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Escalation di Putin in Siria: lanciati 26 missili dalle navi russe nel…

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OFFENSIVA DI TERRA DELLE TRUPPE DI DAMASCO

Escalation di Putin in Siria: lanciati 26 missili dalle navi russe nel Caspio

Escalation nella guerra che la Russia di Putin sta combattendo in Siria. Quattro navi militari russe hanno effettuato 26 lanci di missili «contro l'Isis». Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Serghiei Shoigu, durante un incontro in diretta tv con il presidente Vladimir Putin. I missili sono stati lanciati dal Mar Caspio. Dall'inizio dell'operazione militare, ha aggiunto Shoigu, sono stati colpiti «112 obiettivi dell'Isis». Putin ha precisato che è troppo presto per trarre le conclusioni sui risultati delle operazioni e ha ordinato al ministro di proseguire la cooperazione con le forze di Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Iran e Iraq.

Il difficile coordinamento Usa-Russia
Procedono parallelamente i negoziati tra i membri della coalizione per unire meglio le forze, negoziati tutt’altro che semplici. Putin ha detto che il presidente francese Francois Hollande ha proposto di unire gli sforzi delle truppe governative siriane e dell'esercito libero siriano (Esl) nella lotta contro l'Isis. Idea subito smentita dallo stesso Hollande, che parlando al Parlamento europeo insieme ad Angela Merkel ha detto lapidario: «Sappiamo che non sarà possibile riavvicinare l'opposizione, e parlo dell'opposizione democratica, con chi massacra il popolo siriano».

La Russia, secondo il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, sarebbe dal canto suo pronta ad accettare la proposta americana di «coordinare le azioni nella lotta al gruppo terroristico dello Stato islamico in Siria». Dagli Stati Uniti le reazioni sono però fredde. «La Russia - ha detto il segretario americano della Difesa Ashton Carter a Roma - sta seguendo una strategia sbagliata colpendo obiettivi che non sono solo dell'Isis. Gli Usa non collaboreranno con la Russia finché loro continueranno a perseguire questi obiettivi».

Ondus: offensiva di terra delle truppe siriane
È evidente che l’offensiva Putin-Assad contro gli svariati gruppi di opposizione al regime siriano si sta intensificando. Le truppe siriane, appoggiate dai raid dei jet russi, hanno lanciato oggi un'offensiva di terra contro gruppi di ribelli e formazioni islamiche non appartenenti all'Isis nella provincia di Hama.

Scoperti tentativi di traffici nucleari con jihadisti
Intanto, viene alla luce che le autorità dell'Europa dell'Est, in collaborazione con l'Fbi, hanno bloccato negli ultimi cinque anni quattro tentativi da parte di bande criminali, con sospetti legami in Russia, di vendere materiale radioattivo agli estremisti del Medio Oriente. Lo ha appreso l'Associated Press. L'ultimo caso conosciuto risale allo scorso febbraio, quando un trafficante offrì un ingente quantitativo di cesio, «sufficiente a contaminare numerose città» e cercò specificamente un acquirente dell'Isis. Le organizzazioni criminali, alcune legate all'agenzia succeduta al KGB russo, hanno messo in piedi un prospero mercato nero di materiale nucleare in Moldova, hanno detto gli investigatori. La polizia moldava e le autorità giudiziarie hanno mostrato i fascicoli investigativi all'Associated Press nell'intento di fare luce su quanto sia divenuto pericoloso il mercato nero del nucleare. Hanno dichiarato che la rottura della cooperazione tra la Russia e l'Occidente significa che è diventato molto più difficile sapere se i trafficanti stiano cercando una strada per smerciare parti del vasto magazzino di materiale nucleare in possesso della Russia, una imprecisata quantità del quale è finita nel mercato nero. Dal primo caso conosciuto in Moldova, nel 2010, al più recente nel febbraio scorso, è emerso un modello: le autorità sono piombate sui sospetti nei primi passi di una trattativa, dando ai capi delle bande una possibilità di fuga col nucleare contrabbandato, una chiara indicazione che la minaccia di un mercato nero del nucleare nei Balcani è lontana dall'essere sotto controllo.

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