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marcata la distanza da putin su assad

Obama: «L’Isis è circondato, può essere sconfitto». Prove di dialogo con Putin sulla Siria ma restano distanze su Assad

Prove di dialogo fra i presidenti Obama e Putin sulla Siria: spunta l'ipotesi di raid congiunti anti-Isis, ma restano le distanze sul presidente siriano Assad. Mosca è infatti aperta alla possibilità di una campagna aerea, purché in linea con il diritto internazionale, ma insiste perché si cooperi con il siriano Assad, che invece Washington ritiene un tiranno che deve lasciare. Una posizione esemplificata ieri dal presidente Obama nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu: «Assad ha brutalizzato il suo popolo, serve un nuovo leader».

Obama lo ha ribadito anche oggi durante un summit sul terrorismo alle Nazioni Unite, davanti ai rappresentanti di almeno 100 Paesi. Per sconfiggere l'Isis in Siria «c'è bisogno di un nuovo leader», ha affermato il presidente Usa dicendosi inoltre «ottimista» perché, in Iraq e Siria, l'Isis è «circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia».

Il faccia a faccia Obama -Putin
Il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Barack Obama - nel loro incontro a New York - non hanno discusso di una coalizione anti-Isis «nel senso classico del termine», chiarisce però oggi il ministro degli Esteri russo Serghiey Lavrov a Russia Today, precisando anche che «è irrealistico» pensare a un comando congiunto, ma «le azioni sul territorio devono essere coordinate così come le incursioni aeree».

L’importante incontro Obama-Putin si è svolto nella notte (ora italiana), mentre in Siria cadevano le bombe francesi, attacchi aerei che Mosca ha definito «illegittimi». Il bilaterale è stato preparato dai capi delle due diplomazie, il russo Lavrov e il segretario di Stato John Kerry.

«Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme. Eventi come questi sono utili, informali e produttivi» ha detto Putin in una conferenza stampa con i media russi. Putin ha respinto gli appelli dei leader Usa e francese alle dimissioni del presidente siriano Bashar al-Assad. «Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese» ha poi aggiunto Putin, che tuttavia non ha escluso la possibilità che la Russia si unisca ai raid aerei contro l’Isis in Siria. Ogni nostra azione sarà fatta solo se in linea col diritto internazionale. Ma ne abbiamo parlato. Ci stiamo pensando e non escludiamo nulla».

Renzi, da Italia sostegno risoluto a coalizione
Anche Matteo Renzi è intervenuto al Palazzo di Vetro. Contro l'Isis «siamo di fronte alla più grande coalizione mai vista. Serve grande responsabilità, e l'Italia è intenzionata a dare un sostegno risoluto», ha dichiarato Renzi intervenendo al summit sul terrorismo presieduto da Barack Obama a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. «Offro al presidente Obama - ha aggiunto Renzi - tutto il sostegno dell'Italia sul fronte dell'azione antiterrorismo». Il premier si è detto quindi convinto che l'Isis verrà sconfitto.

L’intervento di Obama ieri all’Onu
Gli Stati Uniti non vogliono tornare alla Guerra Fredda, non possono risolvere «i problemi del mondo da soli» e per porre fine alla guerra in Siria sono disposti a «lavorare con Iran e Russia» ha detto ieri il presidente Obama nel suo intervento alla settantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. L’accordo sul nucleare iraniano, ha spiegato Obama, «è un esempio della forza di questo approccio internazonale che evita guerre».

Un’apertura a collaborare con Vladimir Putin che non è più tale quando Obama affronta un’altra crisi: «L'America ha pochi interessi in Ucraina. Riconosciamo la profonda e complessa storia fra Russia e Ucraina, ma non possiamo» restare a guardare quando «la sovranità e l'integrità territoriale sono violati in modo flagrante» afferma Obama, e sottolinea «quanto è accaduto in Ucraina, può accadere in qualsiasi altro paese. Questo è alla base delle sanzioni che gli Stati Uniti e i nostri partner hanno imposto alla Russia. Non c’è desiderio di tornare alla Guerra Fredda».

Putin chiede una coalizione anti-Isis «come contro Hitler»
In questo senso Obama sembra avere un interlocutore a Mosca. Per la seconda volta in un mese, prima dell’incontro con Obama la scorsa notte al Palazzo dell’Onu a New York, ieri Putin ha preso l’iniziativa sulla Siria chiedendo una coalizione anti-Stato Islamico. Per combattere l'Isis, ha dichiarato il presidente russo nel suo intervento all’Onu, «occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda Guerra mondiale. Nel suo discorso all'Assemblea generale dell'Onu, il presidente russo ha sottolineato anche che «è pericoloso dare le armi ai ribelli e giocare con i terroristi». «È irresponsabile» manipolare gruppi estremisti, ha aggiunto Putin, con un chiaro riferimento alla politica di Obama in Siria.

Ucraina lascia la sala durante il discorso di Putin
Durante l'intervento del presidente russo però la delegazione ucraina ha lasciato la sala dell'assemblea generale dell'Onu in segno di protesta. Ieri tutti i membri della delegazione russa tranne uno erano usciti dalla sala durante il discorso del presidente ucraino Petro Poroshenko a un summit sullo sviluppo sostenibile.

Hollande: Assad deve lasciare
La Francia è pronta a lavorare con Russia e Iran per mettere fine al conflitto siriano, ma Teheran e Mosca devono comprendere che il presidente Bashar al-Assad non può essere parte della transizione politica nel Paese. «Russia e Iran hanno detto che vogliono essere maggiormente coinvolti nella soluzione politica. Dobbiamo lavorare con questi Paesi ma questa transizione deve avvenire senza Assad» ha spiegato Hollande.

Cameron: Assad a processo anche se coinvolto in transizione
Sulla crisi siriana si è espresso anche il premier britannico, David Cameron, parlando con i giornalisti a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. Il presidente siriano Assad, ha detto, dovrà essere processato per i crimini commessi contro il suo Paese anche nel caso in cui dovesse essere coinvolto in un governo di transizione imposto dalla comunità internazionale.

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