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nessun francese ucciso

Attacco jihadista nell’hotel Radisson in Mali: liberati gli ostaggi, 27 morti

Tutti gli ostaggi all'hotel Radisson Blu di Bamako sono stati liberati dalle forze di polizia, 27 i morti ritrovati nell’hotel dalle forze di pace delle Nazioni Unite. Si conclude così l'assalto delle forze speciali con i terroristi barricati al settimo piano: nei pressi dell'edificio, hanno riferito testimoni, si sono ascoltate violente raffiche e colpi di arma da fuoco, la sicurezza dell’albergo è stata ingannata dall’auto con targa diplomatica usata dagli assalitori.

Le prime persone liberate dai terroristi sono state quelle che sapevano recitare il Corano, come chiesto dal commando che li ha sequestrati e che parlava inglese. Mourabitoun, gruppo satellite legato ad al Qaeda fondato da Mokhtar Belmokhtar che opera nella zona sahelo-sahariana, ha rivendicato l’attentato.

Le forze speciali francesi - una cinquantina di uomini - sono state inviate in Mali su richiesta delle autorità locali e alle 14 sono arrivate all'hotel Radisson Blu: si tratta di unità provenienti dal vicino Burkina Faso. Il loro intervento ha consentito la liberazione di gran parte dei 170 ostaggi.

Il ministro della Difesa Le Drien: nessun francese ucciso
Nessun francese è rimasto ucciso nell'attacco all'hotel Radisson a Bamako, nonostante molti ostaggi fossero cittadini francesi. Lo ha annunciato il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drien.
Tenuti in ostaggio anche almeno 8 cittadini cinesi e almeno una ventina di indiani che, afferma New Delhi, sarebbero fra le persone liberate in un primo tempo. Liberati sicuramente anche cinque dei sei membri dello staff della Turkish Airlines. Secondo un membro del personale dell'hotel, portato in salvo, i jihadisti hanno condotto gli ostaggi nelle cantine dell'hotel, area di più difficile accesso per le forze di sicurezza. Nessun italiano sarebbe stato coinvolto, ha dichiarato il ministro Gentiloni.

Tra gli ostaggi dodici dipendenti Air France
Air France ha confermato ufficialmente che i 12 membri della compagnia, tenuti in ostaggio, sono stati portati in salvo e sono al sicuro. Air France ha annullato il volo Af3852 delle 16:20 di oggi, in servizio da Parigi a Bamako.

Il Radisson Blu Hotel è un albergo con clientela internazionale, molto frequentato da diplomatici e da uomini d'affari stranieri, considerato il più sicuro della città e dove dunque alloggiano spesso gli equipaggi di Air France che fanno scalo nella città. Il lussuoso albergo dispone di 190 camere. Secondo Jeune Afrique, al momento dell'attacco l'albergo era «pieno al 90%». Alcuni cittadini americani potrebbero essere stati presenti nell’hotel al momento dell’attacco.

Fra gli ostaggi liberati a Bamako vi è anche il cantante della Guinea, Sekouba Bambino, la cui musica è popolare nell'Africa occidentale. «Mi hanno svegliato i colpi di arma da fuoco ma ho pensato che fosse un piccolo gruppo di banditi. Dopo 20 o 30 minuti ho capito che non erano semplici criminali», ha riferito il cantante ai giornalisti, secondo quanto riporta la Bbc. Ha invece smentito la sua presenza al Radisson Blu, il nigeriano Aliko Dangote, considerato l'uomo più ricco d'Africa. «Le voci sul fatto che sia tra gli ostaggi sono false. Sono stati in Mali ieri. Grazie per la vostra preoccupazione, le mie preghiere vanno a tutti quelli coinvolti», ha scritto su Twitter Dangote.

La dinamica dell’attentato
L'attacco jihadista all'albergo è cominciato intorno alle 7 di questa mattina. Gli assalitori sono arrivati a bordo di un'auto immatricolata con targa diplomatica: sparavano colpi di arma da fuoco e urlavano Allah Akbar, ha raccontato un testimone. Molti clienti sono rimasti bloccati nelle camere. Una decina di uomini armati hanno preso in ostaggio 170 persone, di cui 140 clienti e 30 dipendenti. Gli assalitori hanno attaccato l'hotel con armi da fuoco e “granate”, ha detto un impiegato dell'albergo.

Gli spari delle armi automatiche sono stati avvertiti all'esterno dell'albergo. «È successo al settimo piano: jihadisti stanno sparando nel corridoio», ha riferito una fonte della sicurezza. Le forze dell'ordine hanno stabilito nella zona un perimetro di sicurezza. L'ambasciata Usa ha diramato un’allerta in cui chiede ai cittadini americani, compreso il suo staff, di mettersi al sicuro, con un tweet ha chiesto ai connazionali di non uscire di casa.

Il triangolo Francia-Mali-Isis
Il Mali rappresenta un altro fronte dell’impegno della Francia, già colpita a morte dal commando del 13 novembre a Parigi, contro la jihad nelle zone di guerra al terrorismo internazionale. Proprio ieri il presidente francese Francois Hollande aveva sottolineato che l'Isis considera la Francia nemica perché Parigi è intervenuta in Mali. In un discorso pubblico, il presidente aveva ricordato che nel 2013 la Francia ha aiutato il Mali, ottenendo una «vittoria»: «i terroristi lo sanno per questo ci considerano nemici». «I terroristi nel 2012 si sono accaniti contro la cultura del Mali», «imposto divieti, le donne sono state sottomesse»: «la Francia ha dovuto prendersi le sue responsabilità e portare avanti azioni importanti». Secondo fonti della sicurezza maliana, nell'albergo c’erano delegati dell'Organizzazione internazionale della Francofonia, un'organizzazione che rappresenta i Paesi di lingua francese, e partecipanti a un incontro previsto domani nella capitale maliana sulle nuove tecnologie. Secondo i media francesi, l'albergo è frequentato di solito da personale della compagnia Air France e militari francesi.

Il precedente
Il 7 marzo scorso a Bamako c'è stato un altro attentato in un bar della capitale che è costato la vita a cinque persone, tra cui un francese e un belga. In seguito al colpo di stato militare del 2012, i jihadisti hanno preso il controllo del nord del paese, scatenando un intervento armato guidato dalla Francia a inizio 2013. In particolare, tutto il settore settentrionale del Mali fu occupato da milizie jihadiste, alcune con legami ad al-Qaeda, per gran parte del 2012. Molti gruppi jihadisti furono snidati grazie a questa operazione militare internazionale su iniziativa francese, lanciata nel gennaio 2013 e che è ancora in corso. Ma alcune zone del Paese rimangono ancora fuori dal controllo delle forze maliane straniere. Fino a qualche tempo fa gli attacchi jihadisti erano rimasti concentrati nel nord, dall'inizio del 2015 si sono estesi al centro e, da giugno, al sud del Paese.

Il presidente del Mali, Idriss Déby Itno, ha evocato la matrice islamista dell'attacco terroristico: «Condanno nella maniera più ferma possibile questo atto barbaro che non ha niente a che vedere con la religione», ha detto il capo di Stato.

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