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macroeconomia

Cina: la crescita (+6,9%) è ai minimi degli ultimi 25 anni, ma in linea con le previsioni. La Banca centrale inietta 91 miliardi

Arrivano segnali di stabilizzazione nell'economia cinese. Per la prima volta la borsa di Shanghai incassa due sedute consecutive al rialzo grazie ai dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica oggi a Pechino. La crescita dello scorso anno è stata del 6,9 per cento. Lo Shanghai Composite ha chiuso in crescita del 3,2% a 2,974.04 punti.

Siamo sempre nella peggiore congiuntura degli ultimi anni, ma – stando ai dati ufficiali sempre alquanto in odore di essere poco attendibili - l'economia cinese è cresciuta del 6,8% nel quarto trimestre rispetto al 2014, in linea con le aspettative.
Respiro di sollievo: la crescita per l’intero anno è stata del 6,9%, certo la più debole da 25 anni (dal 1990), con il Governo di Pechino sempre in bilico tra interventi a sostegno dei mercati e tentativi di ampliare il raggio di azione della finanza cinese alle dinamiche dei mercati globali.

Trimestre su trimestre la crescita è stata leggermente al di sotto delle aspettative, all'1,6 per cento, ha ammesso l'Ufficio Nazionale di Statistica. Gli economisti avevano previsto una crescita dell'1,7 per cento su base trimestrale, rispetto a una lettura rivista del 1,8 per cento del trimestre precedente.

Sempre oggi, la Banca centrale cinese ha reso noto che immetterà nei mercati finanziari del paese liquidità per 600 miliardi di yuan, o circa 91 miliardi di dollari. Secondo il comunicato dell'istituto, l'iniezione avverrà attraverso uno sportello prestiti a medio termine, già in essere. Verranno inoltre tagliati i tassi di interesse su questi prestiti al 2,75% e verrà garantito sostegno alle istituzioni finanziarie di piccola e media grandezza che rispondano a determinati requisiti. La Banca centrale cinese ha inoltre reso noto che proseguirà con le “Pledged Supplementary Lending” operations, vale a dire operazioni mediante le quali fornisce credito a banche selezionate tramite accordi privati di cui raramente vengono forniti dettagli. Le misure annunciate oggi servono a prevenire i rischi di contrazione della liquidità per le vacanze del nuovo anno lunare previste a inizio febbraio.

La crescita del Pil per l'intero anno è stata del 6,9 per cento, sostanzialmente in linea con l'obiettivo del Governo di circa il 7 per cento. Pesano fattori strutturali come le esportazioni deboli, l’eccesso di capacità produttiva, un mercato immobiliare morbido, elevati livelli di debito, gli investimenti che rallentano e la campagna anti-corruzione perseguita con tenacia dal Governo. Alcuni osservatori di mercato ritengono che il tasso di crescita reale può essere molto più debole di quanto suggeriscono i dati ufficiali. Il valore aggiunto della produzione industriale in Cina è aumentato del 5,9% a dicembre rispetto al 2015, con un rallentamento della crescita del 6,2% nel mese di novembre.

Mese su mese, la produzione industriale è aumentata dello 0,41% nel mese di dicembre da novembre, quando la produzione è salita dello 0,58%, a partire da ottobre. Per l'intero anno del 2015, la produzione industriale è cresciuta del 6,1%, più lento di un incremento del 8,3% degli investimenti fissi 2014. Gli asset nelle zone non rurali della Cina sono cresciute del 10,0% dello scorso anno, a fronte di un incremento del 10,2% per i primi 11 mesi l’anno. L'aumento dell'indicatore delle costruzioni è stato inferiore rispetto alla previsione mediana degli economisti con un guadagno del 10,2%. Le vendite al dettaglio sono cresciute dell'11,1% a dicembre rispetto all'anno precedente, rallentando da un aumento del 11,2% nel mese di novembre.

Le vendite al dettaglio sono aumentate 0,82% nel mese di dicembre a partire da novembre. Nel mese di novembre, sono aumentate dello 0,86% rispetto al mese precedente. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 10,7% nel 2015, molto meno rispetto alla crescita del 12,0% nel 2014.

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