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Atene, l'Eurogruppo non sblocca gli aiuti

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la governance europea

Atene, l'Eurogruppo non sblocca gli aiuti

BRUXELLES - I ministri delle Finanze della zona euro hanno esortato ieri la Grecia ad approvare rapidamente le misure economiche richieste dai creditori per sbloccare nuovi aiuti finanziari per due miliardi di euro. La presa di posizione giunge mentre serpeggia tra i governi nuova cautela nei confronti di Atene, che nell'adottare le richieste dei partner europei ha accumulato un certo ritardo. Nel frattempo, l'incerta situazione politica in Portogallo sta creando anch'essa nervosismo a Bruxelles.

«Molti progressi sono stati effettuati sul fronte greco – ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem -. Ma c''è ancora lavoro da fare. Vi sono due fronti aperti: nuove norme sul governo delle banche e nuove regole sul pignoramento delle abitazioni». Dal canto suo, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici si è detto ottimista su una rapida chiusura del negoziato, spiegando che l'80% delle misure concordate è stato adottato.

Questa estate, dopo una lunga trattativa politico-diplomatica, il governo Tsipras ha firmato con suoi creditori internazionali un piano triennale di prestiti per 86 miliardi di euro. Una prima tranche di 26 miliardi è già stata concessa alla Grecia, sempre in grave difficoltà finanziaria a cinque anni dallo scoppio della crisi debitoria. Dei 26 miliardi, 13 sono stati versati immediamente in agosto, e 10 sono stati riservati alle banche. In ballo ci sono i rimanenti tre miliardi (in tranches da 2 e da 1 miliardo).

Secondo l'intesa firmata a metà agosto, il Governo Tsipras doveva approvare entro metà ottobre un primo pacchetto di misure legislative con le quali modernizzare l'economia. L'iter di approvazione è però andato a rilento. In parte a influenzare negativamente il processo di adozione delle riforme economiche sono state le elezioni legislative che si sono tenute in settembre. In parte, tuttavia, a giocare potrebbe essere anche un tira-e-molla delle autorità greche. Pubblicamente, i Paesi parlano di spirito cooperativo con Atene. Riassume però in privato un funzionario comunitario: «Mentre questa estate il Governo Tsipras sembrava avere preso atto della gravità della situazione e sembrava pronto a prendere le cose sul serio, nelle ultime settimane abbiamo assistito a un certo rallentamento dell'iter di approvazione delle misure concordate con i creditori. Alcune riforme o non sono state adottate o sono state adottate in modo diverso dal previsto».

Se Atene si sta dimostrando più combattiva nei negoziati con l'Eurogruppo è anche perché non avrebbe bisogno ora di denaro fresco. In assenza di accordo, l'Eurogruppo non ha potuto quindi dare ieri il suo benestare al versamento della sotto-tranche da 2 miliardi di euro. I ministri delle Finanze sperano che entro questa settimana i dossier aperti verranno chiusi. Una nuova riunione dell'Eurogruppo in vista del via libera ai nuovi fondi potrebbe tenersi lunedì prossimo (si presume in teleconferenza).
Diplomatici europei spiegano che l'adozione delle riforme concordate con i creditori è necessaria sia per il versamento di nuovi aiuti finanziari che per l'urgente ricapitalizzazione degli istituti di credito greci. Infine, da una prossima verifica sull'adozione del programma, prevista entro fine anno, dipendono eventuali alleggerimenti del debito pubblico, come richiesto da Atene. Su tutt'altro fronte, e al di là della Grecia, a preoccupare i ministri delle Finanze in questa fase è anche la situazione in Portogallo.

Il Parlamento portoghese potrebbe votare oggi contro il governo di minoranza presieduto da Pedro Passos Coelho, tornato al potere dopo le elezioni del 4 ottobre.
A proporre una mozione dovrebbero essere i partiti di sinistra, vale a dire il partito socialista, il partito comunista e i verdi. Il mondo politico europeo è preoccupato per il rischio di assistere all'arrivo al potere di partiti che in questi anni si sono opposti al risanamento di bilancio e a molte riforme volute dai creditori internazionali.

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