere flessibile e ad attivare nuove misure, come l’allungamento o ampliamento del programma di acquisto di titoli privati e pubblici, Qe, in caso di necessità.
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