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Scambio di «spie» tra Russia e Estonia, libero l’ufficiale…

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scene da guerra fredda

Scambio di «spie» tra Russia e Estonia, libero l’ufficiale Kohver

Prove di distensione tra Russia ed Estonia, seppure in uno scenario di spionaggio (o presunto tale) da guerra fredda. Le autorità russe hanno infatti rilasciato l’ufficiale della polizia di sicurezza estone Eston Kohver, condannato a 15 anni per spionaggio il mese scorso, in cambio della liberazione di Alexeij Dressen, ex ufficiale dei servizi estoni condannato nel 2012 da Tallinn per aver fornito dati segreti a Mosca. Lo scambio è avvenuto su un ponte lungo il fiume Piusa che delimita la frontiera.

Il caso Kohver, esploso il 5 settembre del 2014, ha provocato una grave crisi diplomatica tra Russia ed Estonia, aggravando i rapporti tra i due Paesi, già tesi dopo l’ingresso delle repubbliche baltiche nella Nato e peggiorati con l’esplosione della crisi ucraina e le ripetute violazioni dello spazio aereo estone da parte di velivoli russi. Quando Kohver fu catturato l’anno scorso, nella zona di confine di Luhamaa, intervenne anche l’Unione europea, sostenendo che era stato rapito in territorio estone, in violazione del diritto internazionale; l’Fsb, i servizi segreti russi, hanno invece sempre sostenuto che stava compiendo un’azione di spionaggio in territorio russo. Dopo il suo arresto, l’ufficiale estone è stato accusato anche di altri reati, tra cui il contrabbando di armi, mentre Tallinn replicava che era innocente e che stava piuttosto indagando su operazioni di contrabbando che coinvolgevano i russi. Vivaci proteste da parte dell’Estonia ha poi suscitato il procedimento giudiziario , che - parole del premier Taavi Roivas - ha prodotto «un verdetto che non ha niente a che fare con un giusto processo».

I prossimi giorni chiariranno se lo scambio, peraltro ipotizzato subito dopo la condanna, contribuirà a migliorare i rapporti. L’Estonia , che accoglie un’ampia minoranza russofona, ospita già una base Nato, ad Ämari, ed è uno dei Paesi più attivi nel chiedere una più consistente presenza di truppe dell’Alleanza atlantica anche sul terreno. Ai primi di novembre, a Budapest, i Paesi Baltici e dell’Europa orientale dovrebbero tenere un vertice sul tema della sicurezza: i leader di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania si riuniranno per chiedere appunto una maggiore presenza della Nato.

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