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Juncker: sui profughi raggiunta una prima intesa Ue-Turchia

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emergenza migranti

Juncker: sui profughi raggiunta una prima intesa Ue-Turchia

BRUXELLES – Dopo aver affrontato la crisi immigrazione sul fronte interno, con il ricollocamento straordinario in tutta Europa di 160mila rifugiati arrivati in Grecia e in Italia, i Ventotto vogliono rafforzare il controllo delle frontiere esterne dell'Unione. La Commissione europea ha raggiunto ieri un faticoso e preliminare accordo di cooperazione con la Turchia, che ha ricevuto il benestare di principio dei capi di stato e di governo riuniti in un vertice qui a Bruxelles.

Inviato d'urgenza ad Ankara, il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha negoziato con le autorità turche un piano d'azione comune nel tentativo di arginare l'arrivo di rifugiati dalla Siria, un paese precipitato in una sanguinosa guerra civile. Pur di strappare l'appoggio della Turchia, l'esecutivo comunitario ha proposto una accelerazione del processo di liberalizzazione dei visti e un pacchetto di aiuti finanziari (che potrebbe ammontare a 3,0 miliardi di euro).

In cambio, le autorità turche si impegnerebbero a collaborare nel frenare i flussi di profughi da Est verso Ovest, anche rimpatriando coloro senza diritto d'asilo. Parlando ieri mattina a Berlino, la cancelliera Angela Merkel ha precisato che la Turchia deve “prendere cura dei rifugiati” e “rafforzare la sorveglianza delle frontiere marittime con la Grecia”. Non è possibile, ha aggiunto la signora Merkel, che il braccio di mare tra i due paesi sia attualmente “in mano ai trafficanti”.

Come detto, l'accordo prevede anche una accelerazione del processo di liberalizzazione dei visti (a cui Ankara vorrebbe aggiungere un più rapido iter di avvicinamento all'Unione). Tutti i Ventotto sono d'accordo nel considerare la Turchia un partner indispensabile nel gestire la crisi in Medio Oriente; ma il paese provoca tensioni tra gli stati membri. “Il benestare è politico – spiegava questa notte un diplomatico -. A questo punto, il piano d'azione andrà precisato dettaglio per dettaglio”. Il tentativo europeo è anche di convincere la Turchia ad accogliere i profughi con l'aiuto dell'Unione. Sono già 2,2 milioni i rifugiati siriani nel paese. Il benestare ai negoziati in vista di un piano d'azione è giunto all'inizio del mese quando il presidente turco Recepp Tayyip Erdogan ha avuto colloqui con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. In quella occasione, i due hanno toccato con mano le diverse posizioni, e deciso di creare un gruppo di lavoro per trovare una intesa.

A proposito del tentativo più generale di gestire l'immigrazione dal Vicino Oriente, Tusk ha avvertito in una conferenza stampa questa notte a vertice concluso che in mancanza di una strategia europea, “a trovare la soluzione saranno altri, e questa rischia di essere inumana, nazionalistica e non europea”. I Ventotto hanno promesso di versare il denaro già promesso in settembre per aiutare i paesi terzi a meglio gestire l'emigrazione. Uno dei nodi emersi ieri è stato quello della liberalizzazione dei visti. Alcuni governi – in particolare Cipro - rumoreggiano all'idea di ammorbidire la loro posizione su questo versante. Non per altro su questo fronte il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha precisato in una conferenza stampa: “Il processo per la liberalizzazione dei visti sarà accelerato, ma questo non significa che vengono meno i criteri che dovevano essere rispettati. Non ci sono nuovi criteri” e “la valutazione” dell'avanzamento “sarà fatta nella primavera del 2016”. Juncker ha sottolineato che “c'è un chiaro legame tra quello che fa la Turchia e l'avanzamento della liberalizzazione dei visti”. Il dibattito di ieri sera tra i Ventotto, terminato oltre la mezzanotte, è avvenuto mentre i governi tentano di rafforzare il controllo delle frontiere esterne dell'Unione. Durante la riunione hanno discusso di un rafforzamento di Frontex, con l'obiettivo che l‘agenzia comunitaria diventi l'embrione di un corpo europeo di guardie-frontiera.

Invece, i Ventotto non hanno trovato una intesa sul meccanismo di ricollocamento automatico dei profughi, presentato tempo fa dalla Commissione (la decisa redistribuzione di 160mila profughi arrivati dall'Italia e dalla Grecia è avvenuta a titolo eccezionale). Su un sistema permanente non era atteso un accordo, anche perché il negoziato diplomatico è tutt'altro che terminato. Ha detto la signora Merkel: “C'è ancora molto lavoro da fare per migliorare la comprensione reciproca”.

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