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Francesco a L’Avana, un disgelo compiuto

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OGGI IL PAPA ARRIVA A CUBA

Francesco a L’Avana, un disgelo compiuto

Sono due i contenuti nella missione di Papa Francesco a Cuba: fede e diplomazia.Bergoglio è il terzo Pontefice che visita l’Isola comunista: nel 1998 sbarcò Wojtyla e nel 2011 Ratzinger.

Tre viaggi in un Paese di soli 11 milioni di abitanti, in cui solo il 45% della popolazione si dichiara cattolico e una stretta minoranza praticante, potrebbero sembrare molti. In effetti si tratta di una frequenza comparabile con quelli di Brasile e Messico, i due Paesi in cui è concentrata la maggiore quantità di cattolici.

L’attenzione dedicata a Cuba, negli ultimi vent’anni, è stata molta. Al di là delle contraddizioni tra il regime dell’isola e la filosofia cristiana della persona umana, la diplomazia vaticana, per molto tempo, ha investito risorse ed esperienza per realizzare e dare contenuto alla massima di Papa Giovanni Paolo II: «Che Cuba si apra al mondo e che il mondo si apra a Cuba». Era il del 1998.

Diciassette anni dopo i risultati sono notevoli: Francesco sbarca a L’Avana a poche settimane dal ripristino delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti. Un evento storico reso possibile proprio dall’importante contributo della diplomazia Vaticana e soprattutto da Bergoglio in persona. Gli stessi presidenti Raul Castro e Barack Obama ne hanno rilevato la portata. Il ruolo svolto da Francesco è stato nuovamente elogiato da Obama e Castro ieri sera, nel corso di una telefonata.

Francesco ha lavorato sul Dossier Cuba già dal 1998 quando, in veste di Arcivescovo di Buenos Aires, scrisse un pamphlet “Dialoghi tra Giovanni Paolo II e Fidel Castro”, in occasione della visita a Cuba di Papa Wojtyla. Nel pamphlet veniva menzionata l’importanza delle omelie e delle messe a Cuba. Due gli obiettivi raggiunti: la missione evangelica e al tempo stesso il rafforzamento di un’inclinazione, la difesa della Dottrina sociale della Chiesa.

È stata questa la via, seguita negli ultimi 15 anni, per ammorbidire il governo dei Castro e rendere meno inamovibili gli ostacoli che il sistema socialista e la sua ideologia frapponevano alla “dignità trascendente della persona umana”.

L’ultimo frutto di questo percorso è arrivato ieri: l’Amministrazione Obama ha annunciato l’allentamento di una serie di restrizioni imposte contro Cuba su viaggi, commercio e investimenti. Le modifiche permetteranno alle aziende statunitensi di aprire delle sedi a Cuba e spiegheranno come le società potranno condurre transazioni e operazioni finanziarie nel Paese caraibico, dove potranno anche assumere lavoratori locali.

Si apre inoltre un altro capitolo importante: l’arrivo a Cuba di navi da crociera e altre imbarcazioni. Secondo la fonte del New York Times che ha anticipato la notizia, i cambiamenti faranno aumentare le aspettative tra le aziende statunitensi sulle opportunità di business a Cuba e rappresentano un’altra tappa del disgelo iniziato lo scorso dicembre.

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