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Siria, Putin: speriamo non serva l’atomica. Turchia contro…

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Siria, Putin: speriamo non serva l’atomica. Turchia contro Russia: è pulizia etnica

La Russia ha intensificato i raid in Siria contro obiettivi dell'Isis e di altri gruppi terroristici, ha detto oggi il ministero della Difesa, confermando anche i primi bombardamenti lanciati da un sottomarino dispiegato nel Mediterraneo. La decisione di moltiplicare i lanci missilistici è stata presa dal Comandante supremo delle Forze armate russe, ovvero dal presidente Vladimir Putin, precisa una nota del dicastero, secondo cui «i cacciabombardieri Tupolev Tu-22M3 dispiegati nella base di Mozdok, un gruppo aeronautico nella base aerea di Hmeimim e un sottomarino dispiegato nel Mediterraneo hanno lanciato un massiccio attacco aereo e missilistico su siti dell'Isis e di altre organizzazioni estremistiche» in Siria.

Per il sottomarino russo Rostov-on-Don quello di oggi è un esordio nella campagna militare siriana e secondo il comunicato della Difesa con i suoi lanci «sono state distrutte due importanti postazioni dell'Isis nella provincia di Raqqa». Il Rostov-on-Don è un sottomarino della classe Varshavyanka a bassissima emissione di rumore con tecnologia «stealth» avanzata. Ieri sera il ministro della Difesa Sergey Shoigu ha informato il presidente Putin dell’iniziativa militare. Durante la discussione, Putin ha detto che i missili Kalibr e i razzi da crociera A-101 «possono essere armati sia con testate convenzionali sia con testate speciali, cioè quelle nucleari. Certamente nulla di questo è necessario nella lotta ai terroristi, e spero che non sarà mai necessario».

Nel pomeriggio arrivano pesantissime critiche dalla Turchia. In Siria la Russia sta compiendo un tentativo di «pulizia etnica» nei confronti delle forze turcomanne e sunnite, ha detto il premier turco, Ahmet Davutoglu, che torna ad accusare Mosca di colpire soprattutto i combattenti anti-Assad dell'Esercito siriano libero, aiutando così l'Isis. Il premier turco si riferisce in particolare alle operazioni militari nel nord Latakia contro la popolazione turcomanna e sunnita che non ha buone relazioni col regime di Damasco. Davutoglu accusa la Russia di «voler espellere» queste popolazioni «vuole fare pulizia etnica per proteggere il regime e le basi russe a Latakia e Tartus (porto e città siriana ndr)» ha detto il premier ai giornalisti stranieri a Istanbul.

La Russia ha però informato preventivamente dell'attacco gli Stati Uniti, dice il portavoce del Pentagono, Peter Cook. «Lo abbiamo apprezzato» ha detto il portavoce ricordando che Mosca aveva il dovere di fornire questa informazione sulla base del memorandum d'intesa firmato con Washington per evitare incidenti nei cieli della Siria. Che la Russia, sostenitrice di Assad, non colpisca solo l’Isis ma anche altri gruppi ribelli che si battono contro il governo di Damasco, era già stato detto a Parigi da Barack Obama. Oggi un’altra conferma e precisazione: solo il 30% dei raid messi a segno dalla Russia in Siria hanno preso di mira i jihadisti dello Stato islamico (Isis). Lo dice l'inviato speciale del presidente americano Barack Obama per la coalizione anti-Isis, Brett McGurk, in una conferenza stampa a Baghdad. «I raid aerei russi in Siria non prendono di mira prima di tutto l'Isis - ha detto McGurk - se si guardano i numeri, forse circa il 30% è contro l'Isis e il resto degli attacchi sono contro altri gruppi di opposizione... che non sono affiliati» ai jihadisti.

Da parte americana si registrano altre significative dichiarazioni. «La realtà è che siamo in guerra» dice il capo del Pentagono, Ash Carter, in un'audizione oggi davanti alla commissione Difesa del Congresso per aggiornare sulla strategia degli Stati Uniti contro l'Isis. Carter ha detto di aver «personalmente contattato» 40 Paesi per chiedere un maggiore contributo nella lotta allo Stato islamico. «Gli Usa sono pronti all'invio di elicotteri Apache e consiglieri militari in Iraq» ha detto Carter. «Sono d'accordo con il generale Dunford che non abbiamo contenuto l'Isis» e poi però ha aggiunto che dispiegare «significative» forze di terra Usa in Siria e in Iraq è una cattiva idea perche «americanizzerebbe» il conflitto. Infine sulla Russia: «deve concentrarsi sulla parte giusta di questa guerra».

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