Mondo

Lotta all’Isis: dialogo a distanza Obama-sauditi, nasce…

  • Abbonati
  • Accedi
il presidente obama ha chiesto più impegno

Lotta all’Isis: dialogo a distanza Obama-sauditi, nasce coalizione di 34 Stati islamici contro il califfo

  • –di an. man.

Il presidente Obama ieri ha parlato di lotta ai terroristi dell’Isis e chiesto un maggiore impegno dei paesi sunniti, i quali quasi contemporaneamente rispondono lanciando una coalizione di 34 Paesi musulmani contro l’autoproclamato califfato (in arabo Daesh). L’iniziativa è dell’Arabia Saudita, va così avanti il dialogo Usa-monarchia del Golfo per combattere l’Isis; anche se i sauditi non si riferiscono solo a Daesh e finora i risultati sono stati deludenti. Come detto da Obama sono infatti i partner europei a essersi impegnati di più - inclusa l’Italia - dall’altra parte, invece, le statistiche dicono che i raid aerei degli alleati arabi su Isis sono stati solo il 5% del totale. Anche perché la vera priorità dell’Arabia Saudita sinora è stata la guerra civile in Yemen e la repressione dei ribelli sciiti.

«Così come gli Stati Uniti stanno facendo di più» nella battaglia contro l'Is, «così come stanno facendo di più i nostri alleati», Italia compresa, «così devono fare altri» ha detto ieri notte Obama. Quasi contemporaneamente da Riad il secondo vice premier e ministro della Difesa, Mohamed bin Salman lanciava la «coalizione militare islamica» contro il «terrorismo», non solo contro l'Is, mettendo insieme 34 Paesi, per lo più africani.

Le immagini della rara conferenza stampa del 30enne Mohamed bin Salman, nella base aerea Re Salman di Riad, vengono riprese ancora ora dalle tv satellitari arabe. “MBS”, come viene chiamato negli Usa, ha confermato l'impegno a «combattere contro questo flagello», il terrorismo, contro «questa malattia». Nel suo discorso il vice principe ereditario ha sottolineato come la coalizione comprenda «un gruppo di Paesi islamici che rappresentano la maggior parte del mondo islamico», determinati a combattere contro «questa malattia che colpisce il mondo islamico per primo, prima dell'intera comunità internazionale».

L'alleanza sunnita, che avrà un centro di coordinamento operativo a Riad, è nata nell'immediata vigilia del cessate il fuoco nello Yemen, Paese in cui il Regno saudita è davvero impegnato alla guida della coalizione araba contro i ribelli Houthi (sciiti). La nuova coalizione islamica vedrà impegnati Giordania, Emirati, Pakistan, Bahrein, Bangladesh, Benin, Turchia, Ciad, Togo, Tunisia, Gibuti, Senegal, Sudan, Sierra Leone, Gabon, Somalia, Guinea, l'Autorità nazionale palestinese, Comore, Costa d'Avorio, Kuwait, Libano, Egitto, Libia, Maldive, Marocco, Mauritania, Niger, Nigeria e Yemen. L'Indonesia, il più grande Paese musulmano al mondo, ed altri dieci paesi islamici, secondo il comunicato, hanno manifestato il loro appoggio alla coalizione.

Questa guerra all’Isis si gioca - cruciale sempre ricordarlo - sullo sfondo della frattura fra sunniti e sciiti nel mondo dell’Islam. Assenti dunque dalla coalizione a guida saudita-sunnita l'Iran, l'Iraq e la Siria, Paesi sciiti o con forte componente sciita ostiela all’asse sunnita che oggi è stato ufficializzato. Mosca, alleata dell’Iran e di Assad, sceglie parole diplomatiche: in teoria si potrebbe trattare di un fenomeno «positivo» ma in realtà «prima di valutare bisogna vedere i dettagli». Questo il commento del portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov.

© Riproduzione riservata