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Siria, sganciate le prime bombe russe. Gli Usa: «Colpiti i…

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annunciato faccia a faccia Kerry-Lavrov

Siria, sganciate le prime bombe russe. Gli Usa: «Colpiti i ribelli, non l’Isis»

La Russia ha cominciato i raid aerei in Siria. È la prima azione militare di Mosca in Medio Oriente dagli anni 80. La televisione di Stato siriana riferisce di raid su sette località della provincia di Homs e di quella confinante di Hama, più a Nord. In precedenza fonti americane avevano parlato solo di attacchi compiuti nella regione di Homs.
I russi hanno chiesto agli Stati Uniti di astenersi dal sorvolo del territorio siriano ma senza fornire informazioni sul luogo che intendevano colpire. Proprio a questo proposito il responsabile del Pentagono, il segretario alla Difesa Usa Ash Carter, ha chiesto di avviare contatti con la Russia per evitare che i raid lanciati da Mosca e quelli americani collidano o ostruiscano lo spazio a vicenda.

Contro l’Isis o con Assad
Non è chiaro quali siano i reali obiettivi colpiti dai raid di Mosca. Ufficialmente sono le postazioni dell’Isis ma nella serata di mercoledì il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, ha detto che gli attacchi appaiono diretti verso aree dove non sono presenti forze dello stato islamico. In precedenza, un portavoce della Casa Bianca aveva detto che i raid russi in Siria e il sostegno crescente di Mosca ad Assad «sono in contrasto con quanto si sono detti il presidente Putin e il presidente Obama nel corso del loro incontro all'Onu», dove avevano individuato come priorità lavorare alla transizione politica. «Questo - ha proseguito il portavoce della Casa Bianca - solleva dei dubbi sulla loro strategia».

I raid aerei della Russia vicino alla città di Homs «non hanno un obiettivo strategico» in termini di lotta all'Isis, hanno affermato ancora fonti dell’amministrazione Usa. In seguito, però, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest ha detto che è «troppo presto per dire quali siano stati gli obiettivi fissati e quelli colpiti».

Fabius: non hanno colpito Isis
Anche secondo il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, i primi bersagli colpiti sono stati altri gruppi dell’opposizione anti-Assad. «Se hanno colpito a Homs, come sembra», ha affermato una fonte militare di Parigi, non è lo Stato islamico l'obiettivo ma probabilmente i gruppi di opposizione. Ciò conferma che «i russi vanno più in aiuto di Assad che contro l’Isis».

Opposizione, raid russi hanno ucciso 36 civili
In precedenza Fabius, intervenuto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, aveva chiesto di cessare i bombardamenti sui civili in Siria effettuati mediante i barili esplosivi o con sostanze chimiche come il cloro.

Anche il presidente della Coalizione Nazionale Siriana, Khaled Khoja «condanna” i raid di Mosca perché «La Russia non sta combattendo l'Isis in Siria, ma prende di mira i civili nelle comunità che hanno respinto lo Stato Islamico». E afferma che «i raid aerei russi in Siria hanno ucciso 36 civili».

Mosca: ipotesi di civili morti in raid russi è guerra informazione
Immediata la risposta di Mosca. La notizia di vittime civili nei raid aerei russi in Siria è «un attacco informativo, una guerra di cui abbiamo sentito parlare parecchie volte». Lo ha detto nel pomeriggio la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Cremlino: raid «contro Isis e altri gruppi
»E secondo il ministero della difesa russa, su 20 voli compiuti nella giornata sui cieli della Siria, otto sono riusciti a colpire obiettivi dell’Isis. In particolare, sono stati distrutti un posto di comando e un centro operativo dello Stato islamico, senza colpire infrastrutture civili nelle vicinanze.

Mosca: aviazione sostiene i militari siriani
«L'aviazione russa in Siria sta fornendo sostegno alle forze armate siriane, che stanno combattendo contro l'Isis e altri gruppi terroristici ed estremisti», ha dichiarato Dmitri Peskov, portavoce di Putin, rispondendo alla domanda se Mosca classifica alcuni movimenti di opposizione siriana come “terroristi”.

Kerry, Assad non può restare presidente, accelereremo attacchi
Intanto, il segretario di Stato americano, John Kerry, dichiara che gli Stati Unti sono preoccupati dal fatto che l'intento della Russia possa esser quello di proteggere il presidente della Siria, Bashar al Assad. Se la Russia combatte l'Isis, aggiunge Kerry, per gli Stati Uniti è una mossa benvenuta.

Ma Bashar al Assad non può restare presidente della Siria, afferma Kerry, sottolineando che la coalizione anti Isis accelererà gli attacchi.

Annunciato faccia a faccia Kerry-Lavrov
Il segretario di stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, si incontreranno nelle prossime ore per fare chiarezza su quanto sta accadendo in Siria. L'incontro tra i due - rende noto il Dipartimento di stato Usa - è previsto in serata al Palazzo di Vetro dell'Onu.

Nato, preoccupazione per raid Russi
Un appello alla Russia «a giocare un ruolo costruttivo e a cooperare nella lotta contro l'Isis» in Siria è stato rivolto dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Sostenere Assad non aiuterà, non sarà un contributo costruttivo ad una soluzione politica», è scritto in una nota.

«Siamo particolarmente preoccupati - ha dichiarato Stoltenberg - perché da parte della Russia non c'è stato un vero sforzo di prevenire collisioni tra i suoi raid aerei in Siria e la battaglia contro l'Isis che sta conducendo da tempo la coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis». L'Alleanza Atlantica, ha concluso, «ha ricevuto una comunicazione formale da parte della Russia della decisione di fornire sostegno militare ad Assad».

Nuova fase del conflitto
Dopo l’incontro Obama-Putin di due giorni fa all’Onu che che ha ufficializzato la collaborazione Mosca-Washington contro il «Califfato» in Siria, i raid russi segnano una nuova fase del conflitto. E si fa più incerta l’azione della coalizione guidata dagli Stati Uniti che da un anno coordina le operazioni militari. Il canale di dialogo tra i due Paesi resta comunque aperto, come dimostra la telefonata di oggi tra i ministri degli Esteri Lavrov e Kerry. Il Parlamento russo stamane aveva approvato all’unanimità l'uso della forza in Siria come richiesto dal presidente Putin, la chiesa ortodossa ha dato il suo appoggio all’operazione. Il passaggio alla Duma era comunque fondamentale per dar via ai raid aerei contro i terroristi dello Stato Islamico su richiesta del presidente siriano Assad, la cui sorte è uno dei punti controversi della «collaborazione» Usa-Russia annunciata alle Nazioni Unite a inizio settimana.

Putin: impegno temporaneo
Putin ha chiarito che l'impegno militare russo in Siria sarà «temporaneo»: «L’unico modo per affrontare il terrorismo» ha aggiunto il presidente russo nel corso di una riunione di governo, «è combatterlo preventivamente...e non aspettare che i terroristi arrivino in casa». Mosca non invierà truppe sul terreno ma si limiterà a «fornire appoggio dall'aria alle forze siriane». Putin chiarisce che si aspetta che Assad sia pronto a un compromesso per il futuro del suo Paese e che sia di aiuto per risolvere il conflitto che distrugge la Siria dal marzo 2011. Alla base della decisione di Putin, si fa capire da parte russa, c’è la reale preoccupazione di Putin per l’aumento dei foreign fighters, combattenti dell’area dell’ex Unione Sovietica che sono andati in Siria , sono tornati a casa e costituiscono una diretta minaccia.

Da parte americana, il Washington Post parla di «improvvisazione da parte di Putin», cioè a Mosca non vi sarebbe una strategia di ampio respiro né la capacità reale di influenzare in modo sostanziale le crisi in corso, scrive il Washington Post, secondo cui l'attivismo messo in atto in questi giorni dal presidente russo potrebbe essere solo un azzardo, il cogliere al volo la possibilità di usare la diplomazia o la forza quando si presenta.

Pentagono: le missioni americane proseguono normalmente
«Ci hanno avvertito che avrebbero cominciato a colpire in Siria» ha detto una fonte del Pentagono. Lo hanno fatto «nei pressi di Homs». Gli Stati Uniti guidano una coalizione che da più di un anno bombarda con i suoi aerei le posizioni dei jihadisti dello Stato islamico in Siria e Iraq. E i caccia della coalizione guidata dagli Stati Uniti continuano a percorrere lo spazio aereo siriano, ignorando così gli inviti russi a lasciarlo libero, riferisce l'amministrazione americana. Le missioni americane - ha aggiunto la fonte - proseguono normalmente.

Il punto controverso
«Il nostro principale obiettivo - ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov- è la lotta contro il terrorismo e l’estremismo e l’appoggio alle autorità legittime in Siria». Commento dall'ambasciata americana a Mosca: «Ripeto semplicemente - diceva stamane all'agenzia Ria-Novosti del portavoce William Stevens - che quando il presidente Obama ha incontrato il presidente Putin, si sono intesi sul fatto che Stati Uniti e Russia hanno interessi comuni nella lotta contro l'Isis in Siria. Concordano sulla necessità di creare un canale di comunicazione tra i nostri militari per evitare incomprensioni tra i membri della coalizione (guidata dagli Usa) e dalla Russia». Stevens ha ribadito ilprincipale ostacolo che per ora impedisce una collaborazione più stretta: «Il presidente Assad non è un partner accettabile nella lotta al terrore e all'estremismo in Siria». E questo complica la definizione di nemico comune per Russia e Stati Uniti.

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