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la crisi diplomatica in medio oriente

L’Iran accusa i sauditi di avere bombardato la sua ambasciata nello Yemen. Riad smentisce

La Coalizione araba a guida saudita ha smentito che propri jet abbiano bombardato l'ambasciata iraniana a Sanaa, capitale dello Yemen, come affermato ieri da Teheran. «Nessuna operazione è stata compiuta intorno all'ambasciata o nelle sue vicinanze», recita un comunicato citato da al Arabiya.

Ieri l'Iran ha accusato l'aviazione saudita di avere colpito l'ambasciata della Repubblica islamica nello Yemen. In particolare l’accusa è che l'aviazione saudita abbia bombardato «deliberatamente» l'ambasciata d'Iran nello Yemen, facendo dei feriti tra il personale, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hossein Jaber Ansari.
«Questa azione deliberata dell'Arabia saudita rappresenta una violazione di tutte le convenzioni internazionali per proteggere le missioni diplomatiche e il governo saudita è responsabile dei danni causati e della situazione dei membri del personale rimasto ferito», ha dichiarato Ansari.

Lo Yemen è l’altro teatro di guerra dove si muovono le potenze del Medio Oriente con la ribellione degli houti sciiti che l’Arabia Saudita tenta da mesi di reprimere. Ma il corrispondente dell’Associated Press a Sanaa ha detto ieri che non ci sono segni visibili di danni all'ambasciata iraniana in Yemen, il che farebbe supporre che il tutto rientra nella strategia della tensione inaugurata dai sauditi e proseguita in questi giorni dagli iraniani.

Sempre ieri, per esempio, Teheran ha messo al bando tutti i prodotti sauditi o provenienti dall'Arabia saudita, a seguito della crisi con Riad scaturita dall'esecuzione dell'imam sciita Nimr al Nimr e dall'attacco alle sedi diplomatiche saudite nella Repubblica islamica. «Il Consiglio dei ministri ha vietato l'ingresso di tutti i prodotti sauditi o dall'Arabia Saudita», scrive il Governo aggiungendo che il divieto del piccolo pellegrinaggio alla Mecca (Umra) viene «mantenuto fino a nuovo avviso».

Questo è l’ultimo episodio di una tensione diplomatica senza precedenti recenti che dopo l’esecuzione del clerico sciita Al Nimr, ha visto l'attacco all'ambasciata saudita a Teheran, la cancellazione dei voli sauditi da e per l'Iran, la sospensione del pellegrinaggio alla Mecca e la solidarietà pro-Riad delle monarchie del Golfo.

Chi sta con l’Arabia Saudita
Nella controversia che in questi giorni oppone l'Arabia Saudita, sunnita, e l'Iran, sciita, si sono schierati con Riad altri quattro dei cinque Paesi che compongono con i sauditi il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Cioè Kuwait, Emirati arabi uniti, Qatar e Bahrein. Quest'ultimo ha rotto formalmente le relazioni diplomatiche con l'Iran, come ha fatto l'Arabia Saudita, e la Somalia oggi. Gli altri tre hanno richiamato gli ambasciatori, mantenendo le relazioni a livelli ridotti. Il sesto Paese membro del Ccg, l'Oman, ha criticato aspramente l'assalto all'ambasciata saudita a Teheran, ma non ha seguito gli altri Paesi del Golfo. Anche Sudan e Gibuti si sono schierati decisamente con l'Arabia Saudita rompendo le relazioni diplomatiche con l'Iran. Decisamente sul fronte saudita è anche il governo dello Yemen, guidato dal presidente Abd Rabbo Mansur Hadi che per molti mesi lo scorso anno è stato in esilio a Riad. Sebbene mantenendo un atteggiamento meno apertamente ostile, anche la Turchia ha fatto capire di stare dalla parte saudita. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha infatti detto che l'esecuzione da parte di Riad dello Sheikh sciita Nimr al Nimr, che ha scatenato la disputa, è un affare interno dell'Arabia Saudita.

Chi sta con l’Iran
Dalla parte dell'Iran sta il governo siriano del presidente Bashar al Assad, appartenente alla setta sciita degli alawiti. Anche l'Iraq, con il governo sciita di Haidar al Abadi, è in linea di massima schierato con Teheran, ma mantiene un atteggiamento più prudente, avendo deciso solo recentemente di riaprire l'ambasciata saudita a Baghdad dopo 25 anni. Con l'Iran sono anche i ribelli sciiti Houthi dello Yemen e, in Bahrein, la maggioranza della popolazione, che è sciita, mentre la dinastia al potere è sunnita. Il Libano, infine, è diviso tra uno schieramento a guida sciita, con il movimento Hezbollah, che sta con l'Iran, e l'altro sunnita dalla parte dell'Arabia Saudita.

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