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Pechino mostra i muscoli nella grande parata militare

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Pechino mostra i muscoli nella grande parata militare

Sedicimila persone, tra pluridecorati di guerra, militari, minoranze etniche e via enumerando, hanno assistito alla parata militare per le celebrazioni dei 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale che si sono appena concluse. Erano le uniche presenze umane concentrate nella piazza Tian'anmen, a tenere viva una città deserta, per motivi di sicurezza, già da almeno due giorni. Un silenzio irreale, insolito per una megalopoli di norma alle prese con traffico e aria inquinata.

Tutto si è svolto come da copione a cominciare dal tempo, cielo terso, gran caldo, zero inquinamento.
Le delegazioni straniere sono arrivate come previsto a rendere omaggio intorno alle 10 del mattino al presidente Xi Jinping e alla consorte, Li Pengyun.
I più attesi tra gli ospiti la presidente coreana Park vestita di giallo imperiale, il presidente Kazako Nazarbayev e soprattutto il presidente russo Vladimir Putin, che ha chiuso la serie degli ospiti, tra i quali il nostro ministro degli esteri Paolo Gentiloni.
Alla vista dell'arrivo di Putin in onda sul grande schermo installato nella piazza, la platea di Tian'anmen è scoppiata in un vero e proprio boato. Proprio l'asse tra Xi e Putin è l'elemento politico che balza con grande evidenza da questa kermesse organizzata nei minimi dettagli e tenendo a bada, con una certa difficoltà, il nervosismo.

In questi giorni in Cina è successo di tutto: dal crollo delle borse, ai fuochi delle fabbriche chimiche lungo la costa ad Est. Xi dopo aver letto un discorso che faceva richiamo alla fine della guerra (ma anche all'aggressione giapponese) in macchina ha compiuto un giro lungo il primo anello, mentre rendeva omaggio a tutte le forze armate lungo la strada. Xi è sembrato molto ispirato: continuava a ripetere che i «compagni hanno lavorato tanto».

I giapponesi, ovviamente, non hanno partecipato all'evento, e quella dell'invasione di cui il massacro di Nanchino resta il climax, l'episodio che non si riesce a cancellare dalla memoria. Oltre alla santa alleanza con la Russia di Putin, colpisce lo sfoggio di potenza militare nucleare: dopo l'omaggio alle forze armate cinesi hanno cominciato a sfilare sotto il ritratto di Mao dai “semplici” tank ai missili nucleari, in ordine di grandezza progressiva. Impressionante. La Cina ha sfoderato un arsenale che è già all'esame degli esperti, hanno sfilato decine di DF Dongfeng, missili a corto raggio nuclari, una vera e propria primizia.
A chiusura, dopo i voli acrobatici di elicotteri e aerei, sono state liberate in volo colombe e palloncini colorati. Nel nome e nel segno della pace.

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